Critica Sociale - Anno XIII - n. 24 - 16 dicembre 1903

B 370 CRITICA SOCIALE lotta. - non può, per illudere altrui ed apparire esistente, se non ingegnarsi a screditare il metodo adottato e seguìto, sostituendo ai fatLi il clamore, alle cose le persone, cavando dal museo e polendo a nuovo i vecchi fucili a pietra focaia. della propa– ganda- la formuletta, la parabola., la similitudine - ingigantendo gli episodi i più minuscoli del movimento e dnvianclolo dietro le ornbre. Le riforme, la cui conquista esigerebbe unifa e persistenza cli sforzo del proletariato, cui snrebbe redentrice ginnast.icn, cli• ventano " riformette ed erbi~ trastulla,,, pur tornando ad essere, se opportunità di polemica. mai lo con– sigli, Fefl'etto cli una" naturale e necessaria di \'isiono del lavoro ,,; all'azione politica, quando piì.1urge e s 1 impone, si oppone la necessità dell'azione econo– mica, incli 1 mutato le osi~enzc politiche, si fa il vi– ceversa; la coalizione e la resistenza organizzata dei lrworatori, lo sforzo di fissarne i risultati e di esten– derli agli strati meno orgrrnizzabili delle classi sfrut– tate mercè la legislazione conquistata del lavoro; la crn:rnione faticosa del diritto operaio e di approprillti suoi organi che surroghi a mano a mnno il regime rappresentativo al dispotismo padronale; tutto questo lavoro specifico, che rispondo ai dolori piì:1 sentiti ciel proletariato e vi appresta i rimedii piit diretti, passa, in seconda linea; alla pressione cosciente sui poteri, aJlo sforzo indirizzato a premere sulla mac– china governativa, si. sostituisce l'opposir.ione clamo– rosa e monotona., seguendosi così nei fatti quella tattica delle pregiudiziali che il socialismo ha ne– gato e che si nega a parole; sì ritorna all'empirismo dei medicastri, che si accanisce contro il sintomo e dei mali trascura la radice, e si va alli.1.cerca dello scandalo, come fece la democrazia. quand'era ai primi vngiti. Così si radunano intomo alla bandiera, del partilo, non già gl'interessi proletarii e quelli delle classi affini che vi convergono, ma tutta la diffusa acrimonia del ma.lcontento impotente, lo spirito di fronda e di ribellione, e si affoga il socialismo - alto gridandone il nome - nella salsa di un t1 popo– la.rismo ,, che nulla pill giustifica e moralmente in– finitamente peggiorato. Non soloj ma, poichè a screditare il metodo della lotta di classe - non predicata a parole, ma pro– seguita assiduamente nei fatti - nessuno è meglio autorizzato dell 1 anarchismo; così questo rivoluziona– rismo, fatto di rumore e cli vento, lusinga, per ~io– varsene, quella fazione anarchista che, disertando il proprio campo, s'è intrusa, senza disarmare, anzi per sgomilrnrlo) nel campo socialista, dove una persecu– zione oggimai pii1 blanda e Pattratti va dei mandati e delle medagliette, fanno la lotta meno sconsolata; e le dà così, in qualche modo, franchigia entro le file del partito, salvo, s'intende, ripudiarla quando, fatta audace dalla blandizie, esige solidarietà. aperte e compromettenti) presentando il conto dei servigi prestati. i~ il risultato cli tutto questo lavorìo - anguil– lante, dissolvente e contraddittorio - non è che lo stordimento e lo snervamento, anzi la paralisi cli tutta l'azione .socialista j alla quale, per colmo cli sarcasmo, battezzandola t1 riformismo ,,, si addebita quella impotenza a cui la si è costretta, si rimpro– vera quella narcosi che le si è inoculato! (1) . .. Contro questa degenerazione e reversione del so– cialismo - conti-o tnnta miseria intellettiva e mo– rale, per 1a quale fu possibile che il ,,oto dato a un (1) L',t1:m1U !, pur tro11po, nella sua Ultima mnn1era, pure nelle continue sue nm\.lagl, 11011 ò che Il rlflesao dello stato dl cose che deploriamo. Quando Prampol!nl lamenta ch'esso non sia qunst J)IÙ altro che- li i,oneltlno dcll',1J)0teo111 del suo (\lrctlorc, non rnvcrtt', ol scml)m, Cllù CIÙ Ò UCllll logica