Critica Sociale - XIV - n. 18-19 - 16 set.-1 ott. 1904

cmTICA SOCJALE 283 a Destra nnzicbò a Sinistra, il :Monclolro, al pari di me, non esiterebbe un momento a dìmettersi da socio -· e riducendosi esse pertanto, all'atto pratico, ad una unità inscindibile; 3° che le organizzazioni operaie economiche si sono fin qui, in genere, astenute di proposito - pur acco gliendo in sè una vivace o fervida anima politica - dall'assumere un determinato coIOre cli partito e dall'cn• trare ufficialmente nelle gare elettorali, por non rimuo– vere a priori dalle pl'Opric filo le co::-cicnze nou ancora C\'Olutc o per non confondere l'aziono politica con l'C· couomica - ragioni magniflcamcute es1>ostee illustrate da te nella Chlira del I" dicembre 1901, in coda a un arlicolo del Troves, e dal Chiesa. e dal .\lurialrli in una loro relazio110 1 gi:\ altra v0Ha 1 a questo ste:-so proposito, da me richiamata ed edita in questo colonne, al Con– gresso d'Imola - e che non vi ha. motiY0 1 nonostante le diverse condizioni o circostan1.e 1 in che si svolgo la lotta di classe dei professori, perchè questi non abbiano, a tale riguardo, a seguire rescmpio lo ripeto, classico ed ortodosso - dello Camere del lavoro e dello redo– rnzioni dei contadini; 4° che, ove la Fede1·azio11P, come tale, si astenga dal partecipare in pro dei candidati d 1 E,;trema sinistra allo elezioni, non è " l'orientazione o illuminazione II sO\'– versiva 1 ' di coscienze,, da me suggerita. e augurata una gesuitica gherminella 1 ma. opera fatale, indutt:va, rampollante dai fatti, di educa"tiono civile, e l'astensione suddetta, comunque, null'altro, per dirla con le tuo pa– role, che una. "' norma di prudenza e di oneiità profes· · sionale 11 ; 5° che - per dir poco - giunse strana o inaspet– tata all'ingenuo lottorn la. cautissima e abilissima con– clusione, a cui, dopo il suo serrato r1.1gionamento 1 di– struggendo le fatte premesso, perviene il MondoHo i la conclusione - voglio dire - favorevole a quellrt non gesuitica, ma schiettis~ima " corren~o media, che, per amore dell'unità dell'organizzazione - di\•onuta a un tratto pericolante anche sovra di una contingento qui– stione di tattica! - non delibererà nulla di concreto, ma II dalla votazione del 2-l giugno ... trarrà. la prova ,1ell'intima connessione delle idealità. democratiche con lo aSJJirazioni degli insegnanti a Yantaggio prOJ>rio e della scuola! ,, Sotto l'astrattezza generica. della peri– frasi quale contenuto preciso ccl.. elettorale si asconde? .A.bbimi,caro 'l'urati, con l'affetto che sai, 21 stltem/n·e 1901. Abbiamo pubblic(lfO : ATTILIO CABIATI e LUIGI EINAUDI tuo .t. y. L'ITALIA E I TRATTATI DICOMMERCIO Uu elegante volumetto di pag. 100 Prezzo Lire UNA (Presso la Critica Socirlle). SOMMARIO. J11fr0'111zlo11e. - I. L'ltfllla fino al trattati del ll:!92, - 11.Commercio In genera.le dal 1sn 11.1001. - 111.11sistema doganale e 10 In– dustrie manuratll'lcl: 1° Industria del cotone; 2° della lnna; s 0 del fcl'ro; 1° della stia. - IV. Il sistema tlognnalc o l'agri– coltura: 1° vtno, agrumi, rrntta i 2° u dazio sul grano. - ,,. con• elusioni e 1iroposte. LECONDIZIONI DELLA MARINA MERCANTIL o i doveri dello Stato I. li problema dei rapporti fra la )fo,rina mcrcantilo e lo Stato rh·cstc grandissima. importanza di fronte non solo allo sviluppo dell'industria dei trasporti marittimi, ma alPincremcnto di tutte le energie economiche del Paese. Non ripeterò per la centesima volta 1 cosa omai a. tutti nota 1 i rapporti che legano l'organizzazione dei