Critica Sociale - Anno XVII - n. 7 - 1 aprile 1907

Critica Sociale 1YIVIST.fl {)UINlJJCIN.fJLE DEL SOCJ.fJUSMO Nel Regno: Anno L. 8 - Semestre L. 4 - All'Estero: Anno L. 1.0 - Semestre L. 5,50. Lettere e vaglia all'Ufnolo di CRITICASOCIALE - MILANO: Portici Galleria V. E 23 Anno XVII - N. 7 Non si vencle a 1utme1·i se1xn-ati. Milano, 1° aprile 1907. SOMMAf'1IO Politica ed Attualità. lllSOQH(I dtddtrll! Jt dlStQHO di ltqqe 'J)t,. t'llldtm,Ucì al dep,it«H (LA CRITIOA Soc1.1..u:). Dopo la ,co11fltta llbtndt lOlldi.HtH (dolt. A:-IOV.LOCRESPI), Tentativi ,u ,·innoi·ome11to: sulla cdst 1/el moi•lmt11lo soclc,lùta (,h'• vocato •:nORE )IARCIIIOLI). Come dlftndtt't duuu h1qullhH lt COH J)OJ>Ol(H°I (l'ror. ERNl!STO BER– TARIU,1,1). Nel poue dtl dlss,wi:ld: La Co,·te Ilei conU; come (11n~lo11a iit Italia u s11pnmo ro11tnmo dello Stato {Pror. G1ovA:,;::;-1 llt:RL0:-:1J. Studi economici e sociologici. Lt fl,urnzt ll'l{lltd do/ 1193 ot 1$46 {Prof. JACOPO Tl\'AllOSI), li lato JlslCCJIOglcodei BOclaflSmCJ, \', L(f feUcltà delle ClflSBI OJ)erole (DOU, OAltLO PETltOCOIII). Filosofia, Letteratura e Fatti sociali. Ft·a LUwl e Hlvl,1le: • XO'VR\18• di G. ,,,.tzzolb1l (mc,,.). BISOGNA DECIDERSI! Il disegno di legge per l'indennità ai deputati Insistiamo. Non ci importa di riuscire monotoni, se a questo prezzo possiamo Lnsing-arci di spingere il movimeut'J proletario italiano, uu po' meno tar– digradameute, fuori dell'attuale maremma di sta– gnazione politica. A disegno diciamo u il movi– mento proletario 71 • non "il partito socialista 11, del 'l,Uale si disputa troppo oramai dove sia, quale sia, quale JJOssaessere e anche (ricordateSalvèmini !) se possa essere. L'avevamo del resto preveduto, e non era diffi– cile, e non reclamiamo brevetto. Il nostro discorso al Congresso socialista di H.oma, del quale - oh! mirabile rapidità integralistica! - ci mandano in questi giorni da rivedere le bozze pel rendiconto ufficiale, conteneva (crepi la modestia!) tutta la ùiagoosi, e quindi tutta la prognosi. È vero che l'una e l'altra nou supererebbero l'in– telligenza d'un flebotomo di campagna. S'è voluto ad ogni costo l'integralismo, ossia il riformismo senza riforme, il rivoluzionismo senza rivoluzione, la transigenza senza opportunismi, l'intransigenza senza eccessi, la concordia senza il consenso, l'unità. dei contra.rii, e poi ci si è trovati colle mosche in pugno. V'è da farne alte meraviglie? E siamo a quP,sto che, dopo e sotto quella mano d'intonaco, Je screpolature si allargano, e la scis– sione è clapertutto 1 in atto o iu potenza, dove non sia la più assoluta inazione. È persino a Roma, nel centro della Chiesa orto– dossa, sotto gli occhi paterni della Direzione e del– !' Avauti!,d'onde laueiaronsi le maggiori scomuniche unitarie (la fras1:1non sembri uu bisticcio!) e dove non solo l'Unione socialista iuvoca il divorzio, ma. si disputa se un giornale quotidhrno affigliato al partito, tanta è la sua benignità per il caro geni- tore: non viva, per avventura, sui fondi segreti. L'essenziale, il significativo, non è che Paccusa sia, o meno, fondA.ta; è che possa formularsi e dibat– tersi sul serio. A Bologna. i giovanili, in Congresso nazionale, schiattano fin dalla prima ora e istitui– scono bravamente le due },ederazioni italiane: 'l,nei rag11zzi 1 non avenclo ancora l'età utile alla deputazione, possono permettersi il lusso della schiettezza: ne profittino alla. svelta, cbè la. gio– veutù è mala.ttia passeggera. Dicono che a Ge– nova, viceversa, l'unione s'è rifatta fra transigenti e intransigenti: e subito s'è spinta, elettoralmente, sino ai moderati non clericali. Qui, se le apparenze non mentono, l'integralismo è superato .... L'integralismo 1 insomma, di~ i soli frutti cbe può clare; salvo che, per contrario, nou siano questi frutti. .. che danno L'integralismo. Il mondo è un circolo vizioso! Lasciamo dunque il partito, pel mo– mento, crogiolarsi nel suo proprio brodetto; par– liamo del m,wimento proletario, che al postutto è la cosa essenziale, quella alla quale il partilo (quando sia 1·ilonialo) <lovrà.o dovrebbe servire. E chiedia– mogli m.J'altra volta: che cosa vuo i essere? anar– chico o socialista? azione integra.le e quindi anti– integralista, o pura ed im macolata azione diretta? Qui potremmo risfoderare i "sommi principi i 71., •• Mo. ve n'ò proprio bisogno? Perchè s'ha un bel dire, col Marchioli (veggasi più avauti) 1 che è spe– diente che i deputati e gli" intellettuali,, ripiglino più intensamente a coltivare le organizzazioni eco– nomiche, tornino 1 ' nel popolo ., o se ne appartino meno. ]I precetto, cristianissimo, può esser buono per la salvazione dell'anima nostra, ma non risolve il problema generale obiettivo. L'organizzazione proletaria deve M·ere e spiegare un'azione parla– mentare? Se sì, dovrà. essere un'azione e non uu'i• nazione. meno ancora. un pennè di azione, o una mala ttzione. Influire sui poteri dello Stato, tor– cerli, sia pure gra<iualmente, a profitto del prole– tariato, può essere realtà od utopia, cosa utile o dannosa (tutto si può sostenere), ma certo non può essere un'impresa da pigliarsi a gabbo, un còm– pito per le ore perrlute o pei compagui perdigiorni. Si può rare, si può anche non fare e invece fare dell'altro; farla a mezzo, a quarto, a sedicesimo, è buffo, semplicemente! . .. Il progetto, preseutato dal Chimieuti, per l'in– tlennitì, ai deputati, sarà la vera piattaforma per una risposta, non semplicemente accadem.ica, ma di fatti e di cose. Non curiamoci <lei particolari, mo– dificabili sempre e assai facilmente: che sia una medaglia di presenza, come ora propone il depu– tato del Centro, o invece uu'anuua indennità con detrazioni per le assenze, come proponeva egli stesso nella precedente legislatura, o un'indennità sempre uguale e senza detrazioni 1 come proposero il Mazza 1 il Crispi e lo Zanardelli, e che sia più o meno COl5picua, tutto ciò ha. un valore relativo. Importa. questo solo per ora, che si accetti il prin-

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