Critica Sociale - Anno XVI - n. 7 - 1 aprile 1906

100 CRITICA SOCIALE Tutti luoghi comuni 1 ma che necessariamente formano la base teoretica. di ogni razionalo intenTento dell'ente colletti\'O nella difesa contro la tubercolosi: sulla quale difesa, poi, non sì è molto d'accordo. Da un lato v 1 ò chi fnkiricamente flsso all'ombellico del fattore economico, attende la rigenerazione antitu– bercolMe dalle modificazioni economiche, e rigetta, o finge rigettare, le opere di dircsn sociale che non hanno carattere economico. Dall'altro lato v'è chi predica una crociatn, J>unto facile, contro il germe temuto, e sogna sanatori e dispensari, e opero \'arie di previdenza e di cura. Come in tutte le cose umane, vi son poi coloro che, senza illudersi, accettano Il buono un po' da ogni parte e, senza speranze eccessive, pensano però che qualcosa di utile si può fare anche nel mondo, quale fa.talmente si presenta ai nostri occhi; o, mentre educano colla pa– rola e coll'esempio, eccitano a quelle opere cho sono dirotto ad uno scopo di immediata profilassi. Sono costoro che pii't di una volta hanno invocato uua severa legislazione sociale contrO le forme infetth·e in genere, contro la tubercolosi in ispecie. Per vero, non sono individui fatti per cattivare sim– patia all'igiene, la scienza dello angherie e del non– piacere; ma son quelli che, se non la più poetica, certo hanno la pii'1 utilitaria visiono dell'igiene sociale. In morale nrri,•ano forse sino all'eutanasia; in profilassi giungono qualche volta sino al sequestro obbligatorio; non sono forse molto liberali, ma nel loro autoritarismo 1>rofilattico sta un grande fondamento di buono o di vero, e l'antipatia, che inspira il loro czarismo igienico, non può bastare per nascondere il principio bello che li guida. Sino a questi ultimi tempi 1>erò 1 in pratica, di tutte queste manifestazioni di tirannide igienica (utile, ma in• digesta al pubblico, sino alla ribellione), non si erano nvuti esompt clamorosi. Le 1>iccolomanifestazioni di en– tusiasmo profilattico municipale resta.vano sempre chiuse in breve cerchia, e il mondo viveva. sufficientemente se• rono al riguardo. L'esempio primo finalmente è venuto, e, manco a dirlo, è venuto dal Nord. La .Danimarca ha votato nel 1905 duo brevi leggi, la portata delle quali passa i semplici confini delle leggi sanitarie. Non solo lo scopo che le leggi si prefiggono, ma i mezzi adoperati e tutto lo spirito informatore cli questa nuova legislazione son tali, dn fare delle due leggi uno dei più arditi tentativi sociali nel campo della pro– fllasst. Leggendo la relaziono, si rosta meravigliati del– l'ardimento dei legislatori danesi, e si pensa. con una certa pietà. a tutte le paure cli violazione di diritti na– turali veri o supposti, che si solle\·ano in Italia, ogni qualvolta si tenta dar corpo alla legislazione contro il lavoro notturno, o contro lavorazioni particolarmente dannose. Le due leggi danesi, votate eia tutto il Reichstag, ri– guardano la profilassi contro la tubercolosi: inrezione <'he, del resto, non fa in Danimarca stragi particolari. Anzi, Copenaghen presenta un tasso così poco elevato di mortalità generale o cli mortalità tubercolare, cla porla nel novero delle pili sane città <11 lforopa. A ncho in Danimarca i fenomeni sociali, che accompa• guano l'elevarsi o il diminuil·o della mortalità per tu– bercolosi, sono gli abituali di tutti i popoli europei: più alta ò la mortalitf~ nei centri e nei quartieri di mag– gior addensamento e di maggior miseria. Contro il flagello, il piccolo Stdo aveva posto in opera ·sino ad ora i soliti mezzi