Critica Sociale - Anno XVII - n. 7 - 1 aprile 1907

CRITICA SOCIALE 105 cizio, quanto nella pratica e nella non applicazione che si fa delle une e delle altre. La legge istitutiva della Corte dei Conti, del 1862, è tli per sè di una larghezza relativamente democratica. Essa offre ai componenti l'Alta Corte dei Conti ogni profondità di indagini sulla legalità · atti governativi j e permette, anzi esige, l'inves zione sulla moralitù deg1i atti stessi. Contro ]'" lità ,, la Corte dei Conti può rifiutare il suo visto, togliendo qualsiasi legittimazione ai provvedimenti colpiti dal suo ri– fiuto e aggravando la responsabilità degli ordinatori: sanzione questa che può compiersi giorno per giorno, ininterrottamente, mediante l1opera degli Uffici e delle Sezioni. A salvaguardia della " moralità II la Corte possiede, poi, un'arme potentissima, che è la denuncia al Parlamento nella Relazione annuale che deve fare ai poteri legislativi. C'è dunque abbastanza, solo nella legge fonda– mentale dovuta a Quintino Sella, da fare della Corte dei Conti lo strumento di un controllo sicuro e for– midahile. Ma ci sono ancora altre leggi e regola– menti e disposizioni che affidano nuove funzioni alla Corte dei conti: e molte di esse sono notevoli; mentre altre sono facilmente modifidà.'bili, e le lacune, che vi si avvertono, non difficili a colmare. La me– desima coordinazione delle Divisioni, fra loro, e con gli altri Uffici della Corte, può essere migliorata, rafforzata, resa più spedita; ad ogni modo gli incon– venienti attuali non sarebbero eccessivi. Con tutto ciò la Corte dei Conti è in pieno disser– Yizio, del quale le inchieste fatte costituirono e quelle da farsi costituiranno le maggiori pietre miliari. Il potere esecutivo è per sua natura insofferente di controllo e di sindacato, specie in un paese come il nostro, così proclive alle glorificazioni e alle ditta– ture, e dove lo stesso controllo parlamentare è stato quasi annullato nella coscienza della maggioranza della Camera dai sapienti e abili accorgimenti del Goverao, magnifici di semplicità, perchè contenuti tutti nella formula di un mercantile "do ut des ,,. Per cui il potere esecutivo analogamente si studia di avere in mano l'Alta Corte, una maggioranza anche questa, giacchè il suo voto basta a distrug– gere il paziente, industre, alacre lavoro delle for– miche che vegliano - oh! quanto inutilmente in moltissimi casi - sull'opera di tutte le amministra– zioni dello Stato, sulle spese pubbliche e sulle gesta di quel medesimo potere esecutivo. E infatti avviene che il lavoro 1 che centinaia di funzionari compon– gono con amore e con zelo, è veramente distrutto dai rapidi 1 facili, allegri e contraddittori deliberati delle supreme Sezioni della presidenza; avviene che queste medesime Sezioni ammettano, dOJ>Opochi minuti di esame sonnolento, e contro il parere dejle Divisioni competenti, dei regola.menti importantis– simi, sbagliati e tali che dànno poi luogo ad una serie di atti illegali e immorali, dei decreti fatti, in dispregio di ogni legge, per favoritismi chiari e lam– panti. La tutela del bilancio è irriscria: e lo vediamo dalle. eccedenze innumerevoli che la Corte dei Conti non vuole o non riesce a colpire. E' notorio che le inchieste parlamentari hanno avuto tutte una parola di elogio per gli impiegati, severa per l'Alta Corte. Sono innumerevoli i decreti ammessi dalla Corte e annullati dal Consiglio di Stato; in omaggio alla singolare teoria, apertamente professata, che per tutti gli affari, pei quali c'è possibilità di ricorso al Con– siglio di Stato, la Corte si disinteressa di occuparsi del merito e lascia passare; senza riflettP.re alle enormi difficoltà di ottenere l'annullamento di un