Critica Sociale - Anno XV - n. 4 - 16 febbraio 1905

CRI'l'ICA SOCIALE vi1uio, negli st•ritti, 1wi Comizi e nel ParlamC'nto, seni\1l eco ::irnsihih• neppure da parte dei più diretti intC'rC':iMti. Pure ,,i inl'listiamo, convinti che il mi– SOJH'illm0e l'n1•C'iflhlintrllPttuale siano i soli nostri a,·n•rflnri. HiJll'tiumo dogrniHicament,~: il rm,tmllo collrtf,rn è, 11<'11<• grandi imlu:;triC', la ~11arC'11tigia d~ll'ordine e quclh~ ch•l progresso opern,-J: è ,t .-10- rwl1-1ww in ramm11w. Oi:rni t1.ltro sr,dtdismo è con– trnffozione. Con determinate mo 1 ial!ti1 il contralto roll(•ftivo potrà pi,;tendrr!'.ii anclv- nel campo dei pub– hlil'i impieg-hi. )111 1 fin ,ron•. è rn•ll'tiziendll. fcrro– viarin g-iÌ\ 111_ntni11lmrnt;:predispo11ta in ogni tnrn. parte• nd accogllrrlo - ..:ho la isua opplicazione np– pnrc più faril11e pi::,,111. E surt•hhc non inuno g'loriu. pei ferrovieri se, fa. hrngo cosciente d'urnngunrdin, sapcssc>ro offrire essi questo ('<;empio, 8l'hillllcrr questa brrccia, accendere •ri1e1:1to f ro noi mondo trnvngliato ciel lavoro. LA CRITICA SOCIALI-:. Azionesindaca/e azionesocialista Socializzazione del gramli mezzi di produzione o di scambio, lotta di classe economica, conquista graduale dei pubblici poteri, sono ritenuti principi speciftcl e differen7iali del movimento proletariOj in essi è l'Idea– lità finale e il campo e l'istrumento d'azione per rag– giungerla, ma non ò l'i<lea contra le coordinatrice e ispi– ratrlc.-e del pensiero socialista. Questa ò fuori ed ò qual– che cosa di dl,•erso dallo suo particolari concretazionl, ed è di natura realmente scientiftca e positiva, quale poten scaturire dai grandi interessi e dai grandi moti sociali sulla fine del secolo decimonono: essa è la con– cezione stes!'II\dol\lorganlsmo sociale. La società ò una formazione naturale, organica, evo– lutiva i in esia, come in qualunque altra parte dell'am– biente ('Osmico, lo minimo azioni inco<Jsantemeoto ope• rnntl producono formo o moti tanto mono varial>ili e tanto 11il1duraturi quanto pili remota ne è l'origine e più larghe ne sono le basi; forme e moti in cui si im– pernlauo o su cui si svolgono le formazioni futuro. I.,a società, considerata come formazione naturale, é al pri– mordi Clclla sua esl'!tenza, poichè questa si ò 'lvolta qua.!11per intero noi periodo storic o della v ita dell'uma– nità, quindi, come tutte le formo natura.li al principio della loro vita, ò attraver•mta o scossa cli tratto in tratto da crisi o da J)erturbazioni che alterano il normale wol– gimento cvoluth·o; ma tali fatti eccezionali trascen,lono il potere dell'individuo, che è elemento infinitesimo nella costituzione dell 1 organismo sociale, si vanno gradata– mente diradando nel tempo e attenuando in inten-tità 1 e la loro efficacia 'Il limita sempre più alla superstruttura sociale meno stabilo o definita. Qu8ita concezione ò vita cd anima del pensiero socia– lista: e11sadiventa lotta di cliu'-10nel riconoscimento del– l'impotenza individuale e nella constatazione dell'esi– stenza di formazioni sociali capaci di agire efficacemente, come unità di tona e di pensiero, nell 1 intima comJ)a– gìno della societù i diventa principio della conquista dei pubbllcl poteri nolln conoscenza di quel processo di for– mazione sociale per cui ncsrnn nuovo fatto può fare astra. ziono d1tciò che lì stato precedentemente elaborato, ma si de,·e esplicare lungo quello vie e attraverso a quelle leggi che la. ,·lta Recolaro ha già profondllmonto solcate e fissato; diventi\ Infine a'ìpirnzione alla socializzazione dei grandi mezzi di produzione e di scambio, e in que– sta a'idealizza 1 cou la couo,conza delle leggi che domi- nano la ricchezza, cioè la 1>li1potente fra le forze che attunlment<', In condizioni normali, o,ono in giuoco nella sociOltl. Questa concetiono moderna e i;cieutiflca del fatto so– ci11.le.per quanto di natura del tutto generale e flloso– flca1 può dirsi a ragione ifle<.1. madre, 1,atrimonio e.