Critica Sociale - XVII - n.20-21 - 16 ott.-1 nov. 1907

CRITIOA SOCIALE 338 esso risorge, e.omo Anteo, pigliando dalla terra 1a vita o la forza. Dal Console Rupilio al Ministro Ni– cotera il malandrinaggio siciliano fu per poco soffo. calo, ma dopo un certo tempo le campagne torna– rono nella insicurezza consueta. Cos\ sempre a,•verrà per quanto efficace eia di tanto in tanto una buond retata di malfattori, finchè non sarà reciso il mt1le alla sua radice, mutando l'organismo agricolo rol mutamento del possesso individuale dei latirondi in possesso socializzato elci liberi lavoratori. (Co11ti11ua). S. C.u1>1AIUORI-SCURT1. UN POETA li nome di poeta. - a usarlo sul serio, e non per beffa ~ n.lla leggi era - O un nomo augusto e dn. pochi che bisogna andare a rilento nel dispN1sare; ed è fors~ f.~àeJÌ 1~ 1 Jie~~l~~°i>~~ ;~~~D~~~::t~~rin~a~~it:~ 1 d~~~~:~a~~:? c~rc?spezione prud~nte e dim~ssa, 1:1i arroga la facoltà d~ ricercare se nitri no sembri, o no, meritevole. Cbè d1 versificatori eleganti o di imitatori virtuosi e di can• terini non ispiacenti ce ne può esser copia e ce n'è per esempio, anche ora nella nostra beata ~epubblic~ letlern.ria; ma .i poe~i, ,an~he. non sovrani, cioè più o altro che combrnatori d1 r1tim carezzosi e di uvaria– zioni,, garbate su triti motivi, è gran ventura se si numerano a un tempo lll1ile dita di una sola mano. Di que~la rada fa.miglio. è, s'io non m'inganno, Fran• casco Chiesa; del quale, pei torchi <li una casa editrice di Lu.gano - fervido, seppur angusto e solitario, cen– tro d1 pugnace coltura italica, dalle nobili e patriol– li!!~e tradizioni tipografiche -, è uscilo testè, in veste n1l1da e decorosa, un poema. dal titolo un po' indeter- ~~~0a~! e 6 __::e!~~fi~g~~~fio~: ~•i~o~~n 1 :~~:~:;!e!~~:~~, d_a.cui .ò intitolato, prevalentemente e precipuameot~ Ime~, m duecento e venti sonetti, raggruppati in tre parti - La Cattedrale, f.,a Reggia e La Città -, alla lor volta suddivise le prime due io tre la terza in set~e parti .mi1;1ori,denot~inate con dei sohotitoli, pur e1:1~11 come 11titolo maggiore, un po' vaghi e astratti('). D1 queste tre parti, unn. - La Cillà - è del tutto nuova. 1 le prime _due, _hive?o, furon già separatamente p~bbhcate alcum anni ro. rn grande e signorile edi- d~~nt:ites~~1~e~ J~fle!ti~! ~l~rtr:z~~~~r~i :~n~~~~s;~ simpaticamente, benchè, a parer mio, inadeguatamente l'autore (*). La Reggfa riapparisce ora, salvo uno o du~ l~t1vissimi ritocchi, tal quale; interamente modificata e riru_sa 1 e quanto ~Ila mat~ria.e quanto alla disposizione, e di gran lunga 10 megho, e, per contrario, La C:atte– dl'ale, che il Chiesa con severa coscienza e con sottile o assidua cura deterse da parecchi dei difetti che prima l'adombravano, e sopratutto dolio frequenti e volute 3:1p~rità e spezzature metriche e da quel, che talora v_1s1 avvertiva anche quanto all'espressione e, pecu– ltarmente, alle immagini, di faticoso e di non abba– stanza plastico e preciMo. E non che sia ora e nella C tledrale e nell'altra due parti - sempre fluido e numeroso il verso e le cnc~fonie sien tutte scomparse, e il prevaler deÌ giro log1~0 de)la frase ~ del 1>eriodo sulle esigenze della versificai.ione non interrompa talvolta con soverchia durezza l'armonia dell'endecasillabo o della strofe· ma queste asperità accade di notarlo nel presente vol~tme :!!~ia P~ !isira1e 0 Je~'a! 0 ecl 0 ;:ft 10 :t~ 0 ;soi 1 seC~i=s~~n1!s~a e~ un odiatore ~c~~rimo_della melodia, anzi udi ogni ac– cenno o possibilità d1 melodia, 11 vi apparisce libero - come è di chi ha superato brava.mente la. tentazione - da ogni eccesso di preoccupazione e di reazione 1 1) •·1u.SCEC0 C11u:11A, 0(1UIOpt., pooma (contro dleognl del pittore Pio ro Chte,a).- t;jfl&loCavnont o C.,Sooloti\odltrlon• Avunguar• dia ., Lurano, 1 voi. di porg, 1u. ' (f) Eooon: do La Cott1dra1t: li marmo. L'11omo - L'ldto; do LP Jltggki: Il flore • Il frullo - li stmt.; Oc La Cltlò: li marrnwgno • ~,J::~t - La fo,-::a - La lotta • Lo t·lta • OU r,omlnl e gu eroi • (1 J Lo Cotttdnrlt, Ter11 di t'. C111ES>.. casa editrice Bai<1.1n1, ca- 1t.o101 e c., M111rno.