Critica Sociale - Anno XVI - n. 7 - 1 aprile 1906

CRITICASOCIALE 10;; dal Leibniz, e che eembrb in quel tempi una delle tanto stranezze del genio, ora, trovato il terreno favorevole, germoglia o fruttorh., aggra.vando lo modificazioni negli stati nffottivl individuali o soclC\li, polchò Il linguaggio ò il più forte cemento delle nazionalità. Senza voler raro I profeti, screditati3simo mestiere, che riduce lo scienze politiche ad un'astrologia, pure possiamo sup– porre, 1>elprincipio dell'unirormitfl. di natura, che, so andrà aumentando il progresso nell'accrescimento dello comunicazioni tra le genti, andrò. successivamente dimi– nuendo l'amor di patria cosl come noi lo concepiamo o sentiamo, sostituito da altri sentimenti 1>iù corrispon– denti alle mutale condizioni particolari ed universali. For'ìe, come noi ,·ediamo ora. tu <1uelll che ,·iaggiano molto, ,·I subentrerà. 1 1 affetto 1>el luogo nativo, purchò la prima giovinezza sin ivi trascorsa; In ràtti nella più tarda otù. umana, distruggendosi la vita interiore In senso contrario alla suD.rormazione 1 gll strati intellet– tuali cd affettivi pilt recenti van110 -1comparondo, e r 1 - compaiono quelli piì1 nntichi 1 rinnovandO'il eOi,Ì nei vecchi il culto per le persone, lo co!;e, i luoghi della prima età. AIIR.questiono <lei patriottismo si ricollega per molti Inti Il militarismo, poichò non ò buon patriotta colui cito non 11mi Pe3ercito, il cui còmpito sarebbe di difen– <loro la patria e tenerne alto il nome e l'autorità. di rronto agli altri popoli. Però ò Innegabile che, allor– quando 11esercito, <lai tutelare gli interessi commerciali, Industriali capitalisti all'estero, passa a sostenere gli intere!lsi d'una classe di fronte all'altra all'interno, perdo del suo valore morale ed insieme si di'lgrega. Fin dal 1780 lo. borghesia temeva d'affidare le armi al proleta– riato; ora ,·anno risorgen<lo simili timori 1 ma ben lon– tani, percbè, come giustamente osserva il Loria, la bor– ghesia, creando una nuova falange di lavoratori i mpro– dutllvi, gli ufficiali e sottufficiali, prh•a il proletariato delle meuti dirigenti, ed insieme, as!loggettando i po,•orl ad una disciplina di ferro, li spingo contro i propri fratelli ( 1 ) 1 e, si può aggiungere, crea o rafforza l'abi– tudine del sen•aggio. Però il caplllllismo si tro\·a in un cerchio di ferro: da un lato, nell'Jgricoltura, nell'ln– du,trla, nel commercio, condotti con metodo scientifico, occorrono lavoratori che abbiano una certa coltura e ,·'ò necessità di diffondere l'istruzione; dall'altro lato, I lavoratori istruiti, entrati nello filo dell'esercito, e por• tnti contro altri lavoratori loro compagni, comprendono racllrnente il giuoco a cui sono CO!;tretti e vi si rifiu– ta.no. La borgbesill do,·rà. quiudi spende1·e ur ;,o' di pili per assicurare i proprt profitti, ammettendo il ~ar parto del l)rOJ>ri guadagni altri lavoratori Improduttivi, creando mlllzle mercenarie, OJ)pure di claese, come già si ra in America. Del resto, ciò che av\'icno ora, ò aV\'onuto anche pel pn'ìsato, ed anche peggio, senza che la costituzione eco– nomica si modificasse 1 perchè l'automt1tismo sociale ha tro1>pa forza. lo immagino l'urlo di terrore e l'ossessiono del finimondo se un qualunque partito operaio scen– desse in campo con questo programma: "i deputati del proletariato siano eletti solto.nto dalla classe dei lavo– ratori; siano intangibili; possa110 1 so erodono OJJportuuo, sOSJ>Onderela chiamata sotto le armi o Impedire l'ar• ruolamento dei soldati anche in caso di guerra e quando già I cooflai siano stnti passati dall'esercito nemico, 1, Lu ha$te lco110,11f11uu dt la to1t1tllt11tW11 •orlale. Pari!!, 1003. Cllo la tradu.t:tone francese non a,·eudo 1ottom1mo Il testo !tallano. flnchò la classe dominante