Critica Sociale - Anno XIII - n. 15 - 1 agosto 1903

CRITICA SOCIALE Xci riguRrdi J)Oi delle i;iinJ,tOIO società ch•ili 1 i partigiani di queste dottrine, danno per J)rovntn la presenza di dh•orsl elementi o categorlo nntropologiche e ritengono che lo qunlità. psichiche cnrnttcristlchc dei gruppi ele · vnti, costituenti l'élite dc\11~mnssa sociale, siano di so– lito congiunte a un tipo Hslco pnrlicolnre, appartenente alln rnzzti pH, reconda di persouallti\ superiori, cioè alla ,1ollcocof.\l11 bioncla, mentre gli strntl sottostanti sareb– bero formati da elementi piì1 o mono inerti, incapaci delle grandi elaborazioni intollettunli o morali, rerrat– tart quindi a ogni iniziati,•a e a ogni coltura. ~iffatto teorie hanno su3citato ren•ldi. entusiasmi ed luurno contribuito a creare nella stirpe anglo-sassone quel morboso stato mentale, sollo In cui azione la po llticn coloninle è stata spiutn ngll occessi inauditi del• l'imporlnlismo e del ji11yoi.y11,01 omnnnzione degenerativa dol cnpltallsmo industriale o JJl\rn~sltnrio. Questo renomeno cnrnttcri-itlco del nostri giorni non ù In rondo che l'attuazione J)rnticn dei corolla rii che sca• turiscono dai principii della scuola nntroposociologica i prlnclpll dei quali il capitalismo cd ll militarismo hanno saputo cos\ abilmente servirsi, ftno a rare ngire tutte le rorie della nazione a ravore del loro particolari inle• ressi, delle loro e3clusi\•e mire di srruttamento