Critica Sociale - XV - n. 22-23 - 16 nov.-1 dic. 1905

CRITICA SOCIALE 3G5 LA NUOVA UTOPIA cli H. G. vVELLS 11 !Tavvi in cielo il tipo di una tale città, o, chi lo voglia, può go,,ernnrsi secondo le sue leggi; ma se esista 1 o se mai avverrà che una tal città esista, a lui non cale, poichè egli si comporterà. secondo le leggi di una tal città. e non di altre. 11 Così finisco la più celebre delle Utopie che sian mai state scritte, la platonica, o cosl è esi>ressa In ragion d'essere d'ogni tentativo di tratteggiare un nuovo idealo di vita; per quanto molto possa esservi nelle Utopie di inattuabile, nondimeno da esso irradia una gran luce, anche sulla prosa della vita quotidiana. E tale è anche la ragion d'essere di questo interes– santissimo o novissimo volume, di questo non saprei dire se più realista o più idealista tra gli Rcrittori inglesi. Egli ci ha già dato: l 111·imi wmiini nella /__,una,I,e An– ticipazioni, 1./Umanità, in formazione j e in tutti i suoi pre– cedenti lavori ha dimostrato non solo di possedere il genio di uno scrittore immaginoso, ma anche l'intuito fl.losofl.co di un sociologo o di un educatore. Egli ha studiato diligentemente tutte le Utopie precedenti, quella <li Platone e di sant 1Agostino, di Bacone, di 'l'omaso Mol'o o di Campanella, di Cabet 1 di Morelly, di William Morris e rti Bella.my, od ò ancbo perfettamente al cor– rente di tutti gli f'Sperimenti utopistici di organizzazione sociale e, per di più, è versatissimo in biologia, iu eco– nomia politica e in sociologia. Si può immaginare quindi che la sua costruzione utopistica tien conto cli tuttociò. Anzitutto egli è consapevole, che, dopo Darwin, anche il modo di concepire l:topie deve mutare. Non è possibile concepire il mondo ideale come effettuato una "olta per sempre e riposante eternamente su basi immutabili, e<l è invece necessario concepirlo in eterno divenire, e agitato da conflitti interni. E non è poSsibile del pari concepire questo mondo ideale come situato in qualche remota parto della torra, e come organizzato sul tipo di una città greca o di uno Stato moderno; un pianeta soltanto può soddisfare alle esigenze di una Utopia moderna, che ha a elle fil.re con problemi inter– nazionali1 o che li suppone risolti. Ed ancora bisogna osservare il principio di continuità. L'atmosfera psicolo– gica del paese d'Utopia non deve essere che uno s\'i– luppo dell'attuale, a\'venuto secondo leggi" a uoi note. 11 romanzo di Wells ri:1pondo egregiamente a ttltti questi desiderati della mente moderna. l~gli immagina adunque che, milioni di milioni di miglia cli là dii Sirio 1 nelle profonditìt dello spazio siderale, esista un pianeta, che ò l'esaUo contrapposto del nostro, ma che 1 per una alterazione negli elementi variabili dell'evoluzione cosmica, si trova in uno stadio ulteriore di evoluzione, e col pianeta anche \'umani fa ba già su– perato il nostro sta.dio attualo. hi ognuno di noi ha il suo duplicato e inco1Hra sè stesso come sarebbe o come è supposto elle sarà, secondo le leggi ovolutive 1 in un anenire fatale. Ju questo pianeta l'autore del libro o un suo compagno sono uu bel giorno insensibilmente proiettati 1 dopo una lauta colazione sul Piz Lucendro, mentre stavan contemplando i treni della ferrovia del Gottardo scendenti verso l'Italia. Essi si trovano dunque in un mondo gemello al nostro, che si trova però più avanzato nel suo sviluppo, ma che nondimeno v_iassomiglia ancor mo\ to. hi oramai tutte lo lingue si son fuso in una sola, che è bensì in continuo progresso col pensiero di tutti gli uomini 1 ma abbastanza vicina noi suo tipo all'inglese