Critica Sociale - Anno XIII - n. 24 - 16 dicembre 1903

Critica Sociale fi !VIST.fl QUINDlCIN.fllE DEL SOCl.1/USMO Nel Regno: Anno L. 8 - Semestre L. 4 - All'Estero: Anno L. 1.0 . Semestre L. 5,50. Lettere e vaglia aU'Ufflcio di CRITICA SOCIALE - MILANO: Portici Galleria V. E. 23 Anno Xlii - N. 24. Non si ven<k a numm·i separati. MIiano, 16 dicembre 1903. Preghiamo i nostri cortesi abbo, nati a voler rinnovare l'abbonamento possibilmente prilna dello scadere del corrente dicembre. Pel 1Mwvo rnvno di ctbbonc11nuynto; abùo– ncHnm1,fli c1mn11d(tti'1>i; 111·mn-iti,a,i collabm•rt– tm··i tlelt' AnMn-lnistra~ione - veggasi nel– l''ttltVnu:i vauilna. SOMMARIO Attualità.. La ,ioat,·avt« (LA CRITICA SOCIAI,B). Il prognm1m1t di umi dtmocrazLa di, Governo (lVASOB LIOSOMI). Le sput mtWm·i sotto H ,l/hdstero Ztma,·dtlU-GloWU: lii (SYLVA V!VIASI). Studi soelolog-lcl. Jlerbert Spuicer t tt 80Ck1Usmo (Dott. ASOELO Ùl\ESl'J). Recanti pH/JbUcaztoii!. tlella Crltlca soc1a1c. Pei ,1110110 a»110 (l'(I/JÒ0ll(IIIHJIIW. t'RONTt:61'11,IO 1:D INDICt; DF.Ll)ASl 'IA.TA. , A·vvicinandosi il mwvo anno, saremo grati. come sempre agli arnici che ci suggerirannoindirizz·i di abbonati probabili, cui spediremoa nostro 1·-i-schio numeri di saggio. LA NOSTRA V·IA È utile, allo scantonare dell'anno, indugiarci un istante a precisare i termini e gli intenti dell'opera nostra; sebbene, dopo un tredicennio di vittt, e poi che cotesta azione s'è trasfusa oramai nettamente nella vita politica del paese, non sia certo il caso per noi cl 1 imb,1stire un programma. Esso non può essere che uno: proseguire e perseverare. Proseguire e perseverare non significa ripetersi fino alla noia. Una propaganda., che influisca sulle cose, muta atteggiamento e tono cogli scopi rag– giunti. La coerenza formale è il suggello della ste– rilitii. Se le stesse formule scientifiche - come illustra piìl lunge Angelo Crespi - subiscono il rifiesso della evoluzione delle cose e la legge del ritmo, quitnto più noi dovrà un'azione politica, che non sia mum– mificazione dottrinaria, ma sappia essere figlia della ,,ita e madre della vita! A un dato punto, la fedeltà alle vecchie formule, che esaurirono la loro virtù di stnunenti d'azione, diventa, per un partito, ri• nuncia e tradimento a sè stesso. E quanto non mutò, in questo trndicennio - esso stesso cooperandovi - attorno e dentro al partito socialista in Italia! Profondainente mutata- checchè arzigogolino i metafisici teorizzatori delle " specie stabili " sociali - l'azione governativa; mutato lo B1b1ote CJ no Bn e atteggiamento dei partiti politici; mutato, nella forza, nell'azione necessaria quotidiana) lo stesso pa,rtito socialista. Lo sviluppo rapido dello membra lacerò le fasce dell'infanzia, che invano le querule nut.rici si affannano, scandolezzate, it ricucirgli d'intorno; il bimbo ricusa il vecchio insipido latte e chiede alimento più socio i che faranno le nutrici, ormai, tlolle avvizzite mammelle? Date loro un buon pur– gante, e cessino di piagnucolare! Perchè nulla ò più allegro del vedere i conserva– tori, gli inchiodati al dogma, i preti della propa• ganda, che, rinrnsticando i Jatinetti del sochtlismo preistorico, si gabellano - e v'è degli ingenui che si fanuo acchiappare - per gli araldi più arditi del moYimento proletario! . .. Noi fummo, e persistiamo ad essere, profonda– mente scettici di fronte aJJ'ostentuto dissidio delle " to11Clenze " nel partito. Dal giorno che il socialismo non fu più catastrnfico, e rinnegò la rivoluzione au• tomatìca del capitalismo che spontaneamente si nega e sì distrugge, i termini " riforma " e " rivoluzione ,, smarrirono ogni carattere, nonchè antitetico, ditfe– renziativo; la rivoluzione cessò di essere un metodo, per diventare un risultato : il risultato esat.tamente proporzionale dell'azione riformatrice. Ormai per il proletariato, divenuto classe mili– tante, il prohlem,a fu un solo: acquistare ogni giorno maggiori capacità intellettuali, amministrative e po– litiche, e una pili effettiva partecipazione ai poteri dello Stato, affrettando e imprimendo il suo marchio a quelle riformo che ne elevino il tenore di vita e ne temi,rino meglio le forze per la lotta di classe j penetrando di sò e del suo pensiero tutti quanti i tessuti dell'organismo sociale; preparando ed attuando quello " Stato popolare del la,,oro ,, che è il prece– dente immediato ed imprescindibile dell'abolizione delle classi e del collettivismo. In quest'opera: complessa e multiforme, dissensi certamente possono sorgere sulla precedenza o sulla intensità di una propag1rnch1,sull'opportunità di una alleanza, sulla convenienza di sorreggere o combat– tere un dato regime di fronte al prevedibile regimo che gli deve succedere; ma, essendo dissensi con• tingenti, non generati da dh,ergenze di principii> ma dal mutabile appl·ezzamento di situazioni transitorio - nel quale apprezzamento ciascun di noi può va– riare, or in un senso, or nell'altro - fondarvi un dissidio di tendenze ò assurdo per definizione. 11 forzato dualismo dello cose non è allora che la foglia di fico di un voluto dualismo degli uomini. [! pcn· narchio rh•oluzionario, ultimamente inalberato 1 non ha altra spiegazione che questa. )[a se il " rivoluzionarismo ,, così intc~o no11 è che un gioco di parole, fondato sul vuoto delle idee, non perciò esso è mono, pel partito, un pericolo o un danno. Lo ò anzi in ragione dell'a.ssenza di un proprio contenuto. Impotente a recare un p1·op1'io confributo di idee - una finalità diversa o un metodo distinto di

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