Critica Sociale - Anno XVII - n. 8 - 16 aprile 1907

CRITICA SOCIALE 115 UN'AQM.E INPRANTA (A proposito dello sciopero di Argenta) Quando questa pagina vedrà la luce, lo sciopero agr~– colo dell'Argentano sarà probabilmente presso ad esau rirsi, e le cose che qui si scrivono non saranno denun– ciate come un'atta di krumiraggio col mezzo della stampa. lo affermo subito, che lo .sciopero di Argenta fu uu colossale errore; e ciò era evidente all'atto stesso della sua proclamazione. Giudichi infatti il lettore. Verso i primi di ottobre 1906gli avveo.tizt di Argenta 1 esperite inutilmente varie pratiche per migliorare i con– tratti colonici, dichiarano lo sciopero. Essi mirano ad ottenere: 1° un Ufficio di distribuzione della terra ai terziari. braccianti; 2° l'aumento delle percentuali di compartecipazione nell'utile; 3° la disciplina dell'immi– grazione romagnola; 4° il miglioramento dei patti di bovaria e di manzoleria. · La quadruplice piattaforma è fissata con ottimo cri– terio pratico. Essa accomunerà. nella lotta tutte le ca– tegorie di lavoratori della terra: dal bracciante, che spera risolto il problema, per lui l'.:apitate, della disoc– cupazione; al personale obbligato e di stalla, che si avvantaggerà della miglioria dei patti colonici o fi:;si• Era stata la tattica, tre anni prima vittoriosa, dei contadini di Portomaggiore. Lo sciopero dura trenta giorni 1 e cessa il 29 ottobre con un concordato, steso e firmato dinanzi al Prefetto di Ferrara 1 che accoglie quasi tutte le richieste degli operai. Sarà istituito - vi è scritto - un Ufficio di distri– buzione delle terre da darsi a terzeria, costituito da dieci membri, scelti cinque per parte 1 con la iotesa che tale Ufficio includerà nelle ripartizioni delle terre tutti i lavoratori del luogo e abituali, indicati dai proprie– tari, essendo comune intendimento che scopo dell'Uf– ficio sia quello di distribuire egualmente fra i lavoratori le terre da coltivare. Nel caso di disaccordo verrà no– minato un arbitro dal signor prefetto della provincia di Ferrara. Per le migliorie da introdursi nel contratto di mez– zadria in corso, giudicherà una Commissione arbitrale costituita da otto membri, scelti quattro dai proprietari, che fin d'ora si designano sic et sic (seguono i nomi), e quattro dalle Leghe operaie. Il nuovo contratto sarà. applicato all'anno agricolo in corso, cou decorrenza dal 29 settembre 1906. La Commissione arbitrale fisserà. la durata minima del nuovo contratto di mezzadria e boaria. In caso di disaccordo, l'arbitrato sarà integrato dal Presidente della Corte d'Appello di Bologna. Altri articoli stabiliscono lo stipendio dei boari e boaroli, rimettendo alla Commissiond arbitrale certe migliorie anche di questo speciale contratto; fissano la ripartizione del frumentone, ne disciplinano la sémina, il trasporto, ecc., stabiliscono la ripartizione delle bar– ba.bietole, della canape e di altri prodotti. Segue questa clausola espressa : I proprietari non faranno alcuna rappresaglia, nè :i~r~~n~e~~:;t~h~\:Pl~!