Critica Sociale - Anno XVII - n. 8 - 16 aprile 1907

114 CRITICA SOCIALE Comunque, la questione sollovnta, o piuttosto ri– sollevata, dallo Storchi, espertissimo dei luoghi e delle cose, ò di una importanza assorbente e premi– nente: esstt. rispecchia, nel concreto, tutte le nostro ]atte di partito, fra riformismo e rivoluzione o sin– dacalismo, frn. azione esclusivt1.mentc diretta e azione promiscua, economica e parlamentare. Sarà certa– mente ricordato che le prime divisioni intestine del socialismo italiano si radicarono nel dibattito sulla misura, sul modo, sulla portata degli scioperi. . •• Basta dare una corsa ai giornali. Noi siamo ri– pioml)ati in pieno furore scioperaiuolo. A Terni è scatenata una lotta, mirabile di slancio, fondata so– pratutto su un motivo morale, la solidarietà con al• cuni licenziati dall'Acciaieria.; è noto che, per una regola la qu1tle ben di rado patisco eccezioni e la quale del resto si spiega nssai facilmente, questo genere di scioperi è, più d'ogni altro, consacrato a sicure sconfitte. Dal Ferrarese sono partiti, come da un vero teatro della guerra, un migliaio di bambini, adottati dai lavoratori dell'.Emilia e della Romagna, e si apprestano ad esulare i vecchi e gli invalidi ; la solidarietà. raggiunge altezze epiche, non mai toccate finora; ma il raccolto della canape, proba• bilmente quello della barbabietola, forse tutti gli altri, saranno, per l'annata, irrepArabilmente perduti. A Savona. è proclamato lo sciopero generale metnl• lur~ico. Taciamo gli episodi minori. Del resto, non è sola l'Italia a offrire cosiffatto spettacolo. Nella vicina Repubblica - dove la Con• fédémtion du travail è in mani sindacaliste - ogni settimana è un grande sciopero più o meno sfortu• nato, e la questione del droit de grève dei funzionari i - ora che la " separazione n è agli sgoccioli - è affissa sul cartellone delle grandi questioni politiche, che decidono della vita dei Gabinetti e dell'orienta• mento dei partiti. È dunque una delusione o, se volete, un'espe– rienza di più da aggiungere alla lista. La depres• sione della curva degli scioperi, che seguì al suo legittimo elevarsi del 1900-!)02, non fu che l'effetto di una stanchezza e di un esaurimento passeggero. Ripreso col riposo le forze, il fenomeno dello scio– pero tende a riprodursi nella stessa misura dei giorni in cui esso era giustificato da ben noti motivi eco• nomici e politici e anche, in molte industrie, dal margine elci profitto padronale. Vinsuecesso, che seguì all'assorbimento di quel margine, al costituirsi di forti organizzazioni padronali, ecc. 1 non ha nulla insegnato. La lotta fra capitale e lavoro continua ad esplicarsi come fenomeno di moto semplicemente riflesso, all'infuori da ogni calcolo di probabilità, da ogni considernzione di minimo mezzo. Si fa, un po' da per tutto, del sindacalismo pratico, mera– mente istintivo, dovuto non tanto ad una teoria positiva, quanto alla assoluta mancanza di ogni teoria. nutrito; qunel scm11re, ln,•ece, trattnto umnnamentc, crlstlanamento. Era. una ramlffeazlono Inferiore della famlgll11.del pad~onc. • - ); aggiunge questa ouen·azlone, che riferiamo unlcamento per curio• 11ta: " Il patrl1rc1.to è un collctth·l1mo 1e11t1mcnta1e (1lc). È una atrana contraddir.Ione (l' !) che sia spazzato Tla dal Socialismo, I cui Ideali spesao non sono altro che un ritorno a torme prJmlUve • (op. clt., pag. 17•18). - A pag. HO rincalza: "IO non esito a dire che l'avere lntroòotto un J>rlnclplc, strettarnonto giuridico 1101 rapporti fro proprietari o lnvoratcrl dona terra, erodo ala stato Il mauglor effetto degli scioperi .... 