non abbia ceduto allo pre– teso delle classi lavoratrici; in tutti questi casi i pro– lotnri renitenti alla leva non siano giudicati dal Con– siglio di guerra, mn dal popolo ,,. Qui I l,uoni borghesi grideranno: roba degna dell'Herv1\ sogni <li mento ma– lata, progetti da ergastolo o da manicomio! Xulla di tutt~ que,to: ciò accadeva nello Stato ro– mano, uno del pii, autoritari o solidi che si cono• senno, con un esercito che ci è citato fin da bambini come modello di fedeltà, di virtù, cli .,acriflcio per In J)atrla. Pochi esempi, fra i tanti, o ci sia guida Tito Livio. Noi 49:i a. C. i Volsci entrano con un esercito nel territorio romano, i proletart non solo non vogliono prendere le armi, ma godono che gli dei intendano pu– nire la superbia patrizia, ed Rg(,Clungono gli scherni: pat,·es militareut, vatres arma cnpere1it,ut penes eosdem vericula belli, ve11es quos 1waemia es8e11t. Cedono dietro In p1·omesea d'un migliore trattamento (11, '.!4). Nel 4111 nuo,·o pericolo d'invasione nemica, nuovo rifiuto di rl– !lpondere alla clJ.lamnta s'ltto le armi, I consoli tentano 111 ft1.rimprigionare i renitenti all1l leva, questi, C\.lrn'cra loro diritto, si appellano al popolo, Il cui giudizio si 1>otevaprevedere, dato che la magij'ioranza era prole– taria. Ad un nuovo tentati,•o d'arruolamento si rispondo ai consoli: liberi<ltem 1mir11iqur pri1t,'I l'Pddenda,n es,e q11am anua da,ula, i,t pro patria cirib11sque ,wn pro llomi11ii p11g11e11t (Il, 28J. Nel 101, ,•olendo i patrizi in– dire guerra ai Volenti, i tribuni della ))lebe parlano chiaro al popolo: " la più grande guerra la face\'ano i J)ntrlzt alla plebe: a bella posta la si torml'lntava col servizio militare e In. si o,;poneva al massacri nemici e la al teneva lontana da Roma; afflnchè in casa ed in paco non pensasse all'agro pubblico o alla liberfa del suffragio 3 ti V, ùS; ,·edi anche J 11, 21 ·. Xò i ricchi risparmiavano ai tribuni Il nome di tra• di tori della patria, di nemici interni peggiori dei nemici esterni (111 1 tO. e si lamentavano che l consoli si dimo– strassero troppo deboli sostenitori dol loro interessi (lii, 59) e con parole, che eombrnno la eco languida d'alto o sdegnoso voci a noi vicine, rimpro\'era,•ano I patrizi, che tolleravano la propaganda tribunizia:" Chi abbandona la bandiera o si ritira dal proprio posto viene condannato a morte; in vece coloro che sostengono d'abbandonare le bandiere e di lasciare l'accampamento sono ascoltRti, non da uno o due @oldntl, ma dall'òser– cito Intero pubblicamente nel11a!semblon. A tal punto ,·ol vi siete aV\'ezza,i ad ascoltare tranquillamente tutto ciò che i tribuni della plebe vogllon dire, anche se si tratti di tradire la patri'\ o di di'ltruggera lo Stato .... Nou resta nitro che i tribuni vadano negli accampa– menti e ripetano dinanzi nl soldo.ti quello che essi ,·anno qui vociferando, e corrompano l'esercito e non lo lascino obbedire ai suoi CO.Jli,polchò già. queste. si chiama libertà in Roma, non riSJ>OLtare nò il Senato, nè le magistrature, nè le leggi, uè lo tradizioni, nè lo lsti• tuzioni 1 nè la di,ciplioa militare,., (\' 1 G). E, per e,·itaro l'antimilitarismo dei tribuni, ricorrevano talvolta alla corruzione, pcrchò i tribuni tradissero il mandato loro affidato 11 1 4 '),talvolta all'autorità della religione (111 1 IU); uc,n mancavano però i casi in cui In plebe, vistasi man– care l'appoggio del tribuni, non rispondeva alla chia• mato. sotto le armi o nominava suo rappresentante Il pili audaco e violento nel resistere alle autorità Il, 5i 1 55 1 ;jG). :\la, cominciatosi a dt1re il salarlo ai soldati, rormatasl una caterva di lavoratori im1>.roduttivl e di parassiti grandi e piccoli intorno al militarismo, la classe domi-

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