Critica Sociale - Anno XVI - n. 9 - 1 maggio 1906

142 CRITICA SOCIALE ri<lare la stessa corrente nervosa. specifica. Non si tratta in eiò che di estendere all'energia nervosa una proprietà estesa nel mondo fisico, per cui, a.1I esempio, i vapori d'ogni rtata sostanza sono atti a,1 assorbire i raggi luminosi di natura i<lentica a quelli c he riflettono; per cui una data corda mu• sica.le vibra all'unisono con una data nota emessa in su a vicinanza; per cui una data corrente elet– trica è capace di deporre una data sost.auza costi– tuente la carica d 1 uu accumulatore elettrico ordi– nario e viceversa. La terza ipotesi fa consistere essenzialmente il fenomeno vitale in una scarica 11en·osa oscillante iutranuclcare, attuata <lall'energia termica (nel me– desimo morto che una. dinamo attua una scarica elettrica oscillante tra i dne elementi d'una coppia cPaccumulatorj 1 inseriti intervertiti su un medesimo circuito elementare d 1 oscillnzione) 1 ed alla quale sono impresse alterazioni di ritmo 1 iu più ocl io meno, concomitanti con deposizioni di sostanze, da una scarica nervosa extrauncleare, modificante di continuo l'equilibrio che tende a stabilirsi tra le forze ner\'O•motrici opposte dei due accumulatori. In virt.ù di questa ipotesi, il fenomeno mnemonico e il fenomeno vitale generico hanno la loro spie– gazione com.une nella propriatà. più generale, at– tribuita alla particella più piccola concepibile di materia vivente, in analogia con dati fenomeni del mondo fisico, consistente nella capacità rii attuare la corrente nervosa potenziale specifica da cui fu depostai la quale a sua volta tornerà a deporre la stessa sostanza. Veniamo ora a vedere come le tre ipotesi si uniscono a. render concepibile la trasmissibilità delle variazioni individuali funziona,lmente acqui– site. A tal uopo sup pongasi la zona. centrale o so– stanza germina.le, veicolo delle proprietà. eredi– tarie, costituita da. masse, per quanto infinitamente piccole, di sostanza, state deposte Ila una data corrente specifica in date conrlizioni e capaci di riprodurla identicamente: masse che diremo ele– menti potenziali specifici. Negli unicellulari, ove la riproduzione non con– siste che in un processo di seg-mentazione 1 in cui le nuove cellule hanno eg-uali opportunità di svi– luppo1 tutte son capaci di passare per gli stessi stadi e di ripetere ciascuna l'intero ciclo. Lo stesso avviene nei primi stadi di sviluppo dei pluricel– lulari, in cui resta possibile un eguale distribu– zione di energia nervosa in tutte le parti. l\la, tosto che, per una circostanza qualsiasi, ad esempio, una invaginazione o<I una estroflessione, lo sviluppo non può più compiersi egualmente per tutte le cellule, non potranno continuare a svi• lupparsi se non quelle-cellule che contengono una energia- potenziale, sia pure di poco più gran<le 1 arrestando lo sviluppo delle altre e andando a co– stituire la zona centrale, per la prima volta diffe– renziatasi <lalla somatica. Da iinesta zona centrale, costituita dalle cellule più provviste d'energia 1)0· tenziale, depost,a in ma so di sostanze specifiche, capaci di svilupparla in correnti di natura speci– fica corrispondente, caso per caso, a quelle delle masse, queste correnti partiranno 1 ciascuna, quando si sarà presentato nello sviluppo rlell'essere uno statlio analog-o a quello che per la prima volta la provocò e immagazzinò, per così dire, in una so– stanza specifica data. Non v'è quin<li differenza sostam:iale tra sviluppo ontogenetico ed extra-uterino; dnrante il primo, il passaggio çla uno stadio alPaltro è µrodotto dallà alterazione di infiniti equilibri dinamici successivi mPrliA.nte la. ordinata attivazione, d i ~nccess ivi llC· cumulatori d'energia. nervomotrice