Critica Sociale - Anno XIII - n. 15 - 1 agosto 1903

CRLTICA SOCIALll 237 noscere come tutte le stirpi abbia110 ugualmente colla– borato in modi diversi, ma con eguale intensità. ed effi– cacia, a produrre gli organi e le fun:t.ioni della civilf1 1 porta inevitabilmente al crollo dMlnitivo della tesi ari– stocratica, su cui s'impernia la scuola antroposociologiea, e conferma dal punto di vista storico ed etnologico la base positiva delle idealità. democratiche moderne. Al qual proposito noi vogliamo rilevare che \lodierno moto proletario internazionale, che di tali idealità è l'esponente ~piccatissimoi è trn tutti gli eventi storici quello che pili immediatamente riesce a sfatare la teoria pseudo-scientifica, che voTl'ebbe attribuire ogni virti'.1 ini– ziatrice dei moti civili e rinunciare musulmnnamente la direzione della fortuna storica dei popoli a esigue minoranze di superuomini dal cranio più o meno al– h111gatoe dallo chiome piì1 o meno fuh'e. J\ novissimo fenomeno delle classi operaie del mondo progredito, che si fanno innanzi a cercare il contatto fecondo della civilfa, prima fra tutte il proletariato dei paesi gcrÌÌrn.nici che, secondo le teo1·iedegli antroposo– ciologi, ,w1·ebbero dovuto rimanern refrattari all'inva– sione delle idee socialiste, ci porta alla constatazione di un fatto che non ha precedenti ed ò \"inizio di un'epoca nuova. La storia, finora, sembra avei· condotto la ci\•ilfa ad ampliarsi in senso longitudinale, e pa1·quasi che, a ca– gione del suo \'asto dilatnrsi nello spazio, essa sia stata impédita di penetrare giì1 nei profondi strati della so– cietù, a cui ò andata man mano aJJJ)igliandosi; ma ora ch'esi;a ha pressochò raggiunto sulla. superficie del globo i suoi limiti estremi, ora che alla sua me1·avigliosa J)O· tenza espanf:iva non si offre quasi più nessun campo vergine da conquistare oltre i monti e gli oceani, es.sa, per cosl dire, rimbalza su sò medesima da tutte le parti e accenna a scavarsi nuove vie nella compagine stessa delle società che lfl.possil.ldono. 1•; quell'irrefrenabile movimento ascensionale delle classi J>roletarie, che si annuncia con tanta grandiosità d'intenti e con tanta fermezza di pro))Ositi, ò la più so– lenne riprova che le capacità civili non sono l'appan– naggio di nessun grupJ)o privilegiato, e che anzi la ci– vilfa avrà tutto da g1,rndagnare eia! vh•o concorso cli queste nuove energie, insinuantisi ogni giorno pili a rin• francare la scaduta ,•itali fa degli elementi che già sono al termine della loro missione stol'ica. R(IVtlllHl 1 IIIQl/--0 liX)3. Ct:SAHE HABISI. ORGANIZZAZIONE E POLITICA DEL AVORO nell'organizzazionesociale dei consumi V. La. coopernzione soljiale e l'orga.nizzaziono lici lavoro [ICI' via. ili quella dei consumi. lG. - So da.Ila lotta. di classi risaliamo alla Jotta dì consumatori e riconosciamo nella socializza;done dei consumi il potere risolutivo del problema eco– nomico con le conseguenti ingiustizie sociali, noi Ye• dremo abbassarsi gli ostacoli che si frappongono al cammino ciel socialismo cd altrimenti insormontabili o non girabiJL J/art.igianato, la piccola possidenza, il piccolo traf– fico, il è! krumiri1ggio n e la disoccupazione, pill della resistenza padronale, turbano la chiarezza della lotta di classe cd impediscono la redenzione clella classe laYoratrice. Anzi la classe padronale coltiva questi ne no Ba naturali nemici del proletariato, senza dei quali essa perderebbe il suo dominio in un momento. J paesi dell'artigianato o della piccola borghesia, dove la grnndc industria non trova le condizioni fa– vore,•oli per svilupparsi, sono stati condannati da un