Critica Sociale - Anno XIII - n. 24 - 16 dicembre 1903

3rd CRITICA SOCIALE voro 1 ch'egli stesso si mera, 1 igliò di aver potuto compiere. [ giustificare ideali di classe, ciò va attriUuilo a rilgioui Si ò detto pH1 volte che, se l'aritmetica fosse basata sui storiche e indivhluali che a lui imperlirouo, più che In desiderii e sui bisogni, sarebbero diverse da. individuo I a.ad individuo le co11clusìoni che se no traggono. La cosa ·ò perrettamente visibile nel sistema dello Spencer. La sottostruttum metafisica del suo pensiero sopravvisse In parte alla· soprastruttura scientifica o razionale, e, come 1 per rapporto alla religione, così per rapporto alla mo– mie o all'ideale sociale - nelle quali cose tutte noi siamo troppo intimamente interessati por essere obl>iet– livi come di fronte oi soli ed ai fossili - lo SJJencer ru tratto dall'utopismo interiore od idenlismo morale, elle dir si ,•oglin, e che non può mancare in ogni uomo che pensi, ad essere alcLuanto clogmntico ed unilnteralc. Shake– speare potrebbe trovare in lui un'ottima riprova della sua sentenza che . . We «re such stun-· as d,·c«ms are matle 011 ••• ( 1 ) Noi, più gio\'nui di lui, e forse solo per questo, e solo perchè cominciiuno a vedere l'altro Iato della medaglia. del mondo nel cui pieno ru1gorc egli conce))ì una dot– trina ch'era un ))Oema di gloria nel esso dedicato, pos– sin.mo tener conto della seconda rase ciel ritmo sociale, e, seguendo quel metodo di couciliaziono dei contrnrii, che ò uno dei più preziosi insegnamenti di lui e in ge– nere pare una particolar cura dei filosofi ed economisti inglesi, possiamo dire che inten'enzìonismo e liberismo, protezionismo o libero scambìo 1 socialismo e indh·idua– lisrno sono, non già principii autonomi e JJer sè stanti, mn. tendenze complementari rl'uu solo ed unico processo; nel ora ad orn prevnlgono o l'uno o l'nltro 1 e l'uno non ò che la reazione nll'altro, ed entrambi sono deviazioni ritmiche dallo stesso tronco dì vitn pienn e continua, In quale per la sua sana continuità si svolge nell'incosciente, si sottrae al tormento dei sistemi, o cli questi prepara e 'fO\'erna. le rasi ascendenti e discendenti. Si direbbe, por usare una locuzione antropomorflca che non ha por iscoJ)Ose non d'evitare una lunga perìfrnsi, che gli idenli non abbiano nella ,,ita sociale che una funzioue dia– gnostica e profilattica. Quando in qualche direzione si eccede, il dolore delle conseguenze richiama l'attenzione sul fatto, spingo alla formulazione d'una legge, che sene alla pratica flno a che nuove esperienze non la modifi– chino o no rivelino nitre più comprensive. I sistemi filo• sofici servono anch'essi alla pratica; come i romanzi, educano ed ammncstrnno, mettendo in evidenza le linee essenziali del conoscibile, affinchè se ne JJOssa trarre qualche oroscopo. Ouyau non ha avuto tutti i torti di dire che, da un certo punto di vista, la filosofia è un ramo della scienza rloi rischi e delle assicurazioni. Così ci paro d'aver risposto alla qullStionc posta. Spen– ccr non aveva lo scopo di servire a questa o a quella clnsse, a questo o a quell'ideale. li suo sco1>0 era di sistematizzare lo scibile del suo tompo per rondaro una etica scientifica. Era naturale cho le tendenze allora predominanti suggerissero uu ideale nnzichò un nitro, o che incoscinmento questo ideale si tacesse nel sistema, sorto per giustìflcnrlo, il posto migliore; non è la prima volta che un'opera geniale non è se non la realizzazione d'un sogno giovanile i ma sarebbe assurdo il credere e Il 1>retendero che una. sintesi scientif\cn. o filosofica, che vuol rispeçchiare tutli gli aspetti della realtà, debba giustificare o far da premessa a ideali di classe, che appunto per questo rappresentano solo una parte