Critica Sociale - Anno XVI - n. 4 - 16 febbraio 1906

50 CRITICA SOCIALE chiamo in tutti gli organi più autorizzati dei mag– giori uomini venuti al Governo. E 1 finora, mancia competente a chi sa indicarcene traccia! Se, infatti, qualcuno esterna discretamente il so– spetto che le "cose,,, sulle quali sarebbe intervenuto l'accordo, siano quelle che accennava molto chiara– mente nel suo ultin10 discorso parlamentare l'ono– revole Sacchi - revisione e diminur.ione eventuale delle spese militari, radicale riforma e trnslazione tributaria, scuola assolutamente laica e seria appli– cazione della legge abolitiva delle corporazioni reli· giose - ecco subito la maggior parte della stampa, che sostiene il nuovo Gabinetto, e lo stesso organo J)Crsonale del capo del Governo, sacramentarci che cli queste "cose,, non è il caso ora di parlare, che ben altri sono i problemi che incombono, che è da distinguere fra le tendenze dei Gruppi e le questioni di politica generale (quali?) sulle quali l'accordo s 1 è fatto, che la politica ecclesiastica non subirà muta– menti, e che ciò che importa è di restituire " since– rità a!l'a;done politica e vigore allo Stato n· La " sinceritìL ,,, per intanto) consiste nel silenzio profondo, e il " vigore n nel ripetersi di frasi da oracolo di Delfo, così larghe che, dicendo tutto, non dicono nulla. Cosicchè, mentre si disputa sulle " cose ,, .... ig-no– rate da tutti, il discorso, di necessità, casca poi di hel nuoYo, e rimane unica1i1ente, sulle persone. g la, stampa reazionaria e la democraficfl, a seconda che preferiscano ispirarsi alla filosofia di Democrito o a quella di Eraclito, ripetono a perdifiato, condendoli negli stili più diYersi, questi quattro ritornelli edifi• cantissimi: I reazionari mi11isteriali: è vero che Pantano e Sacchi ci seccano un pochino 1 e sarebbe stato meglio, potendo, farne di meno: ma Sonnino e Carmine, ma Luzzatti e J3oselli e Salandra ci aflìdano completa– mente, e per questo siamo tranquilli; 1 democratici ministeriali: è vero che Sonnino e Carmine, Luzzatti e Boselli e Salandra sono codini di tre cotte: mai con uomini come Sacchi e Pantano, come Alessio e Credaro, non abbiamo nulla da temere; 1 reazionari, antiministeriali: clacchè c' ò Sacchi e Pantano, Alessio e Credaro, non ci fidiamo pili nè di Sonnino, nè di Carmine, nè di Luzzatti, nè di Bosclli 1 nè cli Salandrn; 1 democratici antiminisleriali: <lacchè a c11podel Governo è Sonnino con una maggioranza di Ministri forcaiuoli, Sacchi e Pantano, Alessio e Crndaro sono belli e fritti, e non possono essere alla fine che degli ingannati o dei traditori. Il curioso è che questi quattro discorsi - allo stato delle cose - hanno tutti evidentemente ugua– lissimo torto ed ugualissima ragi·one! /"* Non perciò rimpiangiamo affatto la situa;1,ione po– litica dalla quale siamo usciti o che noi stessi con– tribuimmo a sfasciare. Le ragioni, per le quali si doveva condannarla, le svolgemmo ampiamente alla Camera e non è il caso di ripeterle in queste co– lonne: e dovremo quindi, cli frnnte al minacciato assalto delle Sinistre congiurate per la nostalgia dei portafogli, impedire con ogni nostra forza che quella stessa 8ituazione si ricostituisca. Questo ci impone la logica: ma non un passo più in là. Superato questo scoglio, cli fronte all'enigma del nuovo Gabinetto noi dovremo rimanere coll'arme al piede, in attesa che l'enigma si sviluppi e si sciolga. E giovarci di ogni occasione pcrchè si sciolga al più presto. E a questo aiuteranno - vogliamo sperarlo - gli uomini cli lJ:strema cntrnti nel Gabinetto. Co no affida non soltanto la loro rispettabilità personale e politica, ma soiH·atutto il senso - che non possiamo supporre in essi