Critica Sociale - Anno XVI - n. 4 - 16 febbraio 1906

CRITICA SOCIALE 51 medesimo metodo, quelli che gli sono piìt fieramente nemici. Allora converrà decidere so ~io vi al prole– tariato " penetrare ,, con tutle le sue forze gli orga• nismi dello Stato fatti permeabili nel essoi o se me– glio gli convenga starsene appartato o ringhioso in attesa del miracolo delle soluzioni supreme. Queste, cho or paiono al Bonomi " distinzioni verbali e eser– citazioni d 1 Arcadia ,,, ripiglieranno nllora tutto il loro vigore. ]~ la lotta non sarà fra sindacalisti da un lato o socialisti di tutte le scuoio dall'altro: ma fra socia.listi che fanno del socialismo e pretesi socialisti - sindacalisti coerenti o antisindacalisti confusionari ed illogici - che non ne fanno. Questa lotta, figlia dell'azione, non solo non potremo evitare, ma anzi dovremo affrettare per sup erarla. pii1 presto. E questo, come abbia.mo già promesso - poichè è assai pit1 importan te per n oi di ogni astrologia mini– steriale - dovrà essere tema. cli men succinto di- scorso. J,A. CRITICAS0CI,UE. SITUAZIONE NUOVA li significato o gli effotti dol Ministero Sonnino Sono passati appena sette me~i dacchè, contem– plando1 dalla tribuna delJa stampa, Sidney Sonnino rimanere solo e impassibile in mezzo all'urlìo pa• triottardo di quelli che erano stati i suoi amici, e, indifferente alle esortazioni dop;li Arlotta scongiuranti una. divisione delle forze conservatrici cli fronte ttlla richiesta di nuovi milioni per la flotta, confondere il suo 1w con quelli dell'Estrema repubblicana e so– cialista, io scrivevo nel 1'empo che egli si era " ras– segnato ad essere un solitario 11 e che egli era ormai " in contr.,sto con l'anima della sua classe e del suo partito n· ( 1 ) E che questo contrasto non fosse che un episodio saliente di un dissidio più lung-o o piì1 profondo, non era clifficile scorgerlo fino d'allora. J~ntrato alla Camera con una coltura materiata cli realismo 1 Son– nino non volle imbrancarsi nè con la Destra, di cui non condivideva le paure conservatrici, nè con la Sinistra, cli cui non accettava le formule giacobine. Così si assise al Centro e raccolse al Centro pochi uomini di molto valore, aristocratici per coltura e per censo 1 non av\'enturieri della politica e non a\"– vocati arrivisti come soleva e suole mandare alla Camera la borghesia povera avida procacciante di Italia. Più tardi, ministro del Tesoro con Francesco Crispi, Sonnino non esita a orfendere gli interessi della sua classe. [n un'ora in cui le finan;.;e dello Stato erano su\Pol'io ciel fallimento, egli fa approvare la ridu– zione forzata della rendita e nello stesso tempo inizia la riduzione del dazio consumo sui farinacei e me– dita l'imposta personale sul reddito. J1; piìt tardi ancora, quando egli paro l'Eminenza grig'ia delle classi conservatrici e reazionarie 1 e tiene nelle suo mani i fili del Gahinetto Pelloux, egli è ancora unn. volta in contrasto con l'anima della sua classe. Però che giammai umilia'Jiione nrn.ggiore toccò ad un uomo d'ingegno e cli colturn 1 di quella di ve– dersi davanti, goffa incarna7,ione di quel Cancelliere bisnHtrchiano cli cui egli aveva. scritto e sognato, il generale Pelloux e la mutn urlante dei suoi ascari, pronti a scappare all'Inno clei lavoratori intonato del Prampòlini dall'alto della :Montagna. [I dramma si conchiusc in farsa, e da allora Sonnino si ritrasse quasi solo negli angusti banchi del Centro a dirigere un'oppoSizione sans-gène, rude, implacabile, in cui (I) Tempo del l!S ghigno 190S. pareva sogghignare tutto il rancore della sua soli– tudine. E dai banchi del Centro, dovo l'aveva seguìto