Critica Sociale - Anno XIII - n. 16 - 16 agosto 1903

1b 264 CRITICA SOCIALE i suoi uomini a collaborare direttamente al1'azione riformatrice dello Stato borghese. Lo previde persino il vecchio Liebknecht, prima di morire, per la sua Germania aulica e feudale. Vero è che la probabilità cli tille ipotesi è per noi ancora lontana, e non giova discuterne ora. Ma ad ogni modo non è bene erigere sullfL nostra via osta• coli di pre~iudiziali, che possono diventare JJregin– llizii, i quali poi richiederebbero tempo e fatica mol– tis1:1imaad esser debellati per forza di ragionamento. 'J'utto consisterà nel vedere se e fino a qual punto l'involucro formale della. costituzione borghese, con tutti i suoi istituti, resisterà alla pressione interna del prolebwiato riformatore; se e fino a qual punto l'elasticità di questo involucro consenta al nuo,·o di– ritto e alla nuo"a. civiltà. cli formarsi, di accre::icersi, di espandersi. Certo, vcrn\ un momento in cui il li– mito nrnssimo di tensione sarà rnggiunto e Postacolo, richii1111ando la nostrn attonziono, sarà. preso come punto immediato d'attacco, finchò l'involucro si spcz• zcr:), lasciando passare la storia a trnvert10 i 8uoi ru– deri. E allora le istituzioni mornrnno sì, ma di morte naturale e J"Jer sempre, scn:m chC' noi della loro scom– JHU81t ahhiamo fatto un numero lici nostro programm" d'11ziono immediata, ma solo uua previsione ciel fu– turo sociale. . • * rn sono sforzato di scg-uire noi i;uo rnoto ideale vcr:'i0 il socialismo il procei,so logico delle riforme conq11i.1.1tole dallo sforzo pro[!l'0:;sivo del prolebniato, cosciente do'i;uoi interessi di ch1sse O1>1wcssa e sf'r11t– tab1. Dovo dire che quest'aiione positiva e diuturna di conquista, la quale tanto piì1 presto fil suo cam• mino quanto mono susciti, di <lifli1lcnze e cli punre intorno a sò (') i che, clivenl'nllo, crea le ragioni pro– gr<':-:,;sive del suo ulteriore divenire, eia. l'una parte 1>or111eando e axvolgcndo tutta l:t com1>11gine della sod(•tì1 1 dell,t ci,•ilt:\ e dl'lln morale borghese e, clal– l'ahri1, creando, con l'opera. lenta, ma sicura. e indi· struttihile delle formazio11i naturali, ~li clementi della socict:\, della. ch·ilfa e della mornlo collettivista; dO\'O dire che questo moto pacifico delle cose e delle CO· sci('nzc, questo tmvi1glio interiore e quasi silenzioso dli cui è tormentata la vita. e cito ne riplasma in muwc forme ogni ma11ifo~tazio1H• 1 ò per me tutto il sorialismo, e che una diversa concezione cli esso non entra nella mia mcntaliti't. \'eclo fhrnlmente con g-ioia che ora soltanto il so• ci11lismo, uscendo dalla nebulosa. clcllo origini, si su– stnnzia in <1ualche cosa di ofl'otth•o e di effettuabile; sento finalmente che tutto ciò ch'io credetti coscienza, o fu fede dc' miei giovani trnni 1 isi fa ora convinzionu ca\ma 1 serena, incrollabile dentro di me; mi desto da un f11dlo soguo di g-ioh1 illh, renlth. faticosa. del do– vere soch11ista.; vedo ciliarnrnente che si cammina un po(•i) O_!?ni_!?iorno sì, ma ho h, sicurciza che arnnzo mettendo il piede non su vane ombre, ma sovra saldo terreno rhe mi sostiene. Orn soltanto e per In prima volta mi sento nel 8()-– cialism<J. . . . Certo, questa concezione del socirtlismo non snrì1 suhito intesa dalhi massa, perchò noi stessi contri· buimmo a formarle abitudini mentali ::t cui questa concezione ripugna. Le nrnsse chiederanno ancorn di racco[!liorsi intorno a u11'c.1~pr<'ssionc metafisica e pHL nccessihile di socialismo gincobino e catastrofico, che acluggia tuttavitL i bei campi folti llel nostro partito, (I) i: llllOOrll l'o11lulono d<,I TCCChlo MellknOOhl .