~~:;!n~~u:u1~11a 0 ~r:si:::.:~~~'. tazione. Il tutto letto, confermato e sottoscritto dalle parti. La vittoria dunque poteva dirsi completa. Nè ad al– cuno 1:1fuggiràla. conquista. più importante fra tutte: quell'Ufficio, cioè, che doveva, per intendimento co– mune, distribufre egualmente le terre da c0Uiva1·e fra tutti i braccianti terziarì. Qui non si tratta di semplici aumenti di tariffa o di percentuale. I lavoratori sono chiamati a disporre della proprietà privata nelFinteresse comune. Il privilegio dispotico e antisociale, che fa dire al padrone: qui comando io e soltanto io, e pel quale esso può impunemente affamare i lavoratori delle Leghe a profitto di quelli delle Unioni cattoliche 1 è ferito vera– mente nel cuore. La collaborazione delle classi più apertamente antagoniste è suggellata per un lungo pe– riodo di tregua, durante il quale i lavoratori possono sviluppare e maturare le capacità tecniche ed ammi– nistrative per la gestione libera e diretta delle aziende rurali. Giammai teoria e pratica riformista trovarono più completa applicazione e sviluppo, e proprio (ironia degli eventi!) ad opera di quei sindacalisti che avevano condotta la più fiera crociata contro il riformismo addo– mesticatore. La necessità di servire il proletariato sul terreno concreto li aveva costretti a rimangiarsi la loro intransigenza e il loro dogmatismo settario. Senouchè 1 prima ancora che il concordato cominciasse a dare i suoi frutti, eccoti alcuni proprietari o condut– tori di fondi rifiutarsi di denunciare le terre per la ripartizione. [I Prefetto (oh! l'antistatalismo !), chiamato a sce– gliere l'arbitro, lo designa nella persona del conte Ro– berto Giglioli di Ferrara. Il quale - con lodo 1D gen– naio - esposto obbiettivamente il fatto e il diritto, proclama la buona ragione degli operai. I beali possidentes dell'Argentano tuttavia fanno orec– chio da mercante: negano autorità all'Ufficio di ripar– tizione e, in onta alla clausola espressamente accettata, intimano 60 escomi. Una cifra inverosimile, di fronte ai trMlochi normali, e che rivela, chiara come il sole, la persecuzione. Sessanta famiglie sul lastrico i gli esperti nell'organizzazione, ì capi, dovranno espiare per tutti. E quando si dice escomiati per 1·agione di scioperi, vuol dire sfrattati non da quella tenuta, ma da tutte le aziende rurali del Ferrarese, esiliati ir.reparabilmente dalla terra; vuol dire la. vendetta padronale che in– segue dappertutto la sne vittimej il terrore gettato nel– l'animo di quelli che restano. Vidi molte di queste famiglie, sempre vissute in ottima armonia, ora co– strette a spezzarsi; altre ho veduto pigiarsi negli an– gusti tuguri dei villaggi, e vecchi piangere il rustico casolare, dovuto abbandonare per sempre, piangere la terra cosparsa per mezzo secolo del loro sudore, sulla quale speravano morire ... ... Doveva essere la provocazione, e lo fu. A questi la– voratori non avevano insegnato che uo'arme: lo scio– pero generale. Essi e i loro consiglieri non rifletterono neanche un momento se altra via migliore si parasse loro davanti. Eppure l'intenzione dei pad·roni era cucita a fil bianco: era impossibile non vedere come i vinti dell'ottobre (allora i rustici casolari letificava ancora la provvista del raccolto recente) intendessero profittare del momento propizio, quando ogni avversaria riserva è esaurita, per liberarsi da.gli itilpegoi dovuti subire, sottrarsi alla molestia dell'arbitrato, riprendersi, violen– lemenle, calaslro/i,camente, sindacalisticamente, la loro intera rivincita. Riconquistare la libertà del loro privi– legio, spezzare le reni all'organizzazione, impedirne l'opera educativa che avrebbe, nella pace armata, da una vittoria procreato altre vittorie costanti, tutto ciò valeva bene, per i proprietari, la perdita di un raccolto, attenuata. dallo loro solidarietà e magari dalle riduzioni d'imposta. Che cosa dunque conveniva ai contadini? Sventare il tranello loro teso. Mantenersi con tutte le forze sul ter-reno conquistato, sul ten-eno che non conveniva ai

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