Critica Sociale - Anno XVI - n. 7 - 1 aprile 1906

106 CRITICA SOCIALE nante vedeva eia 'lUesto lato cessare il pericolo, come ben presto diventavano inoffensivi, o.nzi alleati preziosi delilL plutocraiia, quei tribuni della plebe tanto abbor– riti e che, a differenza dei no,itri deputati 1 posseùerauo la terribile arma del velo, con la quale potevano arre– stare la vita amministrativa 1 politica, giudiziaria, mili• tare dello Stato ( 1 ). Cicerone, l'avvocato della classe privilegiata, quanto al tribunato afformava schietta– mente: "' una volta couces-io alla plebe questo potere, cessarono le gL1erre civili, s 1 e~tinsero le ribellioni, fu trovato un meno per cui i piÌt poveri credettero d'essere pareggiati ai più l'icchi; ed in questo soltanto risiedette la salvezza dello Stato . 1 (JJe leyibus, Hl, 10). E lo Stato per Cicerone era la plutocrazia. Non altrimenti il capi– talismo moclerno non teme i parlamenti, sapendo, per vecchia e nuova esperienza, ch'essi divengono il mi– glioro e pili saldo sostegno d'ogni p1·ivilegio, e non ri– peterò qui la chiara dimostrazione fatta dal Loria (2). . * * Questi sono i fatti, che ho cercato d'esporre oggetti- vamente; qualunque sia l'intorpretazione che di e::1sisi vogli1~dare, almeno non si ricada nell'errore comune <l'attribuire alle tsorie ed alle dottrine i! valore di cause efflcenti, mentre sono semplici effetti di stati aft'etth'i che preesistono, e si rammenti il principio d'un grande storico del pensiero greco, lo Zellor; (' la fllosofla ri– specchia soltanto condizioni storiche esistenti 11 (3). In altre parole le dottrine così (lette nuove danno semplì• cemento la parola ai muti che già da uu pezzo CO!tÌ sentivano e pensavano, sono il seme della parabola evangelica gettato a rnlta a volta tra i sassi 1 gli sterpi o nel terreno fecondo del la coscienza umana, per morir'i'i soffocato o per fiorirvi miracoloso. Hovigo. 01.HDO M.J,Rl'll,U:IW. (I) T. :\lolrnsi;~: storu, ,·omml(f. Torino. 18:.1, \'OI. 1, 1>ag. 287-288. (Z) Op. clt., pag. 1~2-16'J, (3) Op. cit. Parto terza, tomo 1, voi. 1, 1mg. 277. SOCIAl.lISIVIO GIURIDICO 111. Il socialismo giuridico e i rapporti economici. In un articolo recente del Direnit·e SO<;iale (16 set– tembre 1905) il Panunzio vuol dimostrare: che l'esigenza del socialismo giuridico è tutt'affittto etica e non già economica, cho il socialismo gh1riclico non è il portato di una necessità storica, non risponde agli interessi precisi e concreti di un dato gruppo od associazione di uomini; ma solo corrisponde ad una vaga e generalo esigenza etica della società moderna, alla quale è da attribuirsi uno scarso valore ed una minima efficacia i porchè nello sviluppo e nolla complicazione dei fatti umani v 1 è il gioco meccanico degli interessi e delle classi in antago– nismo. 11 secreto motore della storia, secondo il Panunzio 1 non può consistere nelle idee e nei sentimenti, quando essi sono in perfetta antinomia con quello stato di fa.tto estremamente antiumanitario, che è la lotta di classe. Laonde il socialismo giuridico, per lo stesso scrittore, non è altro elle una corrente intellettualista, un'aspira– zione ad uno st~fo di giustizia sociale, e le sue pratiche manifestazioui si rendono evidenti come una critica del diritto esistente o come una proposta di una novella codiflcazione di leggi positive, ispirate tutte al principio di solidarictfl, ed atte a por rimedio ai mali dell'odierna costituzioue sociale. ln fondo a questa critica del socialismo giuddico c'è la concozio11e mar:dsttl, la quale prescindeva dalle esi– sigenze sia di ordine razionale, sia di ordine otico, con• siderava il diritto non come un'entità per sè stante, ma come un epifenomeno che tro,•a le sue radici nella sot– tostante struttura economica. 