Critica Sociale - XV - n. 22-23 - 16 nov.-1 dic. 1905

CRITICA SOCIALE 361 ì,: lo studio dei fatti naturali, per cui origina (' persisto il latifondo in Hicilia, che può solo farci trovare il rimedio contro di esso; cd è di questo studio e cli questo rimc<lio che mi propongo di trattare. Latif'o,ulo e lntif'ou,U.,1110. Non devesi confondere latifondo e latifondismo, come non si confondo povcrlrL o pauperismo, capi– tale e cnpitalismo. 11 latifondo in Sicilia non è cer– truncnto il fattore unico cli tutte le manifestazioni delln \'ita locale; ma. esso, con la sua prevalenza, con la sua immobilità. di millenni e con i bal'bari rapporti sociali che determina, esercita una malefil'a inlluenza su tutti gli altri fattori della vita storica dell'isola, e dà caratter e alla civi ltà siciliana. fn Sicilia la civiltà, stan:1.iatasi sulle spiagge con lo ctominnzioni e coo i commerci, ha dovuto C'ssero intossicata da una lenta e continua infiltrazione di barbarie, colata. cla!Pintcrno a latifondi nudi ed ino– spitali. Le città della marina, dove fiorisce l'arancio e prospera la vigna, possono avere gli stessi carat– teri morali fondati sullo spirito di omerfa e di mafia. Così, nell'Africa mediterranea, che conta varie civiltà e fu 1>er più secoli sotto l'incivilimento latino, la barbarie dilagò sempre dal deserto interno con un moto lento e continuo non furilmcnte rilevabile dallo storico. Solo conquistando alla civiltà il Sudan e hl Negrizia, puossi spernre in un consolidamento dura– turo della civiltà dell'Africa settentrionale; o solo redimendo la regione interna della Sicilia dalla bar– barie ltltifondista, puossi risolvere il problema agrario e per gran parte quello sociale dell'intera isola. Non è per sem1llice importazione cli una 1>arola che il deserto africano e la terra nuda ::iiciliana si chiamano l'uno slutm e l'altra Fciara. Da queste constatazioni nasce spontanea la con– seguenza che in Sicili;\ non si può s1>erarc un pro– gresso civile parallelo a quello dei paesi più aYanzati, ee nou si toglie il latifondo deserto all'arbitrio della propricllt privata e non lo si rimette al governo dell'interesse collettiYo: ciò che noi chiamiamo so– ciali1.zazione della tena, sia por via delle libel'e Cooperativo di contadini, sia por quella delle pub– bliche amministrazioni. Latl/oncllsrno e probleuut lt[Jl'tt1·io. L 1 accresciuta popolazione e il migliorato tenore generale di vita fanno om richiedere più abbondanti 1>rod0Ui alla terra. l pascoli sono in molti luoghi o assai ridotti o quasi del tutto scomparsi i il riposo e il maggese non si p raticano più nella misura an– tica: poche bisicchie o favn.tc o sulla te, e il resto si somi1rn a grano. La te rra si s tanca; o, quantunque quasi tutta la superficie sia seminata, il grano pro– dotto non basta al consumo locale o clernsi impoL'– tarne dall'estero, ad onta ciel grave dazio doganale. Lo mkssarie, por Palto prezzo della terra, non sono J>il1possibili come primu, facendo assai scarsa la produzione della carne e dei latticini. Occorre una cultura pH1 produttiva, ma osta l'in– teresse padronale. Difatti, la sempre crescente ri· chiesta di terra per semina fa rialzare gli affitti fino al punto che al contadino non resti pressochè nulla. li rialzo enorme del prezzo della terra ha distrutto i pascoli e la pastorizia, ha fatto scomparire le su– perfici incolte dove i poveri anelavano a raccogliere i prodotti spontanei della terra, e c!