trasporti agli interessi della produttività indu– striale e ngricola di tutta la nm:ionc. Basta pensare alla geografia della penisola, sia come sviluppo di coste, sia come scalo di infiniti trafiici internazio– nali, per intendere come la navigazione meriterebbe in Italia una curn specialissima. l~d è singolare che ciò che compresero così bene i nostri antenati, in condizioni pur così ditflcili quali erano 11autonomia e la rh·alità delle varie città nu'rinare e la primiti– vità dei mezzi del navigarc (la vela non era ancora stata vinta e soppiantata dal va.poro), non sia ugual– mente compreso da noi oggi, raggrnppati in nazione e favoriti da tutta una serie di meravigliose inno– vazioni nelle arti del mare. Della marina mercantile pochi si occupano e quasi unicamente i pili personalmente e direttamente in• teressati .. \ costoro la nostra borghesia ha dato il piit ampio e incondizionato mandato cli fare ciò che loro meglio talenta) salvo sconvolgerne completa– mente i piani, quando, cli soprassalto, sospetta che i f,wori concessi siaoo troppo larghi e dannosi alle altre atth•ità industriali. Così, col decreto-legge 16 no– vembre 1900 e <:olla successira legge 16 maggio 1901, bruscamente si tolse la maggior parte dei benefizì della legge 23 luglio 1900 sui premi Ji costruzione e navigazione - ma tutto ciò senza metodo, nè studio. Nel campo democratico poi, all'infuori delle solite frasi acl effetto, della solita critica. generica, che, pcrchè prova troppo, non prova nulla, degli attacchi vivaci sì, ma non meditati, alla troppa voracità dei costruttori e degli armatori, nessuno studio positivo, nessuna proposta concreta. (1) Così la nostra marina si è ridotta nelle condizioni di cui parleremo in appresso: non solo non ha sa• puto conquistare mercati strinieri, ma si è lasciata soppiantare nei porti italiani. rn fotto di tonnel· laggio, dal terzo posto che nel 1875 occupava di fronte alle altre nazioni del mondo, l'Italia è oggi scesa al sesto posto. li problema, oltre che importante, è urgente. Nel 1908 scadono le Convenzioni per i servizi marittimi postali e commerciali, che attualmente gravano sul bilancio delle poste per L. 10.225.61:?; Convenzioni che diedero un risultato peggiore di quelle ferro– viarie. Colla fine del 1906 hanno termine i famosi premii di costruzione e navigazione concessi colla legge del 1896 e modificati con quella del 1901. E (I) Un esempio lampante di qucsll l\ttaechl miti I\ van\·cru !'al). l)ll\mO nella constMtaz!one, ripetutamente ratta con frasi altlsonunt\ e 8rllYI d'lrll, e di recente anello rl11etutll dal Olrottl nell'Ar1mti.', che l'lmtiorto del 1iremt portati dalln leggo del 1896 ru Incassato da un numero rlstroUJsslmo di Società di :-.nvlgazlone o di cantieri na\·n\J. :\la la crltlCl\ l)lì1 feroce di quolln leggo dlsgrl\Zlata, o del premi da essa. 1st1rn1t1,11011ot può far dtmentlC11.reIl fenomeno di accentra– mento ca11ltallst1co che i:, rntalo o storico, o dal quale noi auguriamo orernpa p!ì1 fllc!lmente c ro11lclamo11te l'organnmcnto aoclal1stlco del mondo; ed i:, strano elle si lamenti elle l'!n<lustrla <lei costrurre e riH na\·l~are la flotta merc1111t110 di una nazione 81 rcsir!irgn. ltl 11oc11emaul. vorremmo forse cho 1>erciascuna na\"e si 1wes9e 1111 \)l'Ol)rlo eostruttoro e un 11ro11rlonrmlltore? t: come allora denun– elare, quasi come crlmlnnlc. Il rntto p\11semplice e, diciamolo 1111re, pli1 necessario della o,·oluztone economica del oapttallsmo?

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