Critica Sociale - Anno XVI - n. 7 - 1 aprile 1906

CRITICA SOCIALE 103 <lante in ltnlin, il solo chi' pnù reuder possibile la liber~i.t l' la dt•mm-ruzin: pnclu\ in fin ,lei conti. mm ,lemoc:n\ZÌtl. uun ~ pu:-;-.;ihilese uon là o,·e le ma~~e ::appiano g-o,·eruare per nwzzo ,lei migliori. riconusctnduli prima. e scegliendoli poi a loro rap– prest•utnuti. Om. 11uale g-iuua-.itica 1 quale app,·en.– t;ssayt• mig-lion,• può com·epirsi a quest'uopo, di quello che con~islt•, ,la ptnt.e ,lelle class;i abbienti, nel f,wurin• il ~orgt.'re di islituli di eclucazioue di ogni s1wc1e 1 1wl 1womuun•r1.', a proprie spese, la coloni;,::z"zio1w int('nrn, hi co:--truzione di aC(\l18· <lotti, ecl'., e dit p.u·te tl1•!1t, nltn~, nell'istruirsi, nel+ reducar"'i IJl 11tt<. 1 l'lto amliientt•, cuopera.nclo con gli impren,litori, 1tnnot1i<.·nme11t<~, nell'officina e nel campo? In quesln. ,1-tni~1\. gli nomini si conoscono e si opprl'zzano e gli 11111 riconoscono il valore degli nltrij ~eulendusi indispensabili gli uni agli altri, si rispl·Unno; rispeUallllosi, si sentono uguali nel diritto 1 e i!:-L l'odt'comuno nella giustizia. e la co– nnrne lealth. portano con sò hi purezza. della vita puUblicn. <iuesto muo,·e si riduce a chiedere alle classi dirig-euti <:ho tlil'ir1ano, che siano all'altezza dei tempi, c he, iii ve ce di compP.mr titoli del debito pubblico, in\ ·e8ln.no in ti lo li tli imprese iutlustriali: che in\·ece d i vi\•er e oziosi:imt'nte iu città, si fac– ciano centri di una. rinagcenza agricola locale. Tutto que~to non ,-. certamente socialismo, non e nemmeno tlemocrazia; è a mala pena liberalismo: ma è appello a M•l/'-htlJJ, uou a. filantropia paterna 1 iia una partt: e ,lnll°l\ltn\: quanti lustri ci von-anno prima che ci si arrivi? Confes~v che era Ml l>en altro punto che mi aspetta.\·o uua critica, e che, \·enendo su q_uesto 1mnto, e~-:a. non ha Ron•ito Re uon a mostrarmi la rl.ifficollù. per chi \·i\'e in Italia.di capireqnali sono le molle dell'atti\'1tà umana nei paei:;i liberi: la solìilarieb\. geucro~a, simpatica. 1 da un lato e, nel– l'atmosfera. creata da. que~ta, la volontit energica cli tutti ~J)f)lltancnmente e automaticamente org-a– nizzantef;i iutoruo ai più capaci, come pianeti in– torno al sule. Diamo ntto n!l'nmlco Clrospi della sua .... rettifica: ed egli ci dovo ossoro un po' grato di avorio provocato a chiarire meglio Il suo po118ioro. · Sul qua lo nvrommo nncorn molto da osservare: co– minciando dal principio dell'articolo, dove egli pone come un'antitesi la "' lotta di classe n e la " questione di danaro ,,. .Ma ormai la dlRputa trnllgncrobbe in micrologia. E i nostri lettori hanno senso assai fino per canre dalla discuc:-.ione vital nutrimento, senza ull~riori sminuzza- menti polemici. L.\ C. S. Avete la 1 • annata? L'Ammi11isil'az,011e (/l'Ila Critica ;, semp,·e disposta a l'lcamllia,-e con ,ma q1wl~im1i ~uccusir:a 1.amata, ,·ilegata, oppm·e 0011 "" amw ,t't1IJl><mm11e11tv, l'm io che le r:e11i.sse fatto ddfri Jf" wmatn (1891) th Critica Sociale ùi buono stato di co11serrazin11e. Ricambieremo co11 op"scoli, a richiesta, ognuno dei se– guenti 111,mertseparati <iellostesso 1° a,rno: 4, 5, 6, 7, B, 10, 12, 13, 16, )7, La Critica Sociule e 1l r1 1 em110, per l'Italia: anno L. 22, semestre h 1:.? - per V.Estero: anno L. 40, semestre L. 22. lA Critica Soch,le e l'Avanti! costano per Jlitalia: amw Ji. ·2:.?, umestre L. Il - per l'Estero : anno L. 41, semestre L. 20,50. ANTIPATRIOTTISMO E ANTIMILITARIS ANTICO E MODERNO Se dei 11110111 cattolici hanno occa5ione d'entrare in una moschea e dei maomettani pii in una