11 patto eolontco ò stato (per così d!re) atrop- 1;ato dalla sua aedo collettiva o si è eom1)repiù lndlvlc1uallr.zato; 1111. perduto I suol contorni ,•aght e nebulosi per aasumcre contorni notti e preo\81; ha rlnunr.lalo alla Immutabilità .... ~ - È curioso come 10 acrlllore sembri qui non avvederai come a cotesta lnd1v1du1.11zr.a. zlone cbleltlva. risponda o si contrapponga una nuova e più alta e, per la prima volta, ,•olonlarl11.e conSRIJevole colletllvlzzaz1011e IIU• blottiv11. Il che significa che il socialismo è assente tuttora dal movimento operaio, di cui dovrebbe costituire gli occhi e il cervello. Se il movimento ferrarese - giusta la sua propria logica - si estendess~ su tutta Pitalia agricola, e si perpetuasse, noi sn.remmo in breve un paese rovinato. li giorno che tireremo le somme delle immense perdite sofferte - perdite di salarii e di produzione, abbandono di terre, tras• formazioni di coltura, ecc. - troveremo che le fa. mose spese militari, contro cui si è tanto protestato, sottraggono forse al proletariato meno sangue vivo, di quel che esso, col suo proprio movimento di di– fesa, non sottrae spontaneamente a sè stesso. Ora, tutto ciò non sarebbe gran danno, se dal male scaturisse la pre1>arazione d'un rimedio. La ,•ita delle società non si svolge che a traverso una odissea di dolori, e i progressi sono sempre cara• mente pagati. Nel groviglio dei conflitti sociali non vi sono rimedii precostituiti, di facile applicazione e cli sicura efficacia. Ma, nel deserto della vita politica italiana, nulla spunta e nulla matura. Nello sciopero argentano, così grandioso e così tipico, un solo de· putato socialista ai è recato sul posto, il che ò tanto più singolare, <lacchè i tre quarti dei nostri deputati socialisti sono nati dal movimento delle campagne. E la presenza dei deputati negli scioperi non ha, per lo più, che il carattere di una effimera difesa, anzi di un semplice controllo, contro gli abusi even– tuali della pubblica forza. Nessun concetto econo• mico di riforma organica., da lanciarsi nel paese ed in Parlamento, esce dalla nostra assistenza - così avara, del resto - alle masse lottanti. Pure non v'è alcuno di noi che non proclami la necessità degli arbitrati, a sventare, a prevenire od almeno n. conchiudere le guerre fra le nazioni. Il cl'iterio, che, nei conflitti internazion1:i.Ii 1 urta in così gravi difficoltà, è pressochè abbandonato nei conflitti economici, dove sarebbe tanto più facile dargli at\ tuazione. L'arbitrato, combattuto dai proprietari, che temono la sm1tituzione di un nuovo diritto equitativo al loro sconfinato arbitrio; combattuto dai sindaca• listi, che ripongono una. fede superstiziosa nei mira– coli della violenza redentrice; è - si direbbe -– non tenuto in alcun pregio dagli stessi riformisti. Eppure, se v'è istituto che risponda esattamente a tutti gli elementi ideali del socialismo evolutivo, ò appunto l'arbitrato, seriamente predisposto e di• sciplinato per legge (1). Noi non temiamo, evidente– mente, che l' attenuazione della violenza dei conflitti nuoccia al.lo sviluppo della lotta cli classe proletaria.; al contrario, da un congegno, che trasporti l'esercizio di questa lottp. nel campo della discussione e della ragione, noi JJensiamo che essa abbia tutto da gua• dagnare. L'arhitrato allora soltanto potrebbe essere un mezzo insidioso di addomesticamento, quando il partito socialista non vigilasse a difesa. Qui ancora si rivela la organica inscindibilità del movimento operaio e dell'azione intellettuale e parlamentare. Il sindacalismo teorico non è altro che il riflesso del sindacalismo pratico, e questo non è che l'effetto dell'assenza di criteri direttivi organici nel movi• mento proletario. Il problema dell'arbitrato è dunque, per noi, il più urgente in questo momento della vita proletaria italiana. E noi proponiamo l'inserzione di questo numero mancante, nell'ordine del giorno del pros· simo convegno di Bologna fra i deputati dell'Estrema. e i dirigenti la Confederazione del Lavoro. LA CRITICA SOCIALE, ( 1) Yeggael I 7'rtb,mciu dd Lcivoro, nciatlone di FJUpPo Turati al Consiglio Superiore del J,avoro (nella Blblloteca della crmca Soclcilt, Lire UDII.). Per difetto di spazio 1·imanàiamo aa altro muuet·o l'articolo sul disegno ai 7eggeper la Risicoltu.ra,

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