potenzia.le 1 con- tenuti nella zona cent1·ale; mentre, durante il se– condo1 il passaggio medesimo è provocr~to dalla, alterazione <l'equilibrio derivata dallo stimolo l'un• zionale. Tra le due specie di attivazione v'è, per di più 1 reciproca influeuza. Ogni alterazione nel– l'equilibrio dinamico e struttnrale 1 prodotta <la nn aumento nello stimolo funzionale 1 dà luogo a una specificità di corrente, che si esprime in una spe– cificità di sostanza nella zona centrale, la quale, allorchè nell'embrione figlio si raggiunga lo stadio corrispondente a quello in cui fu generata, tenderà a riprodursi cagionando il medesimo starlio o si• sterna d'equilibrio dinamico. Il quale, a sua volta, sarà alterato da nuovi stimoli funzionali, ritl.etten– tisi nella zona centrale, e si trasformerà in un equilibrio successivo, che la attivazione degli ac– cumula.tori d'energia. nervomotrice potenziale cor– rispontlente riprodurrà nella generazione succes– siva. Perchè ciò avvenga basterà che la alterazione nello stimolo funzionale, determinato da qualche forza esterna, si concepisca come consistente in nna alterazione del ritmo cii carica e scarica ner– vosa che vedemmo costituire l'essenza. del fE"nO• meno vitale. Quando il nuovo ritmo è sintonico co11quello della scarica. oscillante della coppia ,li accumulatori nervosi costituenti la minima parti– cella vivente, questa si accresce di massa e d'e– nergia e si sviluppa a spese <li quelle coppie che non sono sintoniche; quando il nuovo ritmo è dif– ferente da quello della scarica oscil lante 1 i (lne si con1pongono in una risultante, in cui il primo ternle a sovrapporsi al secondo. Ognuna di queste alterazioni nella specificità e nel ritmo delle correnti essendo concomitante con una data alterazione corrispondente nelle sostanze deposte capaci di riproaurre le correnti medesime, i fenomeni della memoria e della eredità, della assimilazione e della variazione, della vita psichica e della riproduzione si trovano ricondotti a una meravigliosa semplicità e unità. di ragioni fonda– mentali. Di per sè l'ipotesi che ogni minima particella cli sostanza vivente ha la proprietà di riprodune la corrente specifica da cui fu deposta basta a spiegare i fenomeni riella memoria; e 1 in combi– nazione con l'ipotesi d'una zona centrale di svi– luppo costituita rii tali particelle, basta a render ragione dei fenomeni della ereditarieta, inclusi i funzionalmente acquisiti. A sua volta, l'ipotesi di tale proprietà. degli ele– menti vitali elementari. in combinazione con quella che fa consistere il fenomeno vitale in una scarica nervosa oscillante intranucleare, analoga alla sca– rica oscillante nei risonatori elettrici di Hertz, spiega 1 per mezzo delle alterazioni nel ritmo delle oscillazioni iutranucleari 1 dovute a stimoli esterni ora assommantisi or sostituentisi coi loro ritmi al ritmo delle scariche oscillanti, i fenomeni della assimilazione e della difl6renziazione istologica. Questo articolo è già. troppo lungo perchè ci sia lecito riilungarci in osservazioni critiche. 'l\1ttavia non possiamo non notare, nella enu– merazione <folle teorie biog('.netiche fin qui esposte cla vari autori, quella <lei Baldwin sulla selezione organica 1 che a noi pare importantissima e non incompatibile con quella dell'autore, sebbene più amica. al \VeismanD. J I Bal(lwin ha infùtti acutamente osservat.o che le variazioni ut.ilì individna.lmente acquisite, anche se non trasmissibili, aiutano la specie a mante– nersi iu vita fino a che appaiono e si sviluppano nel grado sufficiente le variazioni congenite atte a tenerne le veci; di guisa che tutto si svolge conie ~e le acquisite fossero ereditate. La teoria del Baldwin diviene così un caso par-

RkJQdWJsaXNoZXIy