procedimento ingiusto, alle lungaggini della suprema magistratura amministrativa, e al coraggio non pic– colo che occorre in molti casi per opporsi a un provvedimento di Governo, o per lottare contro le cricche burocratiche, talvolta più potenti degli stessi ministri. Alla Corte si fa pure addebito di non motivare mai, nelle sue funzioni cli controllo 1mstituzio11ale, le ime decisioni. Le si imputa anche il segreto, nel quale essa mantiene il Rendiconto delle spese d'uf– ficio, il quale non fu mai comunicato nemmeno alla Giunta dei Consuntivi: fatto per lt.> meno illogico per chi ha la missione del controllo. Non parliamo ti.elle Relazioni annuali al Parlamento, le quali non sono che un mucchio caotico di cifre statisticfrn. Crediamo perciò che l'opera critica degli impiegati sarà oltremodo utile in questo campo, e potrà. dare buoni frutti. Varrà, forse, a scuotere 11inerte indiffe• rentismo della stampa, dell'opinione pubblica e del Parlamento attorno a questo argomento vitalissimo per il buon funzionamento di tutta la macchina dello Stato, della quale la Corte dei Conti ha da essere la regolatrice attiva, assidua e severa. Noi cogliamo volentieri l'occasione di esporre in una breve serie di articoli gli studi e le indagini iniziate e condotte su di esso da qualche tempo, e che ci ripromettevamo di condensare prossimamente in una.1 monografia 81>eciale. Poichè gli impiegati stessi si muovono e si fanno collaboratori preziosi dell'opera di rinnovamento della Corte dei Conti, che mira ad assider questa su basi di indipendenza reale ed intera: opera che la democrazia deve pro– porsi, come uno dei suoi obbietti fondamentali, in– sieme con quella serie di inchieste, a cominciare dalla inchiesta sulle spese militari, che sono neces– sarie ad aprirle il Yarco nella selva selvaggia delle illegalità, degli abusi, delle immoralità 1 e peggio; poichè una voce viva e sincera si annunzia immi– nente donde tutto ciò fiorisce, eccoci qua a darn, a nostra volta, prontamente sulla Cr-itica il nostro se• gnale d'allarme, che speriamo sia inteso. Per intanto ci domandiamo se sia conveniente che la scelta dei Consiglieri della Corte dei Conti conti– n'ui a non essere prevista e disciplinata da alcuna legge, ~ rimanga per ciò interamente affidata al li– bito del potere esecutivo: e se sia del pari conve– niente che l'opera di questi Consiglieri abbia ad essere distratta dalle tante Commissioni di studio a medaglie di presenza, che nelle mani del potere ese– cutivo costituiscono dei meravigliosi congegni, di– ciamo così. ... di propaganda. E c'è tant'altro da chie– tl.ersì. Insomma, se un'opera di epurazione ha da essere, opportuno e pratico è che si inizii dalla Corte dei Conti, che ha per sè una prima ed essen– ziale funzione di epurazione e di eliminazione, nel grande organismo dello Stato moderno. Perchè, se ci falla codesto filtro immenso, che garanzia e che speranza, abbiamo per tutto il resto? GIOVANNI MERLONl. LA FINANZA INGLESE DAL 1793 AL 1846 L'imposizione <lumnte la. guerra contro In. Francia (1793-1!)15). Sotto iì governo di Pitt, l'Inghilterra, rlmessasi dai danni sofferti in causa della guerra di secessione di America, cominciava a svolgere le sue grandi ri– sorse, a utilizzare il ferro e il carbone che la natura aveva posto nelle viscere della sua terra, a miglio– rare la sua agricoltura, a dare un possente slancio alle sue fabbriche e alle me manifatture. Ma la guerra contro la Francia arrestò improvvisamente questo pro– mettente aumento di ricchezza e di prosperità, o costrinse sin dal suo iaizio Il Ooverno ad imporre l più duri sa– criflzt alla nazione, per sopperire alle spese della guerra,

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