11 Loria ed il Oraziani, henchò con diverso intendi– mento, insistono su questa nece~sità cli considerare il fenomeno giuridico come subordinato ai fattori econo– mici. ]l Loria pen~a che il dil'itto positi\'O non è che la necessaria cmauazione dei rapporti economici, imposti da\le condizioni storiche delle popolazioni, e che il di– ritto naturale stes~o, concepito in modo diverso nelle varie epoche, non è che l'idea.lizznzione appurata e le,•igata del diritto positi\'O \'igente. Quindi i rapporti giuridici, Si?coudo il cllia.ro economista, non possono essere modificati dalla contemplazione di u? filosofo, ma dalla mutazione dei rapporti economici. Lo ste~so diritto naturale, inteso come norma ideale di gfustizia, che esc)udo ogni usurpazione e disugual,{lianza, non è già un archetipo, cho il giurista possa foggiare e additare al legislatore, ma è la produzione naturale di rapporti economici adeguati, e non potd1 attuarsi, se uon quando la costituzione economica avrà raggiunto la sua forma-limite, il suo completo ed armonico equilibrio. Ed il Loria da que$te pren-iesse è indotto a conclu– sioni molto gravi pel socialismo giuridico. Se, egli dice, la base dei rapporti sociali sta noi rapporti economici, è alla riforma di questi che debl)ono convergere gli sforzi dei riformatori. La riforma deve essere economica., non giuridica, non .quale il socialismo giuridico la pre– conizza. e difende. Iuvece di proeedere pel sentiero giuri– dico aereo, si deve battere la 'i'ia degli economisti, si dove conoscere l'evoluzione necessaria dei rapporti eco– nomici, accelerarne il compimeoto 1 e 1 raggiuntolo, allora si possono attuare quelle riforme giuridiche, che ne sono il corollario e l'integrazione. In conclusione, solo la riforma economica può dare alla società moderna Ja pace, a cui aspirn, e sospingere il diritto ad una fase pili umana. Il Graziani, pur non condh'idendo le concezioni eco– nomiche del Loria e dei marxisti, è <l'accordo con essi in queltto: cho l'onore fondamentale del socialismo giu– ridico sta nel credere all'indipendenza degli istituti giu– riclici dagli economici. Non ò possibile invece, secondo lui, che la mutazione giuridica si effettui al di fuori delle esigenze della costituzione economica: tra l'una e l'altra vi ~ intima correlazione ( 1 ). Tutte questo censuro che si muovono al socialismo giuridico hanno il loro fondamento in quel dispregio di ogni flualitù. etica o in quella tonclenza a subordinare ogni fattore sociale al fattore economico, che costitui– vano i caratteri fondamentali del materialismo storico, nella veste conferitagli da Carlo ::\Iarx.. l continuatori del marxismo hanno però ecceduto il pensiero del maestro, il quale non solo aveva dichiarato di non a\'er voluto architettare una teoria rigorosa 1 applicabile in tutti i ca,,i con criterio assoluto, ma anche che la stessa teoria agisce come forza materiale, non appena essa pe– netra nelle moltitudini. :Xoi abbiamo diffusamente mostrato (2), che la teo1·ia materialista, se è stata utile alla scienza, in quanto ba (') U11stste,,w di i/octaHsmo gi.urfrlico. ~ Rivista gl111·!dlca ~, 190~, pag. ,t\J. ('J /,(I /IIOSO/lll SOtltHi:;ta, ~ilpOII, Partn-la, 190i.

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