Critica Sociale - Anno XIII - n. 24 - 16 dicembre 1903

CRITICA SOCIALE 377 l'appellath•o di liberale, per non lontani ricordi, richiama il classico tucus a.110n lucendo, non trovava da salutare nell'Estinto di Drighton che il flagellatore dell'utopia collettivista e l'apostolo clel Vangelo lìberaÌe. Qualche imbecille innocuo lo metteva a raffronto con Leopardi I Qualche altro, della stessa categoria, trovava modo di paragonarlo a Mazzini! Ad eccezione della Tribuna, O\'C il necrologio fu degnamente tessuto da Oiuseppe Sergi, lo Spencer ha avuto quasi dappertutto la disgrazia di vedersi riassunto da letterati che. a tempo perso hanno letto qualcuno de' suoi volumi, per farlo sen·iro, sia pure inconsciamente, a questa o quelPaltra tendenza pratica. Sarebbe però Cl'rOneo credere che il paziente non al>bia mai protestato contro questa partigiana mutila– zione del suo pensiero integrale, cbe 1 volendo essere scientiflco 1 non voleva 1 almeno nelle sue intenzioni, ser vire ai piaceri di alcuno; e pili d'una volta qualcuno· se ne sentì bruciare la pelle. Fu da qualcuno insieme con Marx e Darwin composto in una triade, che vor– rebbe simboleggiare la.sintesi della portata rivoluzionaria del rinnovamento scientifico moclerno, e fu detto e ripe– tuto che la sua f\losofta conduce al socialismo. Lo Spencer protestò dicendo che nulla pili dello sue dottrine era lontano dal socialismo. Chi :-\\'eva ragione? Perdonino i lettori, se ci permettiamo di ritoccare brevemente questa questione, proponendoci la massima. e più serena. imparzialità. . .. La questione va scissa in duo, che le sono subordi• nate: quali siano i rapporti delle idoe dello Spencer con il socialismo, e quali i rapporti di questo con la dottrina generale clell 1 evoluzione, di cui lo spencerianismo non è che una formula discutibile e provvisoria e sog– getta a miglioramenti. Circa la prima questione, non vi ))UÒ essere dubbio che lo Spencer sia stato un rigido ed assoluto indivi– dualista; siccome per lui l'aggregato sociale ha proprietà che no:1 sono so non la. risultante delle proprietà delle unità compoÌ10nti 1 e siccome le varie istituzioni reli– giose, domestiche, politiche, economiche non sono che organi di soddisfazione dei bisogni di queste un ifa, e in ogni momento sono quindi appropriate alla natura di queste unità, ne cleriva essere assurdo l'invocare un mutamento d'ambiente sociale per ottenere un perina– nente mutamento nella quantità di felicità e nella natura degli individui; questi sono come organismi che si fab– bricano a grado a grado gli organi protettori che loro si confanno; questi ultimi non possono loro essere im– posti. "Un mondo, che dal lontano Oriente della Russia al lontano Occidente della California. assiste giornalmente ad atti di violenza, dalla conquista di un popolo ope– rata da un altro pOJ)olo,alle aggressioni dell'uomo sul– l'uomo, non troverà facilmente luogo per un ordine sociale il quale implichi fra.terno rispetto degli uomini tra loro. Una natura capace cli generare odii interna• zionali ed intense bramosie di vendetta, di procreare i duellanti e nutrire il disprezzo J)e1·coloro che non cer– cano di lavare lo sfregio con la morte, non è una na– tura entro la qua.le possano moclellarsi comunità armo– niche. 