Critica Sociale - Anno XVII - n. 17 - 1 settembre 1907

CRITlCA SOCIALE 259 infinita. di monotone, sentimentali e sterili lamenta– zioni e proteste contro la politica coloniale borghese - della quale si rinnegano gli onori senza alcuna luce di spirito critico che li spieghi, senza neppure che si affacci il sospetto della possibilità di una con– creta azione proletaria che li corregga. Il proletariato si dichiara estraneo per definizione a ogni politica co• Ionia.le e ricusa la sua parte di spese nell'impresa demoniaca della ricerca dei mercati lontani. Eppure, se può essere utile stimolare la produzione delle pannine - secondo l'arguta espressione di un pub– blicistii - evitando l.t sovraproduzionc nei confini nazionali, non ,,'è mig-lior modo che cercare, in n.ltre parti del mondo, degli uomini nudi da vestire. E il problema dell'emigrazione - a cui tanto proleta– riato è interessato - si int1·eccia anch 1 csso per mille nodi nella questione coloniale. Ma. la questione co– loniale è di quelle che a Stoccarda pnryero imma– ture: non meno dell'altra pel sn(fi-ctgio femminile, alht quale il Congresso diede un ,,oto, che parve di pura e semplice galanteria. Eppure la presenza di una deputa.tessa finlandese e il Yirile atteg:gia.mento di gran numero di propa.gandiste, specialmente te– desche ed austl'iache, avrebbero potuto suggerire qualche cosa di pill concreto e concludente che quel semplice rallegramento ed auglll'iO di cerimoniale, con una punta di dispetto e di diffidenza contro il femminismo borghese. Questo, fra l'altro 1 che emergeya dai fatti, si sa– rebbe potuto constatare: come, cioè, il progresso della causa del suffragio femminile non tanto dipenda dall'·invocarlo, più o meno ad alte grida, quanto dal meritarlo. Le donne austriache, che collaborarono così attivamente alla conquista del suffragio univer– sale maschile nel loro paese - a disegno rinunziando per ora ad intralciarne la conquista col frammischiarvi le speciali rivendicazioni del loro sesso - e le pro– pagandiste tedesche, che, nella stampa socialista e nelle Leghe operaie, portano un fervore cli organiz– zazione e di propaganda socialista meraviglioso 1 sono evidentemente più prossime a cogliere il premio me• ritato della loro effettiva cittadinanza politica - 1 quel prendo che le finlandesi, rivendicanti eroica- ' mente, accanto ai loro uomini, la libel'tà del paese, hanno già conquistato, e che le russe conquisteranno per la stessa ragione - che non Io siano le suffra– gette francesi ed inglesi, baloccantisi coi principi del diritto, che non ha sesso, o schermeggianti colla polizia nei pressi della Common ltouse. Non parliamo delle nostre femministe italiane, la pii', parte (le eccezioni confermano) aspirnnti al diritto politico, come a uno sport, prima ancora di avere comunque di- 1 mostrato - colla partecipazione effetti,·a alla. vita dei partiti - il principio di una coscienza politica rudimentale, o la capacità e l'interesse ad un'azione politica determinata. Di uno spirito perfettamente opposto a quello che informò la deliberazione sulla politica coloniale (si direbbe che le varie anime del Congresso vagassero, negli ambulatori i della fAederhalle, ciascuna per conto suo) è penetrato l'ordine del giorno sull'emigrazione: il quale ci dà un elenco di precetti e cli riforme, che sembra persino cadere nel minuzioso. JI valore di quelle proposte - ciascuna delle quali potrebbe of– frire eccellente soggetto di discussioni non accade– miche - è, per altro, esattamente prnporzionale al valore effettivo- dell'azione che ogni partito socialista saprà spiegare, nei paesi rispetti.vi, sui Governi e sui Parlamenti. E sarà da misurarsi alla prova. Questa, del resto, è Pimpressione sintetica che a noi lascia il Congresso internazionale: espressione di una forza gigantesca, ma tuttora indistinta e un po' brancicante nel