Critica Sociale - XVII - n.20-21 - 16 ott.-1 nov. 1907

R 334 CRITICA SOCIALE :Ma tutti questi, che son venuto sin qui accennando alla lesta, e specie l'ultimo, che dipende forse più che altro dalla impossibilità di fare oggidì dell'arte e, spe– cie, della poesia allegorica, non sono difetti essenziali e costitutivi, e non tolgono che il volume del Chiesa sia dei più belli che la musa italiana abbia e:;1presso in questi ultimi anni. Vi è, in fatti, in esso non pure un mirabile magistero formale, e una continuità, una prestanza, un nerbo, un che di gentile e di rude, di candido e di austero che ti fanno a volta a volta pen– sare al Foscolo e al Carducci, al "dolce stil nuovo,, e al fraseggiar corrusco e succinto del Machiavelli, ma un senso storico squisito, un pensiero forte e profondo, un'animatrice e originale fantasia, un 1 èmpito pugnace e meditativo, un idealismo tra di cavaliere e di apo– stolo1 che ti conquide e trascina. Classico e romantico insieme, di un classicesimo scevro da ogni anche più sfuggente venatura di accademia e di un romanticismo remoto da qualsiasi ombra e languidezza sentimentale 1 il Chiesa sa con ugual secnrtà e penetrazione affisare il suo sguardo nel passato e nel presente, a da quello e da questo derivare, sull'ali e sotto il "dittato 11 della sua ferace e limpida inspirazione, degli affetti, dei conce– pimenti, delle armonie, tutte, e ineffabilmente, pervase da fiotti vivi e ferventi d'anima e di pensiero. Poeta, a un tempo - mi si passi l'empirismo talpoco grosso– lano, ma nece;,,sarìo dell'espressione e della distinzione - d'intelletto e dì fantasia, vago in pari modo di filo• sofemi e di marmi, di astratta e severa bellezza con– cettuale e di plastica e luminosa bellezza artistl.Pa, sa con gesto ugualmente valido e franco fermare per entro le maglie de' suoi sonetti - ora scalpellati come pie– tra, ora pennelleggiati come tela o miniatura, ora pro– cedenti drittamente .!!Ulfilo della più sotU!e dialettica come sillogismi - ombre e luci puramente ideative e raziocinative e spettacoli e forme e larve di cose o rievocate o vedute, e costringere nel suo verso i moti e le passioni riflesse dai volumi e dai monumenti de' secoli al'.ldati e le aspirazioni e gli ideali della psiche contemporanea. Con orecchio parimenti intento egli si aggira per i colonnati e le navate della cattedrale e per le aule giocondamente istoriate della reggia e per le vie tumultuose della città e ne coglie e ne riper• cuote voci mirabilmente vive e penetranti, e queste varie voci sa poi 1 'temperare e discernere,, con magi• stero stupendo. .. Or mi piacerebbe - a corredo e a illustrazione delle poche cose che son venuto dicendo - di analitica– mente e ordinatamente esaminare con l'amico lettore il prezioso volume - che fn u10 mio volume 11 per pa– recchi di - e additarne, via via, le bellezze più segna– labili. Ma a ciò non basterebbe il letto di Procuste di una succinta recensione (su duecento e venti sonetti mi trovo ad averne notato ne' miei appunti cenlo e sessanta!), e il mio buon Turati, che di aver avute dilette e propizie le muse nella sua giovinezza non vuol ricordarsi, mi cestinerebbe senza pietà. E però mi sto pago di trascegliere quasi a caso quattro sonetti soli e di metterli qui a coochiusione ed .... emenda della mia povera prosa. I due primi sono ne La Calted1·ale, il terzo ne La Reggia 1 il quarto ne La Città: · Dto, 110nin una 1111,agine preciso ma molteplice in tutte, unico stava. Dai fondamet1ti ov'infi,mo s'aggrava l'edificio, e ;;u slanciasi improvviso; su per mul'i e colonne, oltre il so1Tiso de' capitelli, olt1·e la pietra, cava acuta, alata, nè di s~ più schiava: su pe' manti dei sa,iti infino al viso; dalle cripte ai pinnacoli 1 pe1· entro marmi, ori, vetri. e il simbolo restio, l'arte che appm·é, il numero