-,clu– sivo o specifico del pen,lero ,ocialistn, poicbè nessun'al– tra grande corrente intellettuale, nesrmna estesa cln'ìse socl.110 all'infuori del proletariato ha mostrato finora di abl>racciarla e prore,sarla nella sua integrità. li partito radicale italiano, in alcuno dei suoi pii1 illuminlltl teo– rlzziltori, ha tentato di a,,urgere ad essl\ 1 ma come di• mlnuita o mon<'a, o come attaccata ancora alla vecchia intellettualità, o come priva della sua. geniale e spre– giudicata attività innovatrice non ò essa apparsa nei nuovi cultori I Oggi, nel part.ito socialista italiano, si tenta introdurre una dottrina del Sindacato operaio, come integrativo o sostitutivo della ormai tradizionale concezione socialista, o si presume, dtll suoi volgarizzatori, che lo sciopero genernlo dello 11corsosettembre sia fatto capace di dare ad O'l!Javalore e 11anzione. Fatti di pensiero il cui ritle11so noi mo,•imento proletario giungerà tardivo e tenue, se pure giunger1\ 1 ma che lnlere-t'lano vivamente la ,•ita del partito, la quale, come abbiamo osservato('), ò vita eminentemente di penQiero. Sindacato, nella nuova accezione della parola, sembra debba significare ogni organizzazione di lavoratori sorta con int~11ti economici di re'llitenza e di miglioramento, che a'lp1ra alla .cestioue autonoma della propria materia di lavoroj prodotto spontaneo e caratteristico del movi– mento proletario. ço ..l intesa la parola Sindacato, è evi– dente ohe non tutte le organizzazioni di lavoratori pos– sono legittimamente essere comprese nella sua doflni– zlone; si potrà dire bensl che tali organizzazioni ton• dono ad assumere do! Sindacato la struttura e il con– tenuto ideale o che a questo nuovo tipo si avvicinano tanto pit1 quimlo maggioro ò In esse la rispondenza fra i mozzi di cui dispongono o i fini ri cui tenclono, e la co~clenza e l'educazione politica dei loro membri; ma so si considera la g1·anrle Impreparazione intellettuale e la grande miseria economica della maggior parte dei la,•oratori itnllnnl o la conseguente facilità con cui le cln'Jsi J>ara.s11itarlo Il as,ervlscooo mllterittlmenle e mo• ralmente, non il può non riconoscere che il Sindacato in Italia è più una concezione idealo ed una tendenza che un fatto m1lstcnte. 1:: còmpito precipuo del partito soclnll'lta dirigere quest11 tendenza e spingerla illumina– tamente, ma sen,a precipitazioni e coercizioni, alle sue ultime conseguenze. I rivoluzionart Italiani vedono il Sindl\cato soltanto nelle organlZ1.nzlo11i degli operai del braccio, e in ciò ò un grui,ssimo errore, 1>oichòda un lato circoscrivono il mo,•imento proletario ad una sua particolare manifesta– zione, vonenclo lntJ)liritamento a di<tconoscere in esso qnolln cn1rnclta\ tro.,formatrlce di tutto l'organismo so– ciale che non può scdurire che da un largo e integrale riordinamento clelh~ grande massa umana i d'altro lato O'l'II,I teorici del Sindacato, non si avvedono come, di fronte a organizzazioni operaie molto primith•e nella forma o chiuso nl pensiero moderno, esistano organiz– zazioni di impiegati civili o di insegnanti che del Sin– dacato già hanno la potenzialità organica e, più o meno manifesto, il contenuto idealo. .Ma non è questo il solo nò il più grave errore della 1 1 .\'tl ptft~t t ..,, l',fl"/(lllltHl<J: In C'l'itlefl .'~<J('l(l/t 1• gennaio HIO:O. paqlna I.

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