attuale perchò i nostri due per.,onaggi possano capire i discorsi. I lettori della Critica saranno lieti di sapore che il mondo di Utopia è una società retta da norme socialistiche, rivolatei!i a poco a poco indispensabili a mano a mano che la coscienza sociale si sviluppava. Il danaro e la moneta sono aboliti e sostituiti con unità di energia, giacehè l'economia è basata non su cattiva psicologia, ma sulla fisica applicata ai bisogni dell'uma– nità. Il valore delle cose è misurato dalla quantità di energia fisica impiegata a produrle. li valore del lavoro non è più misurato come quel:o dello altre merci; il macchinismo è così progreclito o i mozzi di produzione tutti quanti sono cosl perfezionati e scientificamente controllati dalle autorità ~entrali e locali, che i salari sono di gran lunga più elevati che in America. Lo Stato provvede alla massima educazione intellettuale, fisica, professionale per tutti e allt1. massima igiene su tutta la terra, e proV\'ede a dar lavoro ai disoccupati no't,uoi opi• flci a,l un minimltm di salario non degradante, ma suf– fl.cionto per rar desiderare un impiego migliore; non importa se questo hworo non paga; esso ò un costo ne• ccssario, corno il mantenimento degli agenti di pnbblica sicurezza; a coloro, che non riescono o uon vogliono lavorare in modo da guadagnarsi più cli questo minimo 1 è interdetto il matrimonio. L'isolamento o la proibi– zione del matrimonio sono i due metodi preventivi contro la moltiplicazione degli inadatti. L'avvenire clella razza è così assicurato senza alcuna crudeltà e permettendo ad ognuno di vivere e di mo~ rire - in piena letizia - del suo vizio medesimo. La loro tomba sarelJbo nel medesimo tempo il loro contro irresistibile di attrazione. Senza dubbio, anche nel mondo d 1 Utopia la questione della disoccupazione si riduce ad una questione di popolazione; ma l'aumento di questa ò pur oggetto di controllo legislativo, e d'altra parte, in un mondo ove c 1 è il massimo comfort e la massima educazione per tutti 1 anche l'ambizione ò per tutti più elevata, e quella lotta per l'esistenza, che ora si scatena pei bisogni più elementari, sarebbe combattuta per bisogni piit elevati, per idealità più generose e più nobili. Non si tratta ili sopprimerne gli stimoli, ma di elevarli in qualità. Nel mondo d'Utopia non c'è la superstizione che il lavoro sia un doYere morale. Questa è moralità cla schiavi. L'ideale non è che tutt! hworiuo il più possi– bile1 ma che tutti abbiano la possibilità di migliorare ii I)iù possibile sè ste:;si. Ciò, che è fatto per necessità. od in fretta 1 non è mai realmente buono. Utopia abbi– sogna del massimo numero possibile cli persone capaoi di svincolarsi dal!a nece.'-lsità del lavoro e di dedicare la miglior parto di sè allo Stato; ma lo Stato ha bi– sogno che questa libertà sia. conquistata da ciascuna di esse proporzionatamente ai servizì resi. Ho detto che lo Stato in Utopia ha il controllo del– l'aumento di popolazione. l costumi del matrimonio e l'etica sessuale sono tra gli argomenti più interessanti clel \'Olume. La natura provvelle al progresso eliminando gli inetti in lJtopia. vi si provvede impedendone la nascita. In parte a questo provvede da sè l'elevarsi dello standard of life wtd of comfort. lfa. in parte vi si provvede con una misurn 1 che è una delle idee più originali di Wells, col fare della maternità un servizio pubblico. A mano a mano che le esigenze del tenore di vita ren– dono più costoso l',were una tlgliuolauz3, e a mano a mano che lo Stato proibisce il lavoro delle donne iu

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