ch'è dentro:· unico u,i gesto dal gesUcolio delle (onne scioglievasi: un sol centro tutte in sè le riassorbiva: Dio. L'Inno cantava. Rapido dai libri miniati, dai ftohdi corali, l'Inno apriva alte, violente l'ali o le fe1·111aw in ,,.emuli equilib1·i. Pe,idea chiamando: - Anima che ti sfibri nel tuo triste ozio, e ai pascoli brittali to,·va ti curvi, anima so,·gi e sali fin che il gaudio divamJ)i e il grido vibri. - E lei gheniiia, com'aquila il suo greve bottm: ghermiva la fremante ag11ella, l'anima, rotta dal respiro breve .. Ovver come mi'allodola, Slt nella limpidità del ciel precedea lieve contando, cantando: Ave, Maris Stella. Nude t·idevan dal marmono pli11lo le Grazie; e il ,·itmo delle greche danze si propagava 1m· le ngie stanze da qutlle dit·e mani risospinto. Splendidamentr: rifiorì l'istin'o de' modi at1Uchinelle nuor:eusanze, sì che ogni atto di fladàe sembianze come mi gesto d,'aprile apparve crnto. E tu venivi, triade virginea, tua dolcezza porgendo, come ibleo miele, e l'esempio d'ogni vaga linea. Onde frosfigurato iva il corteo ,·egio a' tuoi piedi, come un'apollinea festa canora lungo il mare Egeo. Lassù taciti ridono i giarditii del cielo, i "{lor-i, fervidi cùl cielo: fiammante arde la rosa, l'asfodelo i11a1·gmtasi in quei laghi divini. 1'remuli tutti, come dentro i crini della Notte cospat·si, o dal suò velo ventilati: e1·tf, nè li ngge stelo, mille in un ramo, come i gelsomini. 1'tttti i bei rnmi delle tue foreste, o parndiso, i tuoi p,·ati giocondi, sopra ne inchini, le tue magne feste. T'immilli, come un polverio di biondi atomi, come un polline celeste che l'umil fior de l'anima fecondi. VrrT0RI0 OSIMO. CRONACA SOCIALE L' inssgnamsnto profmionalB inItaliaBall'Bstsro. 1 · (tUje9dtd:z~'(a!~~;id~1ft:;;i?:~çr;~eit/!;z/e~s. 2 L~ 1 %t:t;1: sussidiate. - 4. DQ.tiscon(o,·to.nti. - 5. Le scuole p,·ofessio– nali dell'estero. - 6. Per lo svilttppo dell'insegnamento pro– fessionale in Italia. L'ispettorato generale dell'industria e del commercio pubblica un interessante volume sull'insegnamento pro• fessionale ('), che dimo.dra come, anche in questo impor– tantissimo ramo d'inseg0amento, l'Italia sia alla coda del mondo civile, e quanta sia l'opera, che, anche in questo campo d'interesse proletario 1 spetta all'organizzazione operaia e al partito socialista. 1. La legislazione sull'insegnamento professio– nale. - La legge del 1860, che ùtituiva il Ministero di agricoltura, industria e commercio, gli attribuiva anche l'ordinamento ed il governo delle scuole professionali. Nel 1861-62 erano ordinati 18 istituti tecnici governativi e 24. tra istituti tecnici e scuole speciali, comunali e private; erano aperti altresl IO istituti d'arti e mestieri 1 35 scuole nautiche e si stava studiando l'istituzione di scuole minerarie io Toscana. e in Sicilia. L'istruzione agraria. era impartita allora in 12 univer– sità, oltrechè nelle sezioni di agraria e di agrimensura di parecchi fra gli istituti tecnici, e nelle scuole speciali di agricoltura di Firenze, Torino, Pisa, Parma, in 11scuole agrarie comunali e provlnciall, in 6 colonie agricole pri• vate e ln 13 istituti diversi. . Le scuole, con insegnamenti tecnici e proressionali, che erano 67 nel 1861-62, salirono a 183 nel 1876-77. Abolito il Ministero di agrico1iura nel 1877, anche questa modesta opera. venne interrotta e ripree,a solo dopo la ricostituzio!le di detto Ministero nel 1878. La circolare del ministro Cairoli del 1879 venne a regolare la. materia dell'insegnamento professionale. Ma nè gli ordini del giorno del Parl4mento del 1881 e del 1884, nè il disegno di legge del Grimaldi del 1886, nè quelll del Miceli del 1889, 1890 e 1891, nè quello del (I) NoUzlo sulle condizioni dell'Insegnamento lnd.ustr!alo merciaie In Italia e In alcuni Stati ostorl. Uoma, 190T.

RkJQdWJsaXNoZXIy