Critica Sociale - Anno XVI - n. 7 - 1 aprile 1906

CRITICA SOCIALE 101 ... Questa immane legislazione aggrava anzitutto lo Stato di una spesa enorme; e la Danimarca, con una. legge speciale, ha perfettamente regolata. la questione finan– ziaria. Ma 1a legge decreta qualcosa di più 1 e cioè la sop– pressione della libertà. personale per grave ragione di igiene, e sal\'O il caso di separazione di due coniugi. Così la legge permette il distacco forzato del figlio o del rratello, quando per essi esii:1te un riconosciuto pe– ricolo di contagio. La Relaziono che accompagna la. legge è un vero do• cumento di materialismo economico, quale solo un freddo e sapiente positi,·ista potrebbe redigere. Se la vita è un beneficio ed un valore sociale, la difesll cli questo \'a– lare è logica o legittima in ogni caso. g, come la leggo provvede ad impedire lo sperpero del denaro dei mi– nori, così dtn·e iuterveuire contro gli attentali alla sa– lute, anche quando o so,·ratutto quando questi sì com– piono incoscientemente sotto il tetto famigliare. J l nuovo diritto sanzionato dalla leg~e danese non ga.rba al nostro sentimento, ma accontenta la nostra ragione. A noi può ripugnare ogni attentato alla nostra libertà, ma quanti infiniti benefizi deriverebbero alla collettivitlt, se Il testo di una legge, come la danese, rosso eseguito nella forma più cruda! Chi scrive ha una delle ph'1 care persone, a lui legata d 1 alfctto 1 colpita dalla tubercolosi, e volontieri, cono– scendo il pericolo o cercando evitarlo, j)UÒaffrontare il danno. !la solo in questo caso, soltanto quando esatta è la valutazione del rischio e netta la previsione della corn,eguenza) cessa l'accecamento del cuo1·e. Negli altri ca91 l'affetto guida fatalmente allo sperpero della salute e della vita. La legge danese inaugura un concetto nuovo. Non è il ritoruo ai lebbrosari e ai commovimentl di una tiran• nido esercitata per la difesa. dei pili, ma ò una savia logge che ha ereditato lo spirito, se non la forma, delle leggi spartane. A tra breve lo misure dei benefizi: so questi saranno quali i legislatori si ripromettono, l'esempio coraggioso dovri\. e~sere imitato ed ampliato. E. IlE1t'rARELJ,I. ANCORA DISOCIALISMO E FILANTROPISMO Due parole di replica Caro 1'tt1'(tU, Il mio pensiero 1 forse troppo sinteticamente espresso, ti ha fatto tirare qualche conseguenza, che a me non sembra inclusa nelle premesse. RiguarJo al µassato del movimento operaio in– glese non ho che da richiamare il fatto che lo sviluppo del trade-unionismo moderno data dalla fine delle agitazioni convulsionarie e si inizia per opera di lea.de1·s che sempre lo disapprovarono. l 1 \\7ebb, nel suo SOcialism i,i Engtarul, distingue magnificamente la differenza di spirito e '.di svi– luppo storico da me accennata. Quanto agli scioperi colossali, il f atto è che essi son condotti nel modo freddo degli affa.ri e che in essi lo spirito di classe non ha null a da f are. Il fatto che Vi sono Trades U,iions con opèrai tol'ies, e con candidati conservatori 1 implica che il feno– meno della resistenza non è concepito come lotta di classe, ma come una questione di danaro. Io poi sono il primo a ritenere che non ci si debba affidare unicamente all'amore. rrutto il mio articolo avrebbe potuto essere espresso così: che la energia operaia inglese è cresciut.a. alla scuola della severa disciplina di cui davano esempio - in genere - le altre classi, e a cui tutte per cir– costanze storiche ftuon costrette; e che il fatto ,li un maggior sentimento del proprio dovere nelle classi superiori - comparativamente alle classi dirigenti francesi, tedesche, italiane - ha reso Pevoluzione più pacifica. Non si tratta di filantro– pismo; quest'ultimo presuppone assenza d'iniziativa operaia e asservimento di volontà.; seuza discono· scere i meriti del filantropismo, se esso non si eser– cita che su materia passiva, invece di educare, ,leteriora. Si tratta di ben altro: io ho inteso dimostrare non che il socialismo siH.utile od inutile, ma che l'olevazioue della classe lavoratrice si compie in modo più continuo e regolare laddove le altre classi, avemlo già. tra loro opposti interessi che le educano a riconoscere i diritti altrui non meno degli obblighi propl'l, son preparate a guarùar con più simpatia e con maggior senso d'equità le do– mande <lei nuovi ceti; nel mentre questi 1 guar– dando a ciò che le altre classi fauno, ne imitano i metodi e, per mezzo delle loro eutes, quando son chiamati in aiuto da una. delle parti contendenti 1 son pronti a disimpegnare la loro funzione. Da ultimo: il fatto che il Parlamento inglese attuale sta disfacendo l' A'clucation biU e l' Alien Act votati dal Parlamento passato per attuare un compromesso tra interessi vari, mostra che, ove il corpo elettorale è vigile, i compromessi tra diversi Gruppi parlamentari non servono a nulla, e le ri• forme non passano se non quando sono entrate nella. vita intellettuale nazionale. [n Inghilten·a i conflitti tra le classi si svolgono in modo graduale continuo e pacifico perchè è maggiore il patrimonio comune di sentimenti, idee ed interessi. Ove invece la vita nazionale è recente, essi non possono portare a buoni risultati se non quando la loro inteusità è proporzionale al patri– monio di sentimenti e idee comuni 1 ossia allo re– gole che in ogni giuoco sono accettate da entrambe le parti. Il che può raggiunger.:;i in due guise che si completano a vicenda: aumento del senso dei loro obblighi nelle classi dirigenti, e lavoro d'orga– nizzazione operaia a carattere neutro, te,·re à teJTe, misurante ad ogni mom.euto il costo e il beneiizio dell1impresa. Ciò contro cui io combatto è l'a p1·iorisnw, sia questo di qualsiasi colore e di qualsiasi partito. Ed è per me un fatto che intorno alla lotta <.li classe si è costruita in Italia una incrostazione di pre– giudizì non meno dannosi di quelli che sorsero un tempo intorno alle armonie sociali; fatto che ho voluto rilevare mostrando come, nei paesi più e,·o– luti1 è il g-rado di solidarietà sociale che determina il livello oltre il quale i conflitti possono scate– narsi innocuamente ed utilmente i e che in questi paesi l'attitudine al sel(-gove,·nment nelle classi operaie si sviluppa, come ogni altra attiturline umana, da un centro verso la. periferia per via di onde successive, ove ciascuna risulta da uuo sforzo in basso per salire e <la una mano iu alto che si tende per elevare. Nessun riposto pensiero pertanto era in me di condanna od elogio; se c'è qualche cosa da con- 1lannare è.... la Storia, nei cui corso le nazioni, che ereditarono la tra.dizione dispotica e paterna• listica romonae cattolica, perdettero quella varietà e molteplicità interna di correnti sociali 1 la quale, ponendole per secoli ognuna di fronte alle altre sotto un forte Governo comune, che però non è

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