11 Ciò che lo Spencer ha sempre presente ò la })siche dell'uomo, la quale è il centro d'irraqiazione di movi– menti collettivi imprevedibili, e che sfuggono sempre ai riformatori, sempre anelanti ad imporre una loro concezione astratta e statica a una realtà viva e dina. mica. Bisogna pensare che lo Spencer maturò queste ate G no B grco suo idee specialmente nella sua giovinezza, nella prima metà del secolo XlX, quando del trionfante regime li– berale non si conosceva che il lato buono, non essendosi ancora terribilmente inasprita la concorrenza interna-• :tionale e non essendosi ancora nemmeno presentata l'idea della J)Ossibilità di monopolii naturali; bisogna ricordare del pari, che, da quando egli s'accinse alla sua opera fllosoflca e uscì dal mondo degli affari, non ebbe più della vita sociale un 1 impressione diretta e ragionò di essa fino a' suoi ultimi anni con lo ideo e le rimem– branze delle esperienze della sua giovinezza. Finalmente non bisogna trascurare che l'Inghilterra, grazio alla sua prosperità. economica e al vasto suo mondo coloniale e alla sua lil>ertà politica, non offer;,e ftuora terreno fa– vorevole al diffondersi di dottrine propriamente socia– liste e all'organizzarsi di un movimento compatto di classe. So queite cose non paiono ancora che lontana– mente possibili agli stessi interessati, qual mera.viglia non siano state sentite e comprese dalla mente di un pensatore? e di un pensatore inglese? Qual meraviglia che, l'esperienza viva. dello Spencer essendosi fatta quando del liberalismo non conoscevasi che il lato vantaggioso per contrapposizione alla coazione dell'a11cien t·é(Jime, e non se ne conoscevano appieno le insufficienze per rap– porto agli effetti del divorzio tra lavoratore e mezzi di produzione, il suo ideale sociale, quello che a lui parve stesse maturando nel grembo del mondo a lui noto, riflettesse solo il primo lato e non il secondo? J'~ avve– nuto allo Spencer proprio il contrario di quanto avvenne al :Marx. Questi scambiò le doglie del parto della società. capitalistica per i sintomi del suo prossimo sfacelo; dalle crisi cl'un immaturo sviluppo credette di indurre la curva d'un intero ciclo storico i il pensatore di Derby, dall'e– sperienza comparativamente felice rPun dato periodo della società industriale procedente libera da ceppi, cre– dette di poter concludere all'industrialismo come fase idtiale-terminale dell'evoluzione dello società, spingendo all'estremo il processo di di\•isione del lavoro e di in– clividualizzazione delle funzioni, e non valutò forse suf. flcientemente quanto le cose fossero andate in breve tempo crescendo di complessità. A tutto ciò contribuì certo in misura notevole anche il suo temperamento eminentemente a11tiautoritario (my constitutional disregard of a11thor-ify). :~ questo che spiega ciò che di utopistico v'è nella sua morale assoluta, con· cepita come il limite tendenziale della. morale relati\•a, e nella protesta da lui vivamente formulata contro il cosidetto rimbarbarimento della società moderna, nel– l'arte, nella vita, nella scuola. Per quanto l'uomo si sia forzato di esser fedele alla sua dottrina, e per quanto abbia riconosciuto che una condotta politica interven– zionista e in parte autoritaria. a favore dei deboli a mano a mano che questi acquistano influenza - ossia una possibile tirannide dei meno adatti a scapito dei pii'1 adatti - sia conforme alla. natura umana quale ora si rivela., egli non ha saputo, per ciò che riguardava le idee a lui ))ili care, vincere le impa:,;ienze che dovevano J)Ortarlo ad obliare la legge del ritmo da lui tanto splen– didamente illustrata. Noi sappiamo che lo Spencer scrisse di cose socia.li prima di intraprendere lo studio sistematico delle parti dello scibile che la sociologia presuppone; sappiamo anche che egli fu preso da un vi\•o sentimento d'an– goscia all'idea di non poter compiere i suoi ~ Principii di Etica,,, che dovevano essere il coronamento del suo sistema, e che, concepiti prima d'ogni altra parte, do– vevano essere lo stimolo ad iniziare tutto l'immane la-

RkJQdWJsaXNoZXIy