Critica Sociale - Anno XIII - n. 24 - 16 dicembre 1903

376 ORl'fICA SOCIALE condizioni fisiche riscontrate ne1la massa dei nati nel 1863. E con questo per giunta che i 39 mila nou idonei, trovati ora in più, sarebbero stati anche pii1 numerosi se si fossero applicate nella visita me– dica (att9: nel 1901 le norme regolamentari più rigo– rose m vigore nel 1883. E. un altro fatto 1 forse pii, osservabile, ò che nel 188~, con le norme piì:1 rigorose di adesso, con• cementi appunto la constatazione dei deboli di co stituzione ossia dei denut1·iti, questi asce:,ero al nu• mero di 31 mila circa, e al presente sono invece più del doppio, cioò oltre 66.000 ! ! L'anemia del contingente resta così dimostrata nelle sue cause tanto deplorevoli pel proletariato. TI ministro Ottolenghi e la Commissione della Camera intesero di rimediarvi, ma volevano farlo soltanto nell'interesse del militarismo e generando due or– dini di fatti, ambedue nocivi al proletariato, e cioè: 1 ° aumentando i carichi militari del proletariato senza dargli alcun compenso; 2° annullando il suo diritto di sciopero e osti~– colandone il diritto di organizzazione e associazione. L'nrrogauza militarista voleva andaL' contro allo Statuto! Ne parlerò un'altra volta. (Continua). SYr~VA V1v1ANJ. HERBERT SPENCER IL SOCIALISMO Quando qunlche gigante del pensiero scompare, è na– turale più che in altri casi il raccoglimento del nostro pensiero su sè stesso per rare il bilancio delle azioni e reazioni che tra es.so e quel giga11te intercorsero. H. Spencer, tostò scomparso dopo finito l'immane còm– pito che elesse a dovere della sua vita, fu - senza possil)ile contestazione - più che lo stesso Darwin che gli vien subito da.pJ)resso, il tipo più rappresentativo dell'anima scientifica e filosofica ad un tempo del se– colo XIX; fu il faro che irradiò su tutto il mondo ci– vile e su tutti i rami del suo scibile la luce intellettunle d'un secolo che nelle sue più caratteristiche nrn.nifesta– ;lioni, così sociali come ideali, subì la predominante influenza della dominante e mondiale grandezza bri– tannica. Pil, che nel suo stesso pacso ebbe milioni di discepoli nelle popo\iLzioni indiane dell'Asia o nelle classi colte dell'ammodernato Oiappone e della stessa China, cui l'antica filosofia buddistica od omanati– stica t>redisponeva, 1>ii1che altrovo nou facessero le prevalse mitologie cristiano-semitiche, alla concezione evolutiva dell'Universo;,n~ ebòe in America, ove qualche superstite rimasuglio metafisico annidato sotto l'invo• lucro scientifico porgeva occasiono al raffinarsi, all'ele– varsi, al laicizzarsi di molte, se non della maggior parte, delle mille e mille sette religiose locali; ne ebbe in ogni paese dove a lui più o meno dovettero, anche com– battendolo in tutto o in })arte, attingere quanti intesero a dare alla morale e alle nuove esigenze di vita sociale basi e interpretazioni pilt confacenti al rivoluzionato concetto che del mondo intero ci avevano dato le scienze esatte e le bioloJiche, non mai come ora visibilmente connesse con ogni prolllenrn. concernente il destino in– dividuale, sociale e cosmico. Ne ebbe anche fra uoi, e sarebbe un bel lavoro quello di chi volesse accingersi ad analizzare l'influenza che le idee dello Spencer ebbero sullo sviluppo scienti– fico e filosofico in Italia. Il nostro 1mese, r.ho in antico aveva dato al mondo il poema naturalistico di 'l'ito Lu– crezio Caro, che nei tempi di mezzo e nei moderni 810 1oteca lJlno ti1arcc vanta una tradizione scientifica e filosofica in continua opposizione con la filosofia della Chiesa, opposizione il cui sentimento è raffonmto dai classici ricordi degli an– tagonismi