chiesa, pro– nno senlimonli che, iCcondo il carattere. rambiente, la coltura, vanno dalla reciproca deri.:,lone e compassione ali,) sprezzo e all'odio; analogamente si comportano milit.1ristl e antimilitaristi, nationafo,ti e ioternaz.iona– li:1ti, seuzn accorgerdi che non J>Otrctnuo uò intendersi mai, nè J)ersun.dersl n. vicenda, perchè la questione, dal camJ)o razionalo, roln.tlvnrnonto oggettivo, esula total– mente noi cn.mJ>O omolivo, strettamente soggattivo 1 ed i sentimenti non si 1>0,sono produrre a volontà, nè si J)OS· sono comunlcn.ro, rendendo cosi gli uomini tra loro enigmi indoclrrabili od odiosi. Acutarnonlo il Bo.In dico: Au d!but de la vie, nous croyons avec lci con{l(mcf' In plus compl,~ieq_ue les (mtres 11e1·so1111es 011l les 1111:mes Sf'lltimmts que no1ts. L?rsque 11otre e.qJ/deuce s 1 est agr(t11(l1e, celte te11dat1èeprimilii:e cl/croft, urni.<1 il est peu d'esprits cliez lesquelj elle se nulle compUtemm I d'acconl (H'tC les foUs. f,,s consfque,ices de celle clispositi1m s,, 111rmi{e1Jll'llt dans uotre incapacité <Ì a<lmeUre lti d1/fire11ce ,1,:s cararthes, clans uotre impttiJ• scmce m/me (i co11rtt"Oir des types qui s'éi:artent co11sidé– rableme11t du ,wti·e. /Jim <Jtte ce ne soit J}'ISla stttle sourc,– cle l'i11tol/ra11ce, etile dispositum co11~011rl prmr u11elarge parl tÌ fornur ce rice <lomi11a11t <lel'tsp··ce liumaine ('). Quindi è nece.i,ario, nel problemi cbe più sconvolgono la nostra anima, quali l morali ed i sociali, quetare la passione ardente o di parte o di setta, ed a questo fine serve ottima.mento l'interpretazione storica dei fenomeni, la qua.lo , anche se non r1e.~cosubito a frenare i moti im1>etuosl dell'animo, puro ci ispira quella tolleranza, che In seguito diventa olio prezioso su un mare in bur• rasca. Purtroppo noi siamo la storia in azione, ne su– biamo tutti gli nttritl; rispetto agli avvenimenti ciascuno di noi anche mlnlm1uno11to ò giudice o parte in causa: lilJoriamoci da~li nttritl presenti, rievochiamo il passato con I norl'i Mimi e lo emozioni a mala pena vibranti, rivolgiamoci alla storia; olla sa affinare gli elementi eruotiYI oscuranti, lasclando risplendere la luce della ragione, corno il calore, che rende incandescenti e lu– minose lo retino opache. . . Interrogato Diogene di Sinope, di che paese fosse, ri– spose: cittadino del mondo. Ciò a\'Yoniva verso il 300 a. C. Chi lo comprese allora? Non certo coloro che giu– stamente s'esaltavano noi pen-.iero che la loro dolce patria greca. a,•o,•a dàtO agli altri popoli, ai barbari, le scienze, le lettere 1 lo arti, la civiltà. Infine; nè lo com– presero coloro che, abitando entro terra ferma, separati dal mondo per mancan1,a di comunicazioni 1 destinati a na:Jcere o morire sul suolo nativo, h'i attaccati, come gli alberi, colle Jlrorondo radici delle consuetudini, della religione, dolln. lingua, sentivano quanto più ristretto tanto pili tonaco l'amore per la loro Jliccola patria, fino ali!~ nostalgla, fino ad nssumero i caratteri d'un vero bisogno naturnle. Cosl il sentimento patrio, dalle sue rorrne più alto, intollottu1~1J, fino a quello eloroentari, riforllJili a sensazioni lmrnodlate, s'opponeva a lasciar 1>assare l'nbboml11evolo eresia di Oiogene 1 degna di quei ( LQol1111t, P1tr1~. IOOl, \"Ol. Il, l)Blf. 6:06. l.'lnffuemm dell'elemento affettivo aul eunoNelUvu i· lllu~trata dA.1JUbO&nella Loqfque dts st11- time,1li, i'11r1~, 191»: l'unl<·1t lol(ICII per 11ut'I n1o;ion ehe rltcowono Il ratto alfl'ltlvo Il 1irlntllho eil Il 11ti1 lluporuuue della p;itehe umnna.

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