ÌL al proprietario latifondista un crescente tornaconto a mantenere la scarsa 1>roduttività elci latifondo. Che interessa al latifondisti\ investirn capitali sulla terra, se questa allo sh,to naturale gli dà un'alta e crescente ren– dita? Come può la classe colonica, dopo aver ripe- tut:uncntc ad ogni anno ~Clminnto quasi tutta la. superficie, impiegare nella tc>rrn non sua i capitali che i padroni stessi nou clìmno~ Il colono altro non potrehhe fare su questa Yia che la concimazione chimica. Il sistema agricolo siciliano, fondato sul latifondo seminativo, non può pilL 1·rg-gc1·di: il contadino non può pili accrescere il prezzo della terra, perchè g'ill lut dato al padrone tutto il pro,lotto del proprio ht Yoro; non può la!:!cial'C k terre ins(lminatc, perchò morrnbhe di fame, mentre il padrone, con la ric– chezza accumulata, può resistC'rc uno o più anni senza pigliare nulla chtllo proprie wrre. ~nmponr, adunque, urgente una rivoluzione nei rapporti eco nomici, pt'r assicurare con la. terra il prodotto alla closse lavoratrice. La ris mrdimtn.c 1wtume d:'t e::isa. stessa il rimedio: la conco1-renr.a è stata la causa del mnle; nella eliminazione della concorrenza con le Loglio e con la Cooperazione può solo ritrovarsi il rimedio. L'involucro del sistema agricolo dei latifondi si è esteso fino al limite massimo della sua elasticità, per la interna pressione dogli accresciuti bisogni sociali. Ma è arrivato il momento che l'involucro non può piit seguire la. forztt. spingente dei nuoYi hisog-ni di produzione, e dHllc crepe lascia erompere h, nrntel'ia per nuo\'e stratificazioni ceonomichC', non pili conformate dall'intcrc!:!SC indi\ iduale, nm eia quello collettivo. La genc!:li del llttifondo trasformasi, ndunque, nella genesi del movimento proletario veri:10 l'uso collettivo della tcrrn. J fattori fisici del latifo11do siciliano. I. Il suolo. - La conformar.ione del suolo sici– liano 1>resenta Faspetto ideale di un altipiano mon– tuoso cd aspro, abbassantesi ,:traclarnmcnte o bru– scnmcnte verso le spiagge mel'i!lionnli e settentrionali. l 1 !ccetto che su qualche tratto cli spiaggia, nell'interno non trornnsi che rare superfici pianeggianti. ù li spnzi non brevi che intercorrono tra. le vere mon– tagne sono così sparsi di collino (timpuna) succe– dentisi, eia dare l'aspetto cli una superficie in ebol– lizione. r selvaggi dorsi dei monti sono in generale privi di vegetazione e cli tcrrn vegetale. Xè può sempre dirsi che la terra sia stntn trnsportata dalle pioggio in conseguenr.a di <liboscumcnci, perchè lii molti monti non si tro,·a doYe essa. siasi depositata. Le <'Oilinc o so1>ratutto i terreni rnllivi hanno un pro• fondo strnto coltivabile. Lo srmre rocciose o petro:10 dànno il vero aspetto del deserto con magri pascoli. Per lu mancanza di boschi i fiumi sono torrentizi d'inverno ed asciutti nel resto dell'anno. Data la conformazione accidcntabi. del suolo, se anche i fiumi avessero corso perenno di acque, queste 11011 si po• trehbero utilizzare che scarsamente a scopo agricolo, dovendo a forza cli macchine risalire la campagna. li terreno coltivabile dell'interno montuoso e col– linoso è generalmente di natura pilL o meno argil– losa, cioè tale da poter trattenere a lungo l'umidità accolh, nel verno, e permettere la vegetazione er– bacea fino a giugno. Xci mesi prima,·erili cadono abbondanti rugiade che compensano le pioggie man– canti. I terreni argillo-siliceii di cui abbondano i l!ttifondi siciliani, sono idonei per semina; i più compntti pe1· soverchh arg-ill:t si fondono in e8tnte e fanno impossibile la vittL delle radici arboree. Son pochi i terreni alluviomtli o di tra8porto, dorn sieno possibili i la\'ori profondi per la rinnornzione drllo strato colti,·abile. Spesso, sotto di questo, nelle argille delle colline, si ritrovt\ il zabuto,11', assolutamente inadatto alla vegetazione.

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