Critica Sociale - Anno XVI - n. 9 - 1 maggio 1906

IH CRITICA SOCIALE ch'egli chiama II i pareggiatori a oltranza,,, che l'inse– gnamento dì ciascuna disciplina, per essere efficace e proficuo, dev'essere impartito da specialisti. J)ropug11a poi - e anche qui, benchè nemici del sovraccarico sco– lastico e dell'enciclopfldismo vacuo e farraginoso, siamo d'accordo con lui -- Pintroduzione, anche nelle scuole classiche, dello studio del disegno (e, poteva aggiungere, pei primi anni, della calligrafia) e di esercitazioni di lavoro manuale, e si professa favorevole alla ginnastica, purchè insegnata cd eseguita in modo interamente di– verso dall'attuale. Infatti non v'è chi ignori che la gin– nastica delle nostre scuole ò, per difetto di programmi, per la mancanza perfln del minimo necessario e per la nessuna autorità dei maestri, un insegnamento assolu– tamente nullo, uu perditempo che non riesce neppur ricreativo o, se è, è ricreativo .... alle spese e alle spalle del di.sgraziato maestro. Proseguendo nella sua critica dell'ordinamento scola– stico vigente - critica, che è insieme accenno positivo all'opera di riforma a cui egli ha costantemente la mira ~ l'Emery rileva che una delle cause precipue dello scadimento degli sturlt e dell'inadeguatezza dei risultati delle nostre scuole secondarie si è la u ineguaglianza. degli scolari ,, : ineguaglianza che, più S}Jessoche non 11pparisc11,è, non inferiorità o superiorità di potenza in– tellettuale, ma disformità di attitudini. AIL"1.1.ttuale rigi– difa di programmi e d'istituti - u'l1 vero letto di Pro– cutte, come l'Emery giustamente li definisce - si sosti– tuisca pertanto un ordinamento più flessibile, più elastico, che permetta cioè alle tendenze diverse di esplicarsi e di coltivarsi liberamente e compiutamente. " Abbia agio lo scolare di sviluppare pienamente il suo individuo, la. sua personalità, per diventare un uomo dotato di intel• ligenza 1 sentimento e YOlonfa J)ropria; non un ripetitore o copia più o meno peggiorata di chi gli fu maestro i un uomo onesto, capace di entrare, conscio di sò e della misura delle sue forze, nell'agone della vita, suscettibile di adattarsi alle vicende imprevedibili di essa; un uomo indipendente, non predestinato fin dalla scuola elemen– tare ad essere licenziato a 19 anni, laureato a 23, per diventare impiegato dello Stato e pensionato a 60 anni, con la croce di cavaliere, meritata ricompensa a luogo e onorato sedere. ,, A tal uopo - secondo l'Emery, al quale qui non sapremmo accostarci senza riserve, almeno per ciò che concerne l'applicazione pratica del suo con• cetto - " la scuola media dovrebbe ridurre il suo pro• gramma obbligatorio per tutti, associandolo con studi facoltativi molteplici, combinabili fra loro, dando agio allo scolare di formarsi un programma complessivo adatto alle sue aspirazioni e alla sua capacità .... I,o scolare avrebbe facoltà. di scegliere, col consiglio e la approvazione del preside, una combinazione complessiva di studi della somma totale di non meno di 24 e non più di 27 ore settimanali, non comprendendo in questa somma i lavori manuali e la ginna!ltica, nò i corsi se– rali ed altri studi o esercizi assolutamente facoltativi ,,. Non pure poi estrinsecamente dovrebUero modificarsi i programmi, ma bensì intrinsecamente 1 così da dar agio anche ai mediocri e ai tardi di non rimanere troppo addietro, e agli eminenti di a,·ere ore libere da dedicare alla lettura, ad altri corsi facoltativi oltre a quelli uffl. cialmente prescelti, e a dei corsi serali. Tali corsi l'Emery proporrebbe che avessero i seguenti oggetti: elementi di musica e canto corale; esercitazioni di lettura e de– clama:done; letture storiche, patriottiche e morali, tratte dalle letterature antiche e moderne; letture e confe– renze scientifiche, con dimostrazioni e proiezioni; let– ture dantesche. In conclusione, l'Eme.ry non vuole nè la scuola media unica, nè la scuola multipla, o, più precisamente, vuole 11. la scuola unica, ma libera e varia, atta a soddisfare tutte le aspirazioni, mediante la facoltà. di scelta fra combinazioni molteplici d'insegnamenti, ':ìecondo le atti– tudini e le tendenze di cia~cuno 11• La Relazione del 'l'arozzi - alla quale, per esserci dilungati un po' troppo noi render conto di quella del– l'Emery, non possiamo dedicare che un rapido ceuno - è di tutte la più ampia e notevole. F. una dottissima e acutissima monografia, in cui il problema travaglioso e complesso della riforma della scuola media, che