Critica Sociale - Anno XIV - n. 3 - 1 febbraio 1904

Il CRITICA SOCIALE OC'l'orrp rhe l'altro l'lin dispo~to, pt.-r avere 5 etti. di Yino, 11doffrirrw IO d(•l ìluo 1,t'fllllO 11. l1. lO rertolitro. In tnl C,l"IO .) l'ttl. ,·ino X !?UI,. 10 etti. grano X J OI,. E n t-1Ull voltn 1 ))l"r('h(' «1ut•it0 si verifichi, occorre t•lic l"indh·iduo t•hc pOsl'ìil"'dr Il \"ino ritenga rhc, com1,iuto il contratto, la quantità di vino che ancon1. A"li rt•stu, dopo 1t,cr1H' n:•n1hni 5 eul., aumencata dei IO <'ttl. di gnino ehc ha «·011111t."mto, sia una qunntit:1 tal<' du U!--sicururgli un lllRH)o\irno di hcncsserc, di uti– lic:1: ultrimrnti nnt•hbe \"Cniluto una quantità mug– g-iort• o minnrt• di ùno Il un prezzo diver::,O. ldcnti– ('11mt•11h•, s(•mprt• J>f'rrJu\ si ,·crifiehi <JUella uguu.– g-liitm:it, hiìloJ.t1lt'rìt d1e l'individuo rhe possiede il g-rano nhhin fatto il ,•nkolo l'11e, compiuto il con• trntlo, la q1u111tit1ìdi grnno che ancort1 gli rrsta, dopo u\·rrnc \'('nduto IO etti., uurnt'"'nlA.tadei;; citi. di vino l'hf' hn rompC'rato 1 roKtituisra un insieme tuie di IIH'rci da lli!Mkururgli JHII'(' un massimo benessere. Di qui la <.'OIHl('J{U<.'nzn l'ht>, u in un mo reato aperto nllu. lilwrn ('OIICOrr(•l)Zll, i Yt•nditori e i COlllJ) ratori d elle nwrri ('ontrnttano in condizioni tali dt, poter.si ri– tr.trrc dal mercato 1:1010 quando hanno ottenuto un 111nst1imodi 11tllitì1 ,,. ~C', inYecc di avere due individui posi-;essori di cluo Jll('f('i, rmnpli(•hiitmo il problema ron pili individui t• co11 merci nu111erosil!l~i11w 1 una isemplire induzione, C'lw dl·I re-.to si potrehh<' facilmente dimostrare, ci perm<'ttt• di allurgare q1u•llu. conseguenza a tutti gli i111lhillui d1c>Ki trovano sul mercato. Pa~'.'!huno or,L dai merrati delle mer,•i a quelli dei coi,Ì rlt-tri • seniz1 produttori .,. A quei mercati cioò don• st.111no individui drsitlrroisi di comprare merci, dn1111rot•omprr8o pcrd1ò il dnnaro ò una merce t·omr un'ultru , 1 offrendo in <.'1tmhiouna certa quun• tit,'l ili uno dei tre ugrnti della produzione, rioè terrtt, l'llpitalc o lavoro. 11 J)rohlema si t•omplica un poco, ma non cambin naturn. I I la.voratorc, nd Psrmpio, per comprare grano, vino, ahiti, ec(•., dt\\"{' offrire una. certu quantità. di lavoro 1t 1111 ct•rto prezzo. Un capib:tlista, a cui servo quella <1uantitlÌ. di lavoro, deve offrire grano, vino, vesti11rio 1 ecc., 1\ 1111 .dato prezzo. Se le due offurte moltiplicute poi J)rezzi coi11cidono, i ,1110 contrnenti, lavoratori o t'lll)itnlisti, si ritireranno dal mercato com1>iuto lo sc,tmhio e avendo ottenuto ognuno la utilitì1 1 il henPsiien• massimo. Quarulo il rncn•ato sar,\ in cquilihrio, ossia immo– bile? La ris1108tn om diH•nh" ngevole. Quando tutti i pos!'lt'ilsori ,li mc>rci, tutti i possessori di terre, cli cnpirnli e tut1i i lavoratori si saranno ritirati dopo aver. compiuti gli Sl'arnhi fm cli loro, ossia, noi lo imp1u1tmo,do110 nv<1r rag-giunto il rn,tssimo di utilità: eo1u1egul•nza qu('stu, lo ripetiamo, pc>rmessa solo dal fatto <'he quel mercato em a1>erto allr" libera con• correnza. 