un piccolo drappello di fedeli, egli discende oggi conquistp.tore e padrone .. Ma anche oggi i primi passi sono in contrasto con lo spera1rne, con g]i ap– poLiti, con le superstizioni delht sua classe. )leutrc tutte le Perseveranze del conservatorismo italico lo ammonh•ano di formare un ~linistero conservatore che con una mano si riallacciasse ai Cornaggia e con l'nltrn. respingesse l'impuro contatto dei " rossi 11 , egli va inrece direttamente all'Mstrema Sinistra, sca– valcancl<.1i banchi della Sinistra disoccupata, dove troppi papabili sospirano un portafoglio, e nella Estrema Sinistra sceglie a suoi collaboratori Ettore Sacchi o P.cloardo Pantano. SrlCchi e Pantano! Quanto cammino o quale signi· ficaziono ! Il primo affermò nella Cnmera, alla vigilia ciel votoi la necessità della dif'esa dello Stato dalle infiltrnzioni clericali, provocando g-li sdegni di Cor– nag~ia, lo interruzioni dell'ex liberale Villa, la par• )antina ciel neo-guelfo Giauturco; l'altro viene dalla Montagna pil1 1 1haccessibile, o ha. al suo attivo la diffidenza delle camorre meridionali che sanno in quale storfa è tagliato, e l'odio dei moderati d'Italia che non possono perdonargli la sua magnifica cam• pa:rna ostru7,ionista. Ep1rnre questi due uomini, che Giolitti non potò avere o ebbe paura. cli avere con sè, Sonnino reca oggi alla rihalta ministeriale, e, mostrandoli fli reazionari cli tutto le tinte che cre– devano d'irretirlo a loro profitto, può dire: ecco i miei amuleti! Vittoria strepitosa d'un uomo 1 dunque? Abilità portcntosn di un parlamentHre che scherza coi vecchi partiti come fossero altrettanto bollo di sapone, e li dissolve o li splasma con una destrezza da gioco– liere? Certo, in tutti questi avrnnimenti la preparazione, la fermezza, la larghezza iutellettualc di Sonnino hanno avuto gran parte. )fa l'elemento individuale non avrebbe da solo trionfato cli tanti ostacoli e cli · tanLi pregiudizi se non avesse avuto la fortuna di incontrarsi in una concli'Jiione favorevole di cose. Sonnino non sarebbe oggi presidente del Consiglio con la collaborazione dei radicali so la vecchia De– stra. non si fosse da tempo rassegnata a ritirarsi dal commercio politico come il suo gerente d'affari An– tonio Di Rudinì, e se la vecchia Sinistra non fosso miserevolmente scesa nella tomba con Alessandro l'ortis e con Giovanni Giolitti. . .. Qua.nclo Depretìs asseri\'a. che i due vecchi partiti storici, Destra e Sinistra 1 avevano finito cli esistere ai piedi del Campidoglio, egli diceva soltanto unn. mO'Ji'Jifl. verità e, per di pil1 1 p1·emntura. Dftl trasformismo cli Doprctis al voto del 1 ° fcb– braio1 Destra e Sinistra hanno a\'ltto ancora occa• sione di vivere la loro vecchia vita d'un tempo. Per non ricordare che un periodo recente, è alla Sinistra che si deve la difesa - tardivo, ma effìcace - delle libertà. statutarie minacciate dalla reazione pel– louxiana. Ma, so do1}0 il 190I, e Rpecialmente du– rante il primo Ministero ianarclelli, la Sinistra pan•o risorgere con tutto il suo patrimonio di libe– ralismo dottrinario - cosicchò 1/iimardclli parve o fu l'ultimo dei ,!!i rondini cl'Itnlia - ; dopo l'inerzia. del flahinctto Giolitti e dopo la. lii~astrosa reggenza do! Fortis 1 l'antica Sinistra ha irrimediabilmente fi– nito cli esistere. Ai piedi, non del Campidoglio, ma dei grandi problemi economici e morali della nazione, essa ha esalato il suo ultimo respiro, lauciando i suoi strali contro la gio,·ine ... rh•ale, l,Bstrema Sini– stro, che essa aveva tentato cli dividere o di sedurre, o abbassando - vergogna ultima - il vecchio ves-

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