tanti, nnche non profani, risolvono con superficiale prestezza, è analiticamente e profondamente studiato, sotto tutti gli aspetti, da uno spirito largo, addestrato da lunga. mano, al lume securo del positivismo ardighiano, alla speculazione fllosoflca non meno che alla disamina e alla meditazione delle questioni che più da. presso o concretamente toccano il vil'er civile. D'accordo col S<\I• vèmini, che in questo senso ebbe a presentare, nel '90ll, una elaboratissima Relazione al Congresso di Cremona, il Tarozzi opina che, per ragioni sociali, politiche e dot– trinali, cui egli illustra con rara sagacia, sia ora affatto immatura una riforma, come pur molti la vagheggiano, ab lmis. Bisogna, per contrario 1 accontentarsi di " prov- 1•edimeuti transitori e preparatori ,, (non riformetle, peròj dio ce ne liberi!), i quali 11. pougau rimedio ai mali del presente senza porre ostacolo all'avvenire 111 e orien• trarli, questi pronedime11ti, sulla bussola dell'equitù. 11. Stabilire l'equità nella scuola media. ,, - spiega il Tarozzi - " produco per immediata conseguenza che a ciascuno sia data la propria libertà di movimenti e au• tonomia dì svolgimento ,,; che è poi lo stesso concetto che informa la Relazione e la proposta dell'l~mery. Sah,o che il Tarozzi si discosta dall'Emery, oltre che nel ere• dere immatura una riforma rarlicalo e totale, anche in ciò che, per ora - come s 1 ei:iprime nell1ordine del giorno riassumente i concetti della sua Relazione - a lui parn " che sia migliore avviso assicurare ai tre rami, ora esistenti, della scuola media, classico 1 tecnico e normale, la tranquillità e i mezzi del loro naturale svolgimento ,, 1 e solo urgente l'avvisare ai mezzi, onde. " una. severis• sima cernita degli idonei a!Pistruzione superiore possa compiersi 1 non come ora, da un ramo soltanto della scuola media, ma da ciascuno di essi, scelto con piena e matura libertà. e responsabilità della famiglia w Breve, ma succo<iissima è la Relazione del li'riso, il quale ha raccolto in poche pagiue schematiche il frutto di una lunga esperienza e di un lungo lavoro. La scuola - egli dice -· ha un carattere e una finalità eminen– temente sociali; deve preparare l 1 uomo e il cittadini). Importa quindi cbe essa non si serri in sò stessa, ma si conformi alla necessità, che l'evoluzione della società viene a mano a mano sprigionando e imponendo. A tal uopo, " l'organismo scolastico dev'essere uno e vario: uno, per fornire l'educazione fisico-morale e la coltura generale del1 1 uomo e do! cittadino, che ha gli stessi di– ritti e doveri fondamentali in qualunque funzione o grado sia collocato j vario per specie e per gradi, per fornire le varie cotture professionali ,,. In dipendenza di questo suo concetto, il F.riso 1>ropone la scuola co– mune di coltura generale, di tre stadi, dal primo dei quali si nbbia l'accesso alle scuole professionali di terzo grado (scuola tecnica industriale, commerciale e agraria), dal secondo alle scuole p1·oftssionali <li seco11dogrado (btituto tecnico e magistrale), dal terzo al liceo, così tripartito: sezione lettera.ria, di scienze sodali e fisico– matematica. Su tali Relazioni, specie su quella di Tarozzi, si im– pegnò la discussione del Congresso: discussione alta e nutrita, di cui un'eco e.... un'appendice si ebbero anche nella. Critica con la pubblicazione del bello, se anche in talune parti discutibile, discorso del Salvèmini o con la JlOlomica 1 a proposito del latino e della scuola unica 1 fra J'Ussani, H. .Mondolfo o il Potraglione. Ora la ponderosa questione - per la soluzione della qualo v'ha una Commissione reale che da mesi ha ini, ;dato i suoi laYO!'i - è sub judice, e avremo, prima che essa sia. dibattuta e decisa dal Parlamento, occasione di tornnrci su. Certo, chi ,,oglia formarsi al riguardo un concetto non superficiale e " semplicistico "' non potrà esimersi dal ricorrere agli Atti del Congresso milanese. x. !/· Avete la 1a annata? L'Amministrazione della Critica è sempre disposta a ricambiare con ima qualsiasi successiva un11ata 1 rilegata, opptwe con un amw d'abbonamento 1 l'invio che le venisse fatto della 1a annata {1891) di Critica Sociale in buono stato di. conservazione. Ricambieremo con opuscoli, a richiesta, ognuno dei se– guenti numeri separati dello stesso 1° anno: 4, 5, 6, 7, S, 10, 12, 131 16, 17. o lUSl~PP~: RIOAMONTII gerente responsabile. ~lllnno, 28 4 1006 • l'lpogratla OlJOrRI (Soc. eoop.) 1 o. Viti. Em. 12·16,

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