1 • ... Dutu (Juestn. concezione, Ricomprende agevolmente la <.·onclusionc degli economisti. Se è un fatto che la libern concorrenz,L nssohna, illimitata è quella. che ( 1) se Il mt•r('1Uo mm i, In llbt•ri1 ('011t·orrenzA, clot• 11010condltlonl dello 111•11mblo "0110 t,,11 cllo I \(+JUIIIOrl J)O~IIOJIO regolare I prPUI, 11 IQAll!llmo d'ullll!A 11011llf·nc ra,riçhllltU dfl tuu! I co11lraenu. QUl'IIIO APIIUDto 11 ''l'rlH('a 111'1 ('A,o di u11 monopolio o nel caso In cui uno !-t11to ,·un la l1·1rh1la1.lorw (l1rOtt"1lon11doic11na1e, ad ('llem11lo) lntervlcno A turh11r1• Il 111>,·r<.1 1rlo1·0 t1<•11e torzo l'l'011omll'hO. {,lllld lii' In 1,ro1lu1.lnno t1i11110 COIIIUllljU()f('fl'.()\fllll d11 uno St1,to 110· c-1!1\IMt,1 • Il 11robh•m11 ò •llìlo ll.V\"h'!unto mfl.tenllìlll'l&mt•nte dal Pnroto: lu. ""lt11.lo1w di 1-uu 1wri1 ml ~•·mllrll 1ro1•1>0più co11111lleata di 11uc110 che l' ,htil,1 tlll'i"•11h1 11 ..1 ,110 111,1,110 l'llln~trc 1,rot1·~•ore di l..(l•itllllà; J><·r (:"Il\ n-,n ,a;,rcl u, Cul,!l\l'rC 1,, 111 lul CUlll'iU8I011e l"he: ~ l11-lllwra com·orr,·n1.;i dl',.:11 hn1,r1•1ulllorl d11, 111-r l COl'fflr\t111II ili ra1>1>rlca1.lonl', gli 111t-,1\ , 11lorl rh1• M\ot11•rrt•!Jb1•ro th•1t.•rmlna11d(III con IR conlll1:lo11e di Oltl-rwri· dt•llc •1u,1111111\ lii 1•rotlotrl tali chi', !IC tu,"cro connnlen– temcrue ,l1111r11iu11,·,ut> rl~ult,·ri•hhf' un m11<1~lmodi ulllltà Pf:r OJfnl lotll-rlduo della ,oclelit ~· ron('P,IP a tutti ('Oloro rhr \"ànno su un merruto di ru~;.{iun~ere rutilifa m1b!'lin111, il colmo della feliciti't cro11ornica 1 ò <•hiuro chP hl libern concorr('n.m rap– prPscntu. un icl<.•,de\'CrNO ('lii hisogna. teuJere con tuttl• le forw, l' che - IH'r converso ogni :-istema che tt'nde ad ost,tcolarla (· seuz·altro da. coudannttrdi come pernido"'o nlrindhiduo e alla società. Co~l o:.:ni l<•,1:_~l, per rC"golurc le Bur,w è dannosa; la lcgiltla• zionc che lirnitu l'etù. poi lavoro delle donne e dei fanciulli ò clnnnosa; 11organiz,mzione operaia, che li– mibt lu libcr,t offerta d<"I lavoro snl mercato, è per– niciollu. allo ste~so operaio, ò biasimevole. 