Critica Sociale - Anno XVII - n. 10 - 16 maggio 1907

CRITICA SOC!ALE 155 edificio ampio e sufficiente per tutte le sedi giudiziarie e per tutti i collegi di Roma, Invece abbiamo già speso ti·entacinque milioni i il palano non è ancora ultimato dopo vent'anni: se e quando lo sarà, non potrà conte– nere lo diverse sedi giudiziarie; dello spazio occu– pato si ò sperperalo 1'85 ¼ - scrive il senatore Campo. reale - e si é utilizzato solo il 15° 0 , Io proporrei un monumento all'ingegnere che ideò e diresse i lavori. Nè piil filosofico, nè pill vero egli poteva farlo, il sim– bolo della giustizia italiana! Si può avere il riconoscimento del proprio diritto, facilmente ed economicamente, p. es. con l'arbitrato ma, se si chiede giustizia ai magistrati, si spende molte volto assai piì.1 di quello che valga l'obbietto delle liU i queste si prolungano all'infinito e non hanno uni\ decisione equa, utile e soddisracente i se e quando fluiscono, o si resta delusi e depauperati dopo una costosiitsima vittoria, o si rimane schiacciati, diso– norati e distrutti da una sconfitta e da una condanna! Altri milioni per questa cosidetta "giusli.:ia ", che comincia con il delitto di falso 11el suo stesso nor:6.e,e è dubbio se, a conservarla, si guadagna di pi\l che ad Z olirla del tutto? Altri milioni per un ordinamento di giustizia dove, n frase ornai ripetuta da tutti i ministri e da tutti i relatori del bilancio, "'i poveri no11 limino difesa " giac– chè la legge attuale sul gratuito patrocinio non è che una feroce irrisione? I 11 pol)et·i" 1 cioè quelli che vivono del proprio lavoro ed ai quali il compenso di questo basta appena ai bi• sogni della vita e non può sopperire alle inverosimili esigenze costosissime di una lite giudiziaria, sono la grande maggioranza della popolazione j e p-er essi il presente ordinamento della giustizia it'pira soltanto ri– pugnanza e terrore. Il momento è opportuno, ed è necessario non lasciarlo itfuggire, per gettare le basi del nuovo edificio della scienza e della giustizia, cominciando ad assicurare un migliore e più ragionevole reclutamento dei giudici e dei docenti e togliendo lo spettacolo rattristante della loro incapacità e della loro inerzia; instaurando un si– stema continuo e vigile d 1 ispezione e di controllo, che renda sana, 8icura e normale la loro funziono; con Fal– lontanamento degli inetti, dei deboli o degli indeboliti e, sopratutto, dei corrotti e degli indegnij proclamando il principio, cosi evidente e coeì negletto: che non si debbono agli interessi individuali asservire e subordi- nare le esigenze della pubblica. funzione; ma che !lono i magistrati ed i professori che debbono servire util– mente per l'ufficio al quale sono preposti. A. O0AllNIERT•VENTIMIOLIA. Avete la 1 • annata? L' Ammiuistraz&one della Critica A sempre disposta a ricambia,-e con mia qualsias-i su~ssiva 11Hnaia,rilegata, opp1tre con u,i anno d 1 abboname,itu, l1inv,o che l8 venisxe fatto della 1• am1ata (1891) di Critica Sociale in buono stato di conservazione. Ricambi.tremo con opuscoli, a richiesta, ognuno dei se– guenti numeri separati dello stesso 1° a,mo: 4, 5, 6, 7, 8, 10, 12, 18, 16, 17. LEUTOPIE D ICOHSEHVATOHI Lacontrorelazione suldisegno dilegge per larlslcoìtura Non ò nostra consuetudine riprodurre, in questo colonne, scritti o documenti, anche nostri, pubblicati altrove. Ma. poichè, da J)arecchi amici, ci è fatta pres– sione perchè riproduciamo qui la controrela.zione sulla legge per la risaia - Ja quale, dai giornali quotidiani, o fu solo brevemente riassunta, o non ne fu ripro· dotto che qualche brano - consentiamo, eccezional– mente, per due ragioni. La prima: che da questo documento ci pare emerga una prova di fatto - più efficace di ogni astratta clucuhrnzione - dell'utilità che spiegherebbe, qum1do fossemenotrascurata, la concreta azione parlamen– tare socialista. Chi invero paragoni il primo testo del progetto di legge, e l'nrtioolo che ad esso già dedicammo (l), colla nuova forma del progetto, quale risultò dai dibattiti della Commissione, nella quale un solo socialista era penetrato, non potrà discon– venire dal giudizio che esprime il relatore della mi– noranza: che cioè la legge ha perduto la più gran parte del suo veleno. Il tentativo reazionario è com– pletamento sventato. La seconda ragione è quest'altra. Qui si tenta, acl opera di deputati conservatori, di organizzare un embrione di arbitrato nei conflitti del lavoro. Per la difficoltà dell'ambiento o della materia a cui vorrebbe applicarsi; o per la stes&a timidezza ed incompletezza del tentativo, noi pensiamo che questo sia destinato a .fallire - quand'anche il Parlamento ne consentisse lo sperimento. Ma il carattere utopistico della proposta. non toglie, acceotua piuttosto il suo valore dl sintomo.Yi è una parte dunque della borghesia, la quale sente - e come potrebbe non sentirlo? - che ò opportuno mettersi sulla via degli accordi. D'altra parte, nel recente convegno di Bologna fra. l'l~strema Sinietra e i rappresentanti la Confederazione del Lavoro, questi ultimi accolsero con vivo entusiasmo h, pro– posta do ! nostro direttore, di faro la materin. degli arbitra.ti oggetto di deliberazioni e di propaganda ulteriori. Quello che noi definimmo (nella Critica del 16 aprile) 11 il problema più urgente ,,, comincia ad essere sentito come tale da una parte e dall'llltra (!). Conviene dunque insistere sull'argomento, ed esa 4 minarlo da tutti i lati. È ciò che noi faremo meto– dicamente. E intanto questo documento serve da 1>reludio. Tl reciso (lissenso che mi divise, non sempre solitario, dalla maggioran'za della Commissionenell'apprezzamsnto cli questo diseguo di legge, mi costringe ad accennarne brevemente le cagioni, con riserva di più lllrghi e do• cument.ati sviluppi durante la eventuale discussione par– lamentare. Per riguardo al testo governativo, il dissenso fu cosi fondamentale, che mi indu8se a proporre senz'altro il rigetto del disegno di legge. E poiché quel primitivo testo non solo non è ancora sepolto, ma di esso troppa ( 1) /.(I ltor,• df!I lnldlmtllto: In CRITICA. SOCIALEdel 1° marzo. tt) In una lettera, che 10 spazio non cl co111enle 0111 di pub:>U· <uue, Amilcare Storcili, rispondendo al commenti col (1uall accom- 1>a1nan1mo Il suo nrtleolo, n pro1101lto dello eolopero di Argenta, ~ Un 1 11r111t lnfra"t" ~ (Cr.tica del ,e Rprllt), 1n,11te, con nuove ar• romenlnlonl ed el!lempl, sulla auolula necenltA, 1>er le ciani Ju•o• ratrlcl, di trovare nelle leggi Hllzlonl efflUcl alle ccnqulate del• l 'organl:n.ulone e alle decisioni deJII arbitri - decisioni e oonqulatc ohe la. prepotenw. 11adr0nAle rende 11uaat umore lrrt1orle. Cl var• remo aenu dubbio cle' suol 11rromen11nel scru11c di queste d.tscu,- 11on1.

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