Critica Sociale - Anno XVI - n. 19 - 1 ottobre 1906

CRITICASOCIALE 291 della nuova società, perchè siamo nu poco miopi e ignoriamo alquanto l'avvenire; ma la organizzazione di resistenza stimammo sempre - anche prima dei Congressi di Genova e di Reggio - uno dei fonda– menti più saldi e necessari d·ogni movimento socialista; e stimammo dovere !ò!upremo lavorare a renderla più vasta 1 più intelligente, più agile, più capace di uscire vin~itrice i:Ja\le pericolose e difficili lolle del lavoro. Non gridammo c1·uci(ige agli intellettuali e ni trnnsfughi della borghesia; stimammo anzi che derivino da loro, dovunque, al proletariato gli ausili più preziosi, purchè esso li fecondi colla sua forza formidabile. Non auspicammo alla morte del partito socialista, proprio quando ci parve anzi che dovesse per esso 00- minciare il periodo della sna azione più intensa e più frnttuosa. Non demmo la spinta a scioperi impreparati, sicnramente rovino!:li, di quelli la cui sconfitta sparge per anni ed anni il sale della sterilità sulla organizza• zione che li tenta, come a Milano, non ad opera no.'-tra, se n'ebbe più d 1 un esempio. E tutte queste furono pro• babihnenle ragioni di scomunica. Nel molteplice lavoro r.ui ci siamo dedicati, ci accadde più .d'nna volta di nccordarci con avversari, di lavorare di conserva con affini non socialisti. E qnesta chia– mammo, come fu, 11 collaborazione di classe n· Sembra che la parola, pii1 che il fatto, fosse cosa peccaminoi-a. Ci avvenne infatti, in quelle imprese, di trovarci qualche volta accanto a socialisti rispettabili dell'altra rivai e osservammo che agivano esattamente come noi, pel miglior successo dell"impresa 1 lasciando appese inanti– camera, col cappello, le dichiarazioni dei loro ordini del giorno e i fieri anntemi del loro giornale: ciò che faceva più onore a loro medesimi che non alla loro coerenza. Pensiamo 11,.ncora che ogni forma un po' evo– luta di lotta di classe - lo stesso sciopero, del resto, che è delle forme più semplici, almeno al momento degli accordi - metta capo, a un certo punto, a un periodo di tregua necessaria e di vigile ed armata col– laborazione. Probabilmente ebbimo il torto di non volere ingannare noi stessi e le masse con le grandi parole. Crediamo mediocremente all'infallibilità delle formule assolute come guida di condotta politica, Pensiamo che il terreno della realtà sia straordinariamente acciden– tato, zeppo d'imprevisti, e che giovi conservarsi un tal poco empirici. La. crisi del partito attribuiamo assai meno al di~sidio nelle astrazioni teoriche (anch'esse effetti più che cause) che non alle incompatibilità nei metodi d'azione. In questq senso la cri;;i dol partito è per noi essenzialmente una questione morale. E, poichC è raziono il polso dei partiti e la loro ragion d'essere, ammiriamo, senza credervi punto, il sogno, veramente cristiano, di un idillio di concordia, da ot– tenersi col sacrificio di ciò che è più caratteristico, e quindi più attivo e più efficace, nei metodi antagoni· stici che si fanno la guerrn La neoformazione integra– lista è per noi una pia intenzione e insieme un grosso equivoco, che in sè stessa dissimula il vuoto e tende a coprire tardivamente - non potendo risolverle - le contraddizioni neoessnrie, che i fatti hanno già troppo palesato e che sono frreduttibili. La prima condizione di un'azione efficace è che ciascuno sia sè stesso - sia qualcuno e ~ia qualchecosa - non porti il peso e la responsabilità di ciò che paralizza o distrugge l'opera sua. La scisisione verificatasi nel Congresso della Resi– stenza - dove, più limitato essendo il campo del– l'azione, potevano essoro piit racili le intese - ci con- ferma viepiù nel concetto che è folle voler risalire alle plncide armonie della nostra preistoria. Sopra un mo– vimento operaio bipartito, non riesciamo ad intendere un tripartito movimento socialista. Un'ultima dichiarazione dobbiamo al riflpetto che professiamo pei compagni in buona fede di tutte lo tendenze che si rispecchiano nel Congresso. Qualunque sia la decisione della maggioranza, o sulla nostra. poi,:iizione nel partito, o sull'indirizzo generale di questo, la natura della nostra azione non potrà es– sere mutata. Dovrà bensì intensificarsi, e ne formiamo il proposito, ma nella stessa direzione che ha seguita fin qui. Appelleremo, se mai, da un Congresso meno informato a un Congresso successivo meglio informato. Nel frat– tempo l'esperienza milanese si sarà riprodotta in più nitri luoghi. Molti compagni, che ancora noi sospettano, aneleranno alla libert~l di movimenti, alla. intensità ed efficacia di lavoro, che noi abbiamo conquistata. Affretterà questa evoluzione un fa~t.o, che noi augu• riamo fervidamente, come lo augurò il Congresso della Resistenza, e che stimiamo debba esercitare un'iafluenza profondamente risanatrice: l'intervento di numerosi e intelligenti elementi operai, provenienti tlalle organiz• zazioni lavoratrici, nel nostro Gruppo parlamentare. Costoro porteranno nel Gruppo - la cui autonomia, date le condizioni odierne del partito, reputiamo neces• saria e intangibile - il senso vivo dei bisogni prole• tari e delle esigenze concrete della lotta, incompatibili con le fanfaronate, le intransigenze verbali o le pose gladiatorie a cui vorrebbesi, dai siudacalisti paesani, ridnrre, isterilendola, l'azione del partito, Nei G,·uppi socialisti 1nilanesi militano vecchie guar• die del partito, cho assistettero ai suòi primi vagiti, che da un quarto di secolo danno alla fode socialista il meglio del loro cervello e dei loro entusiasmi i ac– canto ad essi, oscuri operai, che rubano al sonno le ore, per prodigarsi nell'opera faticosa di educazione e di emancipazione dei loro compagni. 'l'utti affratella in un solo fervore Pidentità non soltanto degli ideali, ma del senso di ciò ohe è oggi necessità indeclinabile per avviciuare cotesti ideali alla realtà della vita. 'l'utto a costoro possono chiedere i compagni : non l'abdicazione della coscienza; non il tradimento del loro ideale socialista. I GRUPPI SOCIAl,1S1'1 :,111,ANESJ. Altre Conclusioni deiRelatori alCongresso A quelle riprodotte nella Critica del 16 agosto Aggiungiamo le seguenti conclusioni pubblicat'3 in seguito: Rapporti fra il partito e le organizzazioni economiche. li Congresso dichiara di non riconoscere nel Par– tilo socialista altra ragion d'essere all'infuori di quella che lo vuole sollecitatore e cooperatore del proletariato nel sno movimento di ascesa, fino alla. sua. completa emancìp.izione: e, mentre considera necessità a~soluta del Partito di lot.Lare a fianco dello masse lavoratrici per acceu– <lcre nelle loro coscienze il sentimento della solidarietà di cla<isee la visione chiara della luog~. ed aspra bat– taglia; invita il Partito stes:;o a tenersi pii1 intimameuto a contatto colla vil.t del proletariato e delle organiz• zazioni operaie per trnrro dalla viva e~perieuza dei fatti e dalle condizioni reali delle masse consiglio e guida per la tattica da seguire;

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