- r.a Rt(,r1lo, ''Crll di P, CmESA. Bal<l.lnl, ca– stoldl e c., editori, Milano, ttot, antiarcadica e antimu-iical1•, e riconciliato, pur sempre co_nmolta .temperanza e milrnra o con qualche inter– mittente ritorno alla sdegnosa. e rude ostilità di un tempo, con la sua soave inimica, e capace e lieto di esprimere a ora a ora dalla sua li_ra.austera e penso~a d~gli a?co~di non men ".irili degh altri, ma pur t.utli v1braut1 d1 dolcezza e d1 armonia. Anche si avverte, in confronto della prima reda~iono della Calledl'Cde 1 una più lesta e succinta elocuzione e una sintassi e uno stilo sempre fiuemente e direi in– dustremento elaborati, ma men rigidi e gre~i. Qud e là però, e un po 1 nncho, e forse sopratutto, per la natura tlol concetto e la non perfetta compenetrazione di questo col fantasma poeUco, l'~!!presitione Ri indugia e si svolge, eletta sempre o tersa, ma leutn. e quasi discor• siva e prosastica, e i vocaboli e gli aggettivi si accu– ~ul3:n? e si a)li~1e~no 1 uno per uno impeccabili e icastici, ma tutti 111s1omeponderosi ed esorbitanti. E nel complesso non ha saputo forse il poeta evitar del tutto e dapertntto lo. pecca di una corta monotonia clerivnntegli in parlo ch\i difetti suaccennati - razio~ ciui ?On !nternmonto divenuti materia di poesia; tornar quasi periodico di certo mosse e, mi si paQsi Ja. parola ubalt~1te 11 stilistiche o di certi atteggiumenti e collega~ menh ~ pa~saggi sintatticij aggettivazione e, in genere d~ten_mnaz1.o~o le!!sic~le felici:,;~ima, ma talora, per istu~ d_10d1 pr~c1s1one e d1 luce, troppo peregrina e dovi– ziosa -: 111 parto dal!' indole stessa del sonetto. J I ubreve e amplissi mo ca rme 11 infatti, anche magistral– men~ .trattato o lavo.ra~ o com'è dnl Chiesa, del 'J.Uale senza iperbole p uò d1rs 1 che sa martellarlo e brunirlo con pre~~nz.a no_n i';ldegna dei più destri fabbri cli tal ~ompo.mmento, chfflc1lmente si presta a essere adoprato m sene molto lunghe e a costituire da solo lo stru– mento metrico di una vasta e aua.litica concezione· o almeno a ciò presenta degli ostacoli non tutti agev~l– mente superabili. A. conferire al poema del Chiesa questa vaga mono– tonia complet1siva contribuisce alt.resi - io credo - l'1lllegoria che_gl! !(Ot lostà e in!(ieme gli sopra.stà e che, oltre a es!ere rntunam ~n.te non bene definita, imperfet– tamente si traduce o s1 in carna nella successiva e in sè stessa stupenda figurazione, che il poeta ha saputo es~mplare, della cattedrale, della reggia, della. città. e dei momenti psicologici e storici nel esse corrispon- denti. • _Non _mi pare, Palleg~rin 1 che il Ohiosa 1 per vaghezza. d_ialett1ca. e_filosofica pmttostochè per verace in;.pira– ·1.1oneartist1cn 1 ha voluto sovrapporre alla triplice col– lana de' suoi più che duecento sonetti, ben definita. in se stessa, perchè il concetto, che la so,tanzia. del vi– cendevole combattersi, prevalere e combinarsi uell'i~ s~oria dell1'umauità 1 del sentimento religioso C: del se11- t11ne~io re~ale ~ por ampia e figurata che sia la sigui– ficaz1one dt queste due esprel'lsioui - è una formula - nulla più che una formula - oltre che unilaterale ed elastica, altresi, per 1>ocoche ci si sforzi di sorpren– derla ccincretament e, inaf ferrabile e - non se l'abbiano a. male gli acuti e argu.ti cenobiti luganesi! - metafi– sica. E non mi pa re poi c he ci sia una redete e intriu– seca rispondenr.a fra tale allegoria e la realità storica e, ~o.o ques~a, la J;>Oesia del Chiesa, perchè il sentimeut-0 ~ehg1oso e 11seo.timento regale, quali si profilano nella 1~gegnosa e nobile, ma inorganica e arbitraria conce– zione d~l poeta, non !fono j medP.tiimi che storicamente h~nno informato le due età, del medio-evo e del Rina– sc1mento, alle quali il Chiesa fa ri!!pettivamente corri– spondere, come simboli architettonici, la "cattedrale e la "reggia" o cho egli interpreta e ferma ne' suoi s"o– uet~i ; nè l'ora storica e sociale che corre, per quanto lìgha d.el passato, risulta, almeno in quelle che sono le su e ide alità caraLtorist.iche e che pur al Chiesa son care, dalla confluenza di quei duo sentimenti. Senza dire _cl~e,anche. l;l0r un poeta che ncm abbia pretesa di eruchz1one e m1r1 80lamente a raccoglioro o comunicere delle impressioni o dollo ~senimzioni 11 i;toriche è un po' troppo spiccio o sommario il ridurre n due 1 soli i sentimenti rispettivamente determinanti cli un periodo ~ieci v_olte Recolaro o tutt'altro che omogeneo qual è 11.modio-evo o di un periodo assai più corto, ma anche più cot:z:iplessoed eterogen~o, qual è il Rinascimento; e che e anche molto dubbio se quei duo sentimenti si debba.o rigor\lsamente considerare come successivi e nou invece come, in pt1.rte almeno 1 concomitanti.

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