'l'uli - ripeto le deduzioni degli economisti così detti " lihcristi ,,. l•:d e1:1se ap1>a.rvero così logiche, auclll' a gli av,•er,mri, che questi, per combatterle in quauto Rtrìdernuo roi fatti e con le tendenze dell'oggi, si attaccarono 1-1cnz'altro alla dottrina, cercarono di demolirla o prooltunarono la bancarotta clelhi scienza t•co110111icu. . .. Fortunatamcntr, questi signori si sono troppo af– frutlltti. La. 11eicn.1.aeconomica e, intendiamoci hcn<', cli seion.1.t, economica ve n'ò una sola por )..t"rnziu di Dio ù viva, vegeta e in ottime condizioni. Qtwllo (.')10 t•,isn ha. drtto è vero. Solo, le cleclu.1.ioni furono sempllclstl 1 e fal..:;e; le premcl!lse, che io ho più che rias1rnnto 1 aflo1111,rato, non permcttcvau~ <1110110 concluMioni. E!ise sono vere, date le ipotesi, e cioè: contraenti sui nwrcati di fonc uguali, che partono eia 1mnti inizinli identit·i, l'11e 11011 cornmetrono errori che i,ono lihcri dì coutrittture o no, che hanno sc~lta arbi– tmrin . .Non :,;i è tenuto conto degli elementi dello KJH1zio e clt•I tempo. Si sono trattate infine tutte le merci come quantità, e cioè indiJ>emll'nternente dalle carutterititicho qualitative rhe le distinguono: si sono ti·atbtti u~llu Rtcs:iu guis11. i servizi produttori, eioò tcrru, ct1.1>1tftlc e lavoro. 1,: tutte queste condizioni sono imlispensahili IIC'rchè lu lihem concorrenza si effettui. )lu, prima di !lpplicarc senz'altro <1uestc conclu• sioni, hisognt-L o:iaminaro la pratica e vedere se quclll' ipotesi si cffettu11no. Orn, ri::,petto ull'elcmcnto " lavoro ,,, nessuna di qu('II(• premci1sl' si vNifica nella vita reale. l•:d ò appunto esaminando gli attriti di questa vita reale, che Il fenomPno dl'l11or~anizzazione 01>eraia ci apJ)a• rirà sotto una luce ;Lffatto nuo,•a e ben diversu, anzi opposta, a cprnlla con cui l'hanno esaminata gli eco• nomisti libcri'.'lti. . .. Ell incomincinmo subito a considerare l'elemento d<"llo 8J)(1zio, di cui, come abbiamo \'isto la teoria pura non tiene conto. ' Anche qui la El·onomia pura funziona precisamente conw quella meccanica razionale, con cni ha tanti punti cli conbltto. Questa. pure, nell'impostnre le sue cq~azioni, prescinde affatto dalla resistenza d el mezzo, ot-:m1.ammette> che l'energia si trasmetta a qualdia.si clil3tanza senJ.a perdita alcuna. Quindi l'elemento della disfanz u diventa perfettamente indifferente nello. stud.io dl,i fenomeni meccanici in prima ap– pross11nnz1011(1. OrR, rispetto nllo SJJrtzio, il lavoro umano presenta sul>ito una cur,tftt>ri:-;ticn che lo distingue complehi· mento da tutt<.' le altre merci. E cioè mentre il ca• pitulistu può spedire il imo Ct~pitnlc ' o materiul– mcnto o come vnlore - in qut1lsiasi località; mentre 11 produttore, so11zt1.muo,crzii dal i1uo tavolino è in grado di !)J)Cdin• le sue 111t•rcia <1111lll!liasi d st 1 n11za· il h~Yoro 11011 1•uì, sbtccttrdi da chi lo possiedo no~ può shtccarsi clul lavoratore. ' Qurslt" vcrit:'i, che anche ru lConsignor De La Pa– li~se avrebbe potuto benissimo riconoscere non manca 1>erò di avere grttvissime com1eguenzd u ca•

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