della realtà stessa. Se nello Spencer v'è una parte che sembri {1) Noi slamo ratti della 1tena 1toll'll del no11M sogni. (Tempesta). vd l.:J altri punti, di veder le cose sub sr,ecie aeter11i, e va nn• che attribuito alln. novità della. situazione sociale e, sia pur detto. alla visibile deficienza di cognizioni storiche metodicamente classificate nello S1lencer. Sotto l'influsso ciel potente rinnovamento delle se;icnze biologiche o dei secolnri trionfi dello scienze fisico-mn– tcmaticho, lo SJ)oncer, che era matematico, ,10,·e,•ntroppo naturalmente sentirsi tratto ad estendere que'3ti metodi alle scienze morali e sociali, a sviluppare le analogie e a sottovalutare lo differenze specifiche di ciascuna cato• goria di fenomeni. Nella filosofia spenceriana, che tendo ad additare un J)rocesso di azioni o reazioni tra il tutto sociale e lo suo unità, per cui si giunge alla massima JJOtenza espansirn. o intm1si,•a di ciascuna coordinata a quelle delle altro per mezzo di relazioni in massima 11arte volontarie e in minima ))arte autoritarie, il socill– lismo, che ò l'idealo di una classe, 11011 può che rappre• sentare una delle tante reazioni pratiche e ideali dei deboli contro i forti, fluo a che, n uno stadio limito in– finitamente lontano, in un equilibrio <liforze fisico-etiche equamente distribuite tra gli individui, quelle azioni o reazioni venendo a. cessare, ogni rorma di autoritarismo divenga iuutile o con essa. anche ogni rorma di inter– venzionismo socialistico. Spencer, o almeno la logica del suo sistema, s'incontra. con quella di nenan ( 1 ) nel ritenere che l'ideale ellenico– la.tino, J)cr eccellenza individuall.~tico, finirà. col pro,•a– lere su\1 1 ideale semitico e cristiano caratterizzato dnl paternalismo, e di cui il socialismo è una derivazione storica. Jl suo proro11do attaccamento a questo ideale, rendendolo oblioso della sua leggo del ritmo, spìega rorse le tristezze degli ultimi anni nel vedere la marca saliente del militarismo, dell'imperialismo, del protezio– nismo, del neo• misticismo. Quest'uomo, crediamo noi 1 che a,·evn. opposto la lentezza dei mutamenti sociali al• l'ardore dei tllantropi e al fanatismo dei riformatori, non aYevn ancora sufficientemente vahltnta. questa lcu– tezza e soffriva <li vedere l'umnnìti\ ))ili lontana. dal so– gno agognato e celebrato, di quanto egli stesso avesse osato prevedere facendo srorzo di compressione delle pili ,•i,•e e prepotenti sue energie ideali. ... n'altra dello ragioni che, scm))re in diJ)endenza di un < letermina.to clima. storico e dell'esperienza. di epoche determinato, doveva rendere la sociologia. spenceriana inadeguata ai nuo,·i fenomeni da. spiegare, quantunque essa, pur venendo dopo quelltt- di Comte, abbia costituito uno sforzo prodigioso o immane, ò da ricercarsi nella stessa teorica della conoscenza dello Spencer o nella sua classificazione o subordinazione delle scienze e delle categorie dei fenomeni che ne sono gli oggetti rispettivi. Non possiamo che accennare. 'l'auto in Inghilterra quanto in Francia, il positivismo nacque come un'atte– nuazione del materialismo, dopo la. critica gnoseologica. di Emanuele Kant. 11 noumeno kantiano peggiorato di– venne l'Juconoscibile di Comte, di Littré, di 'faine, di Spencer; Inconoscibile di cui però si afferma già di sapere nientemeno che questo: che esso è la realtà. vera, di cui tempo, spazio, materia 1 forzn, spil'ito, sono simUoli. li positivismo per tal guisa riuscì cosl poco positivo in sul suo nascere, da ridurre a simbolo di una X ipotetica, che vice,·eraa sarebbe l:i realtà. vera, il ratto del cono– :;ccre, che irn·ece è In sola realtà tJcr noi immediata. ( 1 ) \'ed! mstoi1•t d,i VtllPlt d'lsnul.

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