Critica Sociale - Anno XIII - n. 24 - 16 dicembre 1903

CHITlCA SOCIALE 371 IL PROGRAMMA di ·itn(i dem,oc1•azia di Go·vm·no Se l'on. Giolitti, per un bizzarro dilettantismo di antico procuratore del re, si fosse proposto di clenuuciare al paese l'immatllrità della democrazia -- usiamo questa parola nel SLLOsignificato più ampio, comprenclendovi tutta la gamma di partiti che va dalla Sinistra alle ul– time punte dell'E~trema - non avrebbe, crediamo, tro– vato mezzo migliore che il presentarsi alla ribalta par– lamentare con una compagnia come quella che ha scelta e con un programma come q_uelloche si ò proposto di attuare. Infatti, benchè l'on. Giolitti abbia gettato a mare, come zavorra ingombrante, il divorzio, la riforma giudiziaria e lo sgravio del sale - i tre cardini del programma zanardelliauo -; benchò, o questo ò ben piìl grave, abbia) con la scelta delle persone chiamate a coadiu– varlo, piegato ver;.o il Centro e verso la Destra, scambio di volgersi arditamente all'.tstrema; la stampa di Si– nistra, il Resto del Carlino, l'Adl'iatit:o, la Lomba1·di<t (nomino questi tre, come i maggiori fra gli organi ve– ramente indipe1ule1iU della Sinistrn) gli sono rimasti fe– deli, e non hanno avvertito che essi difendono un corpo senz'anima, la maschera vuota di un partito che ò ormai in dissolu.zione. Ora, cotesto oscuramento, per cui è reso possibile un trucco cosl colossale, non ò certo imputabile agli uo– mini. Oli scrittori ccl i parlamentari della Sinistra. non sono così sprovvisti cli accortezza e di senso critico da non poter vedere ciò che noi vediamo. Piuttosto, essi continuano a vedere ciò che hanno sempre visto: degli uomini e non delle cose. Giolitti ò sempre per loro un uomo di Siuistrn, o il suo Ministero, comunque com– posto e qualunque ne sia il J)rogrammai è sempre il loro Ministero. Poco conta se il loro gruppoi nelle mesco– lanze eterogenee di una maggioranza mostruosa, ri– manga soverchiato e come numero o come espansione ideale; il capo del Governo esce dalle loro file, e l'or– goglio J)aterno consiglia di indulgere ai peccati del figlio. Cotesto errore ò l'incUce di una immaturità. Se la Si– nistra si acconcia a seguire un Governo che non è pii'1 suo, ma che anzi pare al>bia il còmpito di dissolverla; se essa affronta a CLtorleggero, per non confessare d'cssera ripudiata, l'impopolaritù. che le può derivare da un suo brusco distacco dai partiti di B$trema, vuol dire che la sua recente partecipazione al potere e le suo precedenti alleanze non erano il risultato di una lenta maturazione di forze e di idee. Allora come oggii essa si affidò ad un uomo, e lasciò guidarsi docilmente ora verso la, Mon– tagna democratica, ora verso le paludi infette del Centro e della Destra. Nò la stessa Estrema Sinistra va immune da queste censure. A voler essere sinceri, non si può tacere che nell'opposizione dell'Estrema al Ministero J)revalgono i moti\'i, diremo cosl, di alchimia parlamenta.re sopra quelli sostanziali di indirizzo e di programma. Con ciò non i11telHLiamodire che il Giolitti, rivolgen– dosi alla Destra ed ai peggiori residui· del crispismo, non abbia capovolta la propria base parlamentare ed offerto motivo sufficiente per un distacco. Se, como cre• diamo, le idee camminano nelle scarpe dei partiti, l'l~strema ba ben ragione di non credere agli orpelli democratici del programma ministeriale. .Ma noi vorremmo non vi credesse per un\\ltra ra- B b 1ott; 1 e no ~ a cc gione: pcrchè quel progr.uuma non ò, e non può essere il suo. L'opposizione fatta per ostilità ver:,o gmppi e verso persone (quella del Secol-0 non è, in fondo, determinata da altre sostanziali ragioni) è la rivelazione di una immaturità. politica che non permette di giudicare le situazioni al lume d'idee ben chiare e precise. Anche l'opposizione, consigliata dal pericolo che può correre il Mezzogiorno democratico pel fatto di un Governo che, J)er la sua composizione o per i suoi primi atti, pare disposto a rassodare le peggiori signorie dei partiti locali, se è giustificata dalle stesse ragioni di vita della democrazia) non esce però dalla. corchia della politici~ interna·. Ora, l'Eitrema Sinistra che ritorna a saggiare l'opera del Ooverno alla stregua della sua politica in– terna, e riprende la sua antica battaglia per la libertà e la moralità. pubblica, non compie certo - anche se raccoglie i plausi del paese e salva l'onore della demo– crazia - un'evolu;done progresSiva. Potrebbe compierla ad un J>alto: che la sua opposizione si integrasse con i motivi pitt larghi e generali che con– sigliano la clemocrazia a non aderire al prog1·amrna del Ooverno. Opponen(lo un programma proprio 1~\ pro– gramma ministcrinle, dimostrando al paese quanto questo si discosti da quello, PE;.t.rema potrebbe far opera non soltanto di distruzione ma altresì di creazione. g allora, in mezzo alle forze nuove che maturano nel paese e fra i grup))i ancora sani della Sinistra in dissoluzione, essa potrebbe recare un nucleo d'idee destinate a raccogliere intorno a sò una democrazia di Governo, capace di chiu– dere !)resto la parentesi Oiolitt.i, e coutinuare 1 procedendo audacemente innanzi, il cammino cosl felicemente ini– ziato. È forse ardL10 tracciare, in opposizione a quello del Oovorno, un programma schiettamente clemocratico? Noi crediamo fermamente di no. . * ·1: La politica è, in massima parte, l'arte di ottenere, nel miglior modo possibile, denari dal paese, e cli spenderli nel modo più proficuo. Intorno al modo con cui si ot– tengono e al modo con cui si spendono, verte la contesa. dei partiti, riflesso più o meno esatto della contesa delle classi. I partiti democratici, penetrati dallo spirito delle classi proletarie, non possono acconciarai al modo con cui at– tuai mente si traggono le entrato dello Stato. Le nostre risor-,e finanziarie sono spremute mediante una tassa– zione distribuita ingiustamente, molto pìlt fastidiosa. e dolorosa per le classi umili che non per le cla~ssiric– che. Questo ordinamento, cosl lontano da ogni princi– pio di giustizia e cosl empirico nel suo assetto parti– colare, nuoce anche alla. solidità der'' bilancio, la cui prosperità o la cui sfortuna dipendono dalle dubbie vi– cende ciel dazio sul grano, u11'imposh1.fra le pili odiose ed irritanti. Proposito immediato della democrazia deve essere, dunque, una riforma tributaria che attenui le maggiori sperequazioni fra. le diverse classi sociali, e prepari il terreno ad una rif0rma più complessa o più profonda. L'on. Luzzatti, nella sua Esposizione finanziaria, non ha dimenticato - dn abile parlamentare qual è - di accennare a queste esigenze della democrazia, ed ha de• dicato parecchi periodi del suo discorso ad una molto futura riforma dei tributi dello Stato c degli enti locali, Se non che, anche in quelle vaghe promesse vi ò mo– tivo di rlissenso . Noi consentiamo nell'idea di sgravare gradualmente i

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