dt'I 61Stùm(I ! ,ate a o Gabinetto, a momentaneo sostegno cli un indirizzo favorevole allo sviluppo proletario o a difesa dallo nvvento cli un Gabinetto più retrivo, diventasse la pietra di paragone delle tendenze socialiste - contro l 1 infatuamento ciel tcatralismo malsano, seconclato, per rispetti umani, pur da chi più lo condanna in cuor suo, deve reagire il 1>artito 1 se ha caro il còm· pito proprio e il proprio avvenire. Jl pericolo interno del partito non è - come 11Hr strano di credere taluni amici nostri, e r,ome il cre– dere è assai comodo per verità - negli untorelli dell'anarchismo nrnschernto. Costoro, pei principii che confessano, pei movimenti scervellati che fomen– tano, stanno affatto fuori della diretti,,a socialista, La lol'O azione tutta negativa 1 l'int.ima alleanza, anti– socialista con la fraziono pili arretrata del partito repubblicano - h~ fraziono della famosa pregiudi– ziale -· ht loro stessa psicologia personale, fatta di raucori inaciditi, di passioni libellistichc 1 di schia– maizo e di vilipendio; tutto ciò contrasta troppo collo spirito sano e positivo del proletariato, pcrchè possa rncare all'organizzazione proletaria maggior danno che qualche turbamento affatto passeggero. Non avversarii 1 ma nemici <lichiiu·ati ed inconcilia– bili - più nemici a noi di ogni altro partito rca– :donario - essi non ingannano nessuno e, senza la blandizie che li ha incoraggiati e sorrctti 1 sarebhero meno cli nulla. La Joro azione, ad ogni modo, ò così disgiunta dalla nostra, che può svolgersi senza in– tralciarla. Ciò che ha, innegabilmente, arenato l'opera e di. minuito il credito e la forza politica ciel partito socialista italiano in questi ultimi anni) e gli ha fatto perdere quei frutti che) peL·felice convergenza di casi) parevano a portata. di mano, non ò nell'in· nocuo assalto, dal di fuori, dei Dinale e dei Lazzari, o dei Soldi e dei Labriola; è nell'equivoco che lo rode e lo paralizza di dentro; è nella creazione ar– tificiosa di contrasti interiori che) non trovando base nè nella dottrina nè nel metodo 1 ad altro non appro– dano ·che alla esaltazione cli individui e alla sconfitta o al disfacimento del partito. Questo stato di disagio non si vince coll'abile artificio dogli ordini del g-iorno di un Congresso: Imola cc lo dovrebbe avere appreso. Esso è il frutto delle nostl'C concessioni ed abdica– zioni i si vince colla affermazione vigorosa del socia– lismo in azione; con uno slancio vasto e solidale cli lavoro, cli coraggio e di sincerità. - di sincerità so– pratutto - nei pensanti e volenti del partito. Conviene che, uscendo cla1 rinchiuso e abbando– nando il pettegolo onanismo dei Circoli, il partito socialista si ricongiunga e si fonda, su più vaste arene, col movimento proletario; conviene che esso colmi le lacune delle sue piattaforme, ch'esso op– ponga ai programmi borghesi un proprio programma concreto, quel programma di immediata azione che ancora in buona parte gli manca: un programma cli organizzazione operaia e contadina, un programma tributario, doganale, militare, scolastico, di ammini– strazione comunale) di politica estera, non abbozzato in un elenco, ma pensato, ma discusso, ma vissuto, ma manovrato arditamente nei Comizii e nel Parla– mento, che diventi esso --- non le formule vag-he, non lo aspettazioni indefinito del millennio - la trincea, l'arce e la fionda del sociafonno. Conviene che il socialismo ritrovi se stesso, che il socialismo dell'oggi cessi d'essere quello clell'ieri o quello di un lontano domani; che Io riforme, ch'esso vuole, non le attenda eia.Ila cicca paura o dall'infida liberalità delle classi dirigenti, ma sappia egli stesso fucinarle, precisarle ecl imporle; ch'esso non sogni, ma viva; non blatteri, ma agisca; non aspetti, ma sia. Così il partito socialista diverrà - come deve - la coscienza e l'avangnarclia della milizia proletaria. LA CHl'l'JCA SOCIAl,E.

RkJQdWJsaXNoZXIy