politici; il nostro paese, diciamo, era e fu infatti tra i meglio preparati ad accogliere, comp1·endere, sviluppR.re e quindi anche superare la filosofia spence– riana. La diffusioùe di questa e del positivismo in ge– nerale è anzi collegata iLI glorioso ricordo <li quella Rivistci <li Fil-Osofia Scientifica diretta dal Morselli, che intorno a sè accolse tutte le intelligenze pit1 poderoso e pronle a battagliare pel successo e il trionfo e il mi– glioramento della nuova sintesi. i:: naturale che, accanto ai discepoli veri e lmoni, a quelli che intendono sviluppare lo parti buono dell'o– pera del Maestro, sceverandole dalle caduchej accanto a c1uelli cui, per usare l'espressione Nieztchiana, il miglior modo di esser discepoli d'un Maestro è quello di supe– rarlo, ci Riano stati anche i ciechi adoratori della for– mula, anche i superficiali plagiarii di cii) che cli meno essenziale e di J)iÙ esteriore v'ò nella clottrina e nel metodo di trattazione di lui. Essi pertanto, pilt che svi– lu))parne i pregi, ue ereditarono e portarono alle estreme conseguenze le lacune e le unilateralità. Egli s'era fatto da sè; essi si fecero e si improvvisarono a sue spese Questo fu tra noi specialmente visibile a proposito degli studi sociologici. Qltanti sociologi non si improv– visarono, cui lo Spencer, a sua insaputa, non abbia pre– stata l'occasione e anche la sostanza! Ci fu un momento in cui la mania sociologica pareva assumesse propor– zioni morbose. Chi non ricord:\ i (Himi anni del sor– gere del partito socialista? Da un h\to, il Colaianni cer• cava nei capitoli clella Statica Sociale e della Socio/.ogi<t sponceriana il paragralo in cui pareva profetizzato i1 trionfo finale del collettivismo; dall'altro, i giovani del– l'Idea liberale, il J!~errinella prima edizione della sua Antro110togia criminale, dallo St>encer erodevano di J)Oter dedu1·re l'assurdità del socialismo, sebbene l'ultimo, a pochi mesi di distanza, si sentisile di mutfl.ro la confu– tazione in apoteosi. Da un lato i militaristi si facevano forti della legge darwino spenceriana della lotta J)Cr l'esistenza per sostenere il carattere utopistico clegli sforzi in favore della pace internazionale tra le nazioni e della federazione fra gli Stati europei; dall'altro ·i va– ci,(u,;i - ed orauo nel vero - citavano trionfalmente i paragrafi dei Primi pri1u:ipii 1 dei Dati dell' Rtica, della $o(.:iologia, in cui si sferza a sangue il militarismo e si p1·evede un lontano aneuire di pace e di solidarietà umana. Da un lato i feticisti della repubblica Io citavano per dire che è uno della loro setta; dall'altra i feticisti della monarchia citavano i passi d'un suo scritto in Clli 1 riferendo le impressioni d'un suo viaggio negli Stati Uniti, si esprime l'idea che in quella repubblica, come d'altronde in J.i'raueia 1 v'è assai meno reale libertà cbe nella monarchica e aristocratica Inghilterra. A tutti questi nani battaglianti attorno alle calcagna del gigante, s'aggiunsero, dopo la celebre conferenza del Brunetière sulla " Banca,·otta della scienza , 11 i neo-mistici del cattolicismo e i letterati fllosofanti 1 a farsi belli e forti del i:;uo " Inconoscibile ,, per trovarvi ancora un posticino pel Dio delle.loro anime tremule e pel sen– timentalismi isterici delle madonne aristocratiche cui sciorinare le loro pantagrueliche conferenze. Chi non ricorda tutte queste salso in cui il povero S1>encer ve– niva offerto in Jliatti per tutti i gusti? Nè si può dire che l'eco di tutto questo sin definiti– vamente spento. Giorni fa, dando l'annunzio della sua morte, qualche giornale di Milano, di quelli proprio cui

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