• \ meno che 11011BI voglia rlto;llere anche a lui Il llreveuo di &OCIAll3la,ora che non è più al mondo e l confusionari non odono più la BUI\ TOCe di ram1>0gna. e no e la. cui ragion d'essere sta appunto nell'ignoranza fatale del proletariato e fors'anche un poco in questa irrequieta. anima di nostra gente, che non si appaga nell'esercizio delle virtì1 silenziose e perseveranti. Ebbene, le tenebre delhL nostra ignoranza non du• reranno eterne: per dissipa.rie hiso~:ia lavorare. Com• pagani, educhiamoci e educhiamo. J◄;cco la ,•era pre– giucliiiale. Co ne avvediamo ora. ETTORt: E',\BIF.TTI. Nulla abbiamo da osser\'are all'articolo dell'amico t,'abictti, so non su due 1>unti 1 e pilt rorse sulla forma che sulla sostanza del suo 1>cnsicro: dO\'e cioè parla del Governo " che è es))ressionc della maggioranza 11 o dovo afferma che le rirormo dC\'Ono csicrc riconosciute utili ed urgenti dalla" grondo nrnggiornnza della classe i11t.crORsatl\. 11 A queste o.~prei<sioni, perchè rispondano al vero, dcc darsi una significazione piuttosto di {orm che di 1rn111ero. Un 00\'erno· rappresentativo ò un Governo di mag– gioranza per definizione: ma non ò In maggioranz1\ degli abit,111ti ch'esso ri-;pecchia, bensì la mat,e!;"ioranza dei co<1cientìe ,,olenti, di quelli che sanno farsi \'alero sul terreno legale. Ciò spiega come ilV\'Cnga - ed è il 1>roprio cli ogni OoYerno di classe - che esso sia ben lungo dal rnpprei:entare l'interesse del maggior numero. L:L nrng-gioranza legale non è - sotto il dominio di cla.<;-1O - ht moggioronza al'il111flica, bonchò quella si ncrosti a quo::;h sempre piì1, come ()it'1 si s\•i\uppano gli ordim1me11ti democratici od ogni cittadino conta \·era– mento per unO. Sìn1ìlmentc, e 1>er pari ragione, sarebbe spingere la tattica posith•a all'assurdo, che si annida sempre nelle C!Jn-.;eguenze estremo (care a co11seq11mliariis1 dice"ano i loici), protendere che 11e,.<iuna rirorma sia possibile cd erttcnce se non nbbia prirnn. per sò - esplicitamente o con pie11a coscienza •- la grande maggioranza degli interessati. Anche per le innovazioni an•iene che so– vente i meno tirino i pili, ed ò gran ,•ontur,1-: la quale conseute di affrettare il cammino o n.utoriz;;.a le s:tpienti e generoso audacie dei vole11ti o dei fervidi. Se non v'e posto, nella nuova istoria 1 per i colpi di te~ta e per i colpi di mano dei pochi, che pretendano antivenire l'e• voluziono dello cose: non però lo rirorrne dehbono sem– pre attendere l'adesione prcventi\'n ccl esplicita della metà. più uno. Basta sia per esse maturo l'nmbiente, ri– specchino cioé - rra condizioni obietti\'e ftwore,•oli - un interesse molto vasto, e trovino intorno a sè una diffusa, se anche in ))arte confusa ed intuili\'a., simpatia. L 1 oril. storica suona, e i fali e i rotti allora s'impongono, senia la formalità dell'aJ)pollo nominale. (Sola della CnmCA). Abbi<ww 1)ttbblic«to ·in, volu,me: SYLVA VIVIANI LE RIFORME MILITARI TECNICHE I. Ceote~imi :50 ,._ _____________________ ,. ,

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