Critica Sociale - Anno XVI - n. 9 - 1 maggio 1906

CRITICA SOCIALE costi o le rendite di monopolio esiste di già, o si chiama i: Potere pubblico centrale e locale 11 - (Potere pub– blico, sia. detto trn parentesi, che crediamo suscettibile di una continua e indefinita democratizzazione) - ; pci sinclacalisli invece è un'entità metafisica, una larva mentale, che ognuno J>UÒ rappresentarsi in mille di\ 1 ersl aspetti e che Panunzio chiama " un vasto organismo federale sociale-economico ~- Finchò adunque questo organismo ferlerale sociale-eco 11omico non sia disceso su questo basso monrlo dalla sfera celeste dello Idee platoniche in cui si trova, con– tinuino pure inclisturbati i beneficiari del monoPolio la loro opera di sfruttamento. Noi dovremo continuare a proclamarci m1tistataU}· a urlare in tutti i toni che il Governo è e sarà. sempre il Comitato di difesa dello classi capitalistiche; a tacciare come bn.!òlsi politicanti e volgari ambiziosi coloro che vo;·ranno rendere le istitu– zioni pubbliche pilt consone e conformi ngli interessi dei lavoratori i ad nssumere pose inqui<iitoriali torque– made3che non appena. i deputa.ti socialisti esplicheranno una qualche attività. riformatrice; ad ostacolare insomma tutto quanto il partito socialista potrà operare a van– taggio delle cla.;si lavoratrici. I~ cosi, siccome quest'impresa di demolizione nvrò. fa. cile successo e le ma,;se non posseggono facoltà critiche molto sviluppate, si 1\\'rà sempre, di fronte agli idioti, un alibi per proclamare che le riforme non verranno e non potranno venire, che lo Stato non si modificherà e non si democratizzerà, e che ì riformisti saranno perciò sempre dei mistificatori e degli illusionisti. Cosa allegra la J)Olitica di certa. gente! Per difendere il sindacalismo dalla taccia di anar– chi'Jmo, il Panuuzio afferma che i sindacalisti non vo– gliono abolita completamento l'autorità, solo la vogliono trasforita dallo Stato ai Sindacati operai: " Il sinclaca– lismo signiflca non distruzione del principio d'autorità, negazione di qualsiasi potere sociale, ma trasposizione di questo dallo Stato allo specificato organismo politico– giuridico formato dagli operai: il Si11dacato w - "l Sin– dacati \dice Sorel) del'ono assorbire tutte le funzioni dello Stato 11• Non più a.dunque uno Stato, ma tanti piccoli staterelli, numerosi così come sono i Sindacati e le Leghe di me– stiere. Questo sì, che sarebbe un aumento delle funzioni pa– rnssitarìe dell'organismo politico! Questo sì, significherebbe apprestare sterminati campi di sfruttamento alla burocrazia politico-giuridica dei Sindacati! ~: quali inesplorate altezze raggiungerebbe il parassi– tismo politico, comunque ammantato di pompose deno– minazioni sindacalistico-operaie! Davvero che 1 con questa progettata polverizzazione dell'autorità sociale, non sappiamo come i sindacalisti trovino il coraggio di combattere i riformisti perchè tendono ad aumentare la burocrazia statale. Afa, anche prescindendo da ciò, e pur non tenendo conto dello difficoltà che si iucontrerellboro a discipli– nare o coordinal'0 quello economie individuali che, data. 1teterogoneifa sociale e la differenziazione dei bisogni, non potrebbero venir constrette e attanaglia te nelle spire dei Sindacati 1 come non prevedere (a meno cl.lo gli uomini divengano angioli) dei conflitti di giurisdizioni e degli antagonismi di natura. non solo economica, ma anche politica, tra le Yario associazioni di mestiere in lillera concorrenza tra cli loro? E come si risolverebbero questi contlitti? Colla guerra civile o col fumoso organismo fe<lerale sociale-ecouomico? Ma, in quest'ultima ipotesi, cotesto organismo federale e sociale non sarebbe più soltanto economico, ma anche girtriclico e voliUco. Sa– rebbe, cioè, un ente fornito più o meno, come lo Stato attuale, di funzioni economiche o politiche; sarebbe lo Stato per eccellenza, lo Stato de~li Stati, il papà dei piccoli staterolli sindacalistici. I~ allora, ove andrebbe a finire Pantistatalismo? O perchè, in luogo di fantasti– care intorno a istituti autoritalfoi irreali e cervellotici 1 non seguire addirittura l'esempio dei rirormisti, i quali coreano di agire e di far leva sullo Stato attuale, sullo Stato tangibile, sullo Stato che tutti conosciamo e che oggi rappresenta per otto decimi gli interessi dei capi– tnlisti1 ma che domani, mercè l'opna nostra, può a\'cre invertite le p1·oporzloni. Ah! sappiamo bene qual è la ril'lposta del sindacalistl 1 rigidi custodi (quando fa. loro comodo) della piì1 pura o incorrotta tradizione marxista: u il Oo\'erno è il Co– mitato esecuth•o degli interes!li delle cla'!si dominanti 11• Mn perchè non riconoscere tutto l'assurdo di questa prò– POl'lizione, concepita cosl sub specir aele1·11ilatis e ridu– cente tutti gìi Stnti ad un unico denominatore ('Omone? Come non ammettere uua differenza trn lo Stato del Gran Turco, dello Scià.di Persia,del!oZar, o quello della. repubblica della l'l~uova Zelanda e delle repubbliche :Nord-americane? )larx e Engelq 1 appunto perchè uomini geniali e di spirito, non restarono rigidamente attaccati ad un'unica opinione. Marx dice\'!\ talvolta di non essere marxista, e ne.!'suno vorrà sostenere cbe l'Engels che scriveva il Manifesto rosse identico a colui che dettava. l'ultima prefazione alle [Atte lli classi in Fraiicia, prefa,'.ione cosl satura di pensieri legalitarii. Del resto, oggi non è più lecito conte~tare che il ca– pitalismo ha ben altro. e più complessa linea di sviluppo di quella immaginata dai due agitatori tedeschi. Modi– ficato il ratto, anche I!~ teoria deve mutarsi, altrimenti si cade nella pit1 insulsa e sterile metafisica.. .Anche nella lezione panuoziana, il sindacalismo ri\'O· luzionario si manifesta per quello che ò: una concezione falsa o piena di contraddizioni, dal punto di vista teo, rico; da. quello pratico (che ò quello che ph'1 preme) una forza che paralizza l'opera di rinnovament.o sociale o che, per una strana contingenza, rinsalda di contrac– colpo lo posizioni della pii, iniqua conservazione. Si di– rebbe quasi una forza incosciente che \'iene a confluire con quella della difesa cosciente delle classi statiche e pnra~sitarie. Essa ò tanto più insidiosa e temibile in quanto assume mo,·enze esteriori rivoluzionarie o si rnnta di difendere gli interessi di. quel proletariato che avrebbe tutto il vantRggio a vederla. 1rnnichilita e ri– dotta all'impotenza. Recenti avvenimenti hanno dimostrato che il sinda– calismo rivoluzionarlo (di cui i rirormlstl hanno cono. sciuta da un pezzo l'intima natura e non ne hanno covato, come tnnti semplicisti illusi 1 lo ova velenose) si st1~preparando por l'nssa.lto sup1·emo t~I partito so– cialista. Stiamo ben preparl\ti affhtchè l'attacco non sia coro. nato, nè oggi nè domani, da esito favorol'ole, e conft– dlamo che il momento della resipiscenza sia una buona volta venuto per tutti. ETTOREMARCIIIOLr,

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