diremivi. Aveva. fondato sana– tort popolari accanto a quelli pei ricchi, aven promosso O".!pizimarini, ed aveva soHenzionato largamente, col pubblico denaro, tutte le opere di carattere medico, destinate a curare od a prevenire la tubercolosi. Alcuni sussidi permanenti, anzi, era.no stati concessi con piccole leggine speciali. Ma i benefizi di tutto ciò erano limitati: e i danesi compresero che occorreva un assieme di larghe misuro sociali. Per questo varie Commissioni furono incaricate di studiare e preparare leggi sociali 1 che pili efftcace– mente sen•issero a difendere la società contro il morbo. La prima leggo appro\•ata 1 meno interessante per noi, riguarda. la tubercolosi boviua. I legislatori danesi non si sono preoccupati eccessi\ 1 amente delle disquisizioni scientifiche sul pericolo reale o immaginario della tu– bercolosi bovina: essi hanno tagliato netto la questione, dichiarando che la tubercolosi bovina costituisce un pericolo sociale, e hanno deliberato di sopprimere il pericolo. Colla nuova legge tutti gli animali con tubercolosi latente, reagenti positivamente alla tubercolina (presen• tanti cioè uno dei pili comuni caratteri della tubercolosi iniziale), devono essere nbbattuti. Lo Stato inten<iene indennizzando i proprietari o stabilendo nel bilancio una apposita somma. Nello stesso tempo si chiudono lo barriere doganali, con rigori assoluti, al latte o ai derivati del latte che non sono stati sterilizzati, e cito non possono per bono documentare questa sterilizzazione. Pro\'\'edimenti energici, che aggravano di varii mi– lioni il bilancio, e che del resto erano in ntto eia tempo, ma che non hanno ancora altro aspetto, fuor di quello Igienico. La seconda legge, invece, quella che riguarda la tu– bercolosi umana, inaugura tutta una. nuova concezione della funzione sociale dell'igiene nel diritto pubblico. La legge infatti non soltanto arriva ad obbligare (come ò stabilito in molti altri paesi) il medico a dichiarare ogni caso di tube1·colosi 1 non solo prescrivo le disinfezioni più rigorose nei casi di malattia ecl in quelli di morte, non soltanto giungo a prescrivere la di~infezione dei banchi •H•olaciticie dei pavimenti delle scuole ogni giorno e dopo ogni lezione, ma formula di– sposizioni di tal genere: "Art. 6. - Se una persona affetta da tubercolosi poi• monare o laringea vive ìn con,lizioni tali da risultarue un pericolo di contagio per altre persone, una Commis• siono apposita determinerà. le misure da prendere. Se il malato rifiuta di conformarsi alle indicazioni, questo sono sottoposte alla Commissione superiore che decido in merito. Però non si potrà far sospendere il la,·oro, o separare i coniugi. Se, in seguito alla deliberazione, Pnmmalnto è trasportato in un ospedale, vi sarà curato n spese del lo Stato. Al't. 7. - La Commissione J)Olrà proibire alle donne tubercolose di fare la nutrice. At·l. IO. - Se in una scuola un allievo è affetto da tubercolosi, e se questi offre pericolo di contagio, la Commissione ne informerà la Direzione scolastica, che dii:ipeuserà l'allievo dalla scuola. La Direzione in tal caso assicurerà al ragazzo l'Istruzione fuori della scuola: i ', 4 della spesa sono a carico dello Stato e 1 /~ a carico del Comune. Art. -JJ. - C maestri dello scuoio di Stato affetti da tubercolosi (ed anche gli impiegati aventi rapporti col J)Ubblico) potranno essere dispensati dal servizio od avranno una pensione corriSJ)Ondente ai 2 / 3 del loro stipendio. A1·t. JZ. - I militari affetti da tubercolosi saranno forzatamente curati a spese dello Stato, sino al fine della loro ferma. "

RkJQdWJsaXNoZXIy