vuoto. L'epoca dei Congressi interna– zionali1 nei quali il socialismo affermava e definiva sè stesso, è ormai tramontata, e un Congresso, per questo lato, ripete, con lievi emendamenti ed oscillazioni, il Co11grcssoprecedente. Convcrrìt che cia:;cun partito nel suo paese intensifichi la propria azione sul terreno dei fatti, rompa le aml>agi della tattica, penetri ciel proprio spirito tutto il movimento proletario, diventi una forza assirluamentc operante nelle assemblee legislati ve,e al• lora i Congressi internazionali ripiglieranno l'impor• tanza che sembrano avere smarrita, diverranno ve– ramente il prodromo dei futuri Stati geuemli del proletariato mondiale. Allora la stampa borghese - che oggi in com– plesso si rallegra della disfatta hcrvcista come di un sintomo di ragionevolezza crescente e di minoro temibilifa elci pnrtiti rsovversivi - troverà qualche maggiore cagione di impensierirsi. 1 Congressi so cialisti allora, pili che accanirdi a distillare astrat– tamente la media delle medie in fatto di tendenze e di formule, si mutueranno, da nazione a nazione, le migliori esperienze. L'asscn1.a e la presenza delle nazioni (a torto, ci sembra, si rilevò nella stampa che a Stoccarda l'ltalia socialista t, parve rosse assente ") non si desurnorà dal numero e dallo splendore dei discorsi, ma dal resoconto delle opere. Non nv,•errà pili quello che avvenne a Stoccarda - cilc una con– ferenza interparlarnentarn socialista si convocasse e si sciogliesse, senza aver deliberato, anzi avendo escluso a, pri01·i., una qualsiasi possibilità di lavoro coordinato e comune. Sadt meno teatrale allora - ma assai più conclu– dente. LA CRI'l'ICASOCIAU:. LE ìv10ZIONI approuatE l Congresso ocialista inlErnazionalE Oon,t,·o 'il 1wilita,1•i:,;1no. Il Congresso: Conrorma le deliberazioni dei precedenti Congressi internazionali circa. l'azione contro il militarismo e l'im– perialismo. Constata ancora una volta che l'aziono contro il mi– litarismo non può essere disgiunta dall'azione contro il capitalismo. Le guerre fra Stati capitalistici sono, in ge– nerate, conseguenza dolla loro concorrenza sul mercato mondiale, ogni Stato tendendo non solo ad assicurarsi i propri sbocchi, ma afl. acquistarne dei nuovi, principal– mente mercè l'aa~crvimento dei popoli stranieri e la con– fisca delle loro terre. Le guerre risultauo anche dagli armamenti inces– santi del militarismo 1 che è uno degli ordegoi principali del dominio delia classe borgbeeo o dell'asservimento economico e politico della classe lavoratrice; sono inoltre favorite dai pregiudizi nazionalisti, sistematicamente sti• molati, nell'interesso della classe dominante, per stornare la massa proletaria dai suoi dovel'i di classe e dai suoi doveri di solidarietà internazionale. Per tutto ciò le guerre attengono all'essenza del ca– pitalismo o non ce3soranno se non colla soppre:1sionodel sistema capitalistico, oppure quando la grandezza dei sa– crifici di uomini o di denaro richiesti dallo sviluppo della tecnica militare, o la sollevazione provocata dagli arma– menti, avranno spinto i popoli a ripu(liaro cotesto si– stema. La-classe lavoratrice, in particolare, come quella che dà il maggior numero dei combattenti o pil't intensamente ne sopporta i sacrifici materiali, è la naturale avversaria dello guerre, poichò queste contrastano lo scopo ch'essa si propone, la creaziooe cioè di un nuovo ordine econo– mico a basi socialiste, clie realizzi la solidarietà. delle genti. 1 L Congresso considera perciò come dovere di tutti i lavoratori e dei loro rappresentanti in Parlamento di combattere con tutto lo loro forze gli armamenti di terra o di mare, illustrando il carattere di classe della società borgbege o i motivi cbe la spingono a conservare gli an– t11gonismi nazionali; di ricusare ogni sussidio pecuniario

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