convcnz;ionalismo socialista a restare fuori del mo– vimento sociale moderno, perchò l'artigianato e la piccola borghesia non possono dare la vera organiz– zazione del lavoro. Però l'artigianato, sen:m proleta– rizzarsi nella grande industria privata, può scompa– rire, assumendo la, funzione sociale di lavoro nei grandi servizì pubblici sostituiti alle imprese pri\'ate; può, cioè, organizzare il lavoro dentro Ja organizza– zione stessa dei con~umi e produrre in Cooperativa per incarico della Cooperativa di consunmtori 1 come p. e. i lavoranti fornai di un forno cooperativo. J/nrtigianato intanto, senza accrescere la sua mer– cede a. dirnno cli altri consumatori, migliorerà la pro– pria condizione in una maniera più sicul'a e più de– gna, godendo dei nuovi còmpit.i sociali dati alle pubbliche amministrazioni per assicurare la vita e il libero svolgimento dolio facolbì di ogni cittadino. La piccoht possidenza, pur resistendo a tanto so– verchierie e conset·vanclo, con la psicologia dell'in– cliviclualismo pidocchioso, una nuova forma di ser– vitù della gleba., sparirebbe del tutto o si ridurrebbe alla funzione di semplice mezzo di godimento in pochi casi compatibili con l'interesse collettivo, ove vènisse nazionalizzato il suolo necessario a.Ila pro– duzione sociale, e le l\ssociar.ioni di agricoltori pro– ducessero con mezzi capitnlistici forniti loro dalla so– cietà consumatrice. Non ò adunque necessario che la piccola possidenza sparisca. prim,l nella grande, perchò si avveri il regno ciel collettivismo. JI piccolo traffico, sempre fallito e truffatorn, si dilegua sol che sorga la organizzazione sociale dei consumi con la conseguente soppressione di ogni camorra cPintermediari. Nessuna razzìa ucciderebbe meglio le piattole 1 che, inteL·poste tra. la produzione o il consumo, succhiano gli umori del corpo so– ciale. JI " krnmiraggio 11 , inevitabile con la presente costituzione sociale fondata sulla coesistenza di due classi inutili - quella dei parassiti e quella dei di– soccupati - non sarà più possibile nella orgrinizza– zione del lavoro deri\'ante dalla organizzazione col– Jettiva dei consumi. I disoccupati frustrano la resi– stenza dei lavoratori e ne attossicano il migliora– mento; ma nessuno ha potuto mai distogliere i viaggiatori da usare le ferrovie per ritornare alle cavalcature e alle lettighe: così nessuno dei consu– matori avrà interesse ad impedire la produzione mu– nicipalizzata ciel pane. 17. - Le semplici Cooperative, come dissi, non nssicurano a tutti il lavoro o il consumo, nu~ si Ji– mitano a ripartire meno ingiustnmente il lavoro e il consumo a gruppi cli associati in corporazioni pi1'1 o meno chiuse. Ohi invece assicura a tutti i mezzi primi della Yita è la. coopera.zione sociale, che, col mezzo dei servizì pubblici gratuiti o a prezzo di costo, mette tutti i citta.dini nella possibilità. cli sod– disfare i bisogni dell'esistenza - e così associando, non semplici individui in istituzioni che saprcbl>ero del monastico o della caserma., ma interessi. Se i I problema sociale dovesse riso! versi per la via sohL della organizzazione del lavoro 1 il pane co– sterebbe assai caro per dare ai lavoratori ciel grnno 1 n quelli tlei trasporti, a quelli dei mulini e a quelli dei forni una equa mercede con la moderata fatica. La. orgRnizzazione del lavoro 1 senza la spinta dell'in· teresse dei consumatol'i, non può estendersi in unica corporazione 1 dalla semina del grano alla distribu– zione del pane. La organizzazione, senza quella spinta 1 si manterrebbe spezzata in distinte corporazioni, con

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