obliterato - del loro elementare interesse cli persone e di parte. -~ evidente, infatti, che, quando l'enigma si mantenesse insoluto, ed essi rimanessero soltanto per fare da comodino nella combinazione, per ridare una verginità politica alla Destra ed al Centro, per rimettere in sesto le fer– rovie - un'impresa alla quale il comm. Bianchi po– teva provvedere da sè senza disturbare repubblica e democrazia - e per essere in definitiva rimor– chiati e paralizzati dai loro colleghi, ciò significhe– rebbe una bancarotta che andrebbe molto al di là delle loro persone. Essi morrehbero asfissiati, per non più risorgere: e con essi la democrazia radicale tutta quanta. Mentre, rompendo, senza umani riguardi, ogni solidarietà e appellandosi, su un programma di cose, alla opinione del paese, diventerebbero - senza alcun dubbio - i vindici, gli credi, i trionfatori del domani. Quale debba essore questo programma di cose de– mocratiche, non intendiamo ora precisare con so– verchia e forse importuna minuziositìi. Il discorso clelPon. Sacchi era una tessera ch'egli farà bene a rileggersi ogni mattina. Noi parlammo, in via. dimo– strativa, di divorzio, cli suffragio allargato, cli riforma tributaria 1 di estensione della scuola, di legislazione sociale. 1\nche potr·ebb'essere il caso di chiedeL·si se non sia scoccata l'ort1 1 per gli eredi del pensiero di Cavf!llotti) salienti per la prima volta. al potere, di cancellare )a vergogna dei fondi segreti, concime d'ogni verminaia morale, sottomettendoli al discreto controllo di una Commissione parlamentare. Ciò che importa è che questo programma imme– diato si annunci - che sia chiarn al paese - o che su di esso) senza indugio, si preparino le futuL·e battaglie. .•. l\fa gli amici nostri, preso l'aire dell'ottimismo aprioristico, non si ristanno a circondare d'un'aureola il Ministero delle " coso " chiuse tuttavia nei sette suggelli del più religioso mistero. Ivanoe Bonomi ne pronostica ancora - e ne preconizza - l'idillio e l'unità dentro il partito socialista. Quale unità, di grazia? Quella che vuole le ri– forme1 e quindi lo coltiva, le studia, le popolarizza, e roopera ad esso con tutte le forze delle organi'I.· za.zioni e del partito, o quella che le sc1·edila, che le deride, che le abbanrlona al beneplacito degli avversari? Quella che considera come un fatto orga• nico e continuativo la vita e l'azione di un Governo, e quindi o lo sostiene o procura dì abbatterlo pel suo com1>lessivo indirizzo, o quella - su cui torna ad insistere il Ferri negli ultimi articoli - del voto dato o negato ai singoli progetti cd atti " caso per caso "? Perchè non è proprio esatto ciò che afferma il Ronomi, che cioè la scissione di metoJo sia derivata dal dissidio - brevissimo del resto e insignificante per sè stesso - dell'appoggio al Ministero Giolitti. Questo non è stato che un sintomo. La scissione si è radicata in tutto un diverso concetto dell'azione del partito. E questa divergen,,,a soltanto apparve sopitf1 1 quando il partito socialista, per gli errori suoi ed altrni, venne rirlotto all'impotenza politica. Nel– l'inerzia, ed è naturale, tacciono lo divergenze di metodo, che son proprie alFazione. Ma che domani - come il Bonomi prevede o noi auguriamo - subentri un periodo di attività nel Governo e quindi, di riflesso, anche nei vari partiti j le differenze, anzi, si acuiranno di nuovo. Allora con– verrà pur sapere se noi vorremo fare il giuoco delle classi fwvcrse al proletariato abbattendo ' 1 caso per caso" - su una legge secondaria che per avven– tura ci spiaccia - i Governi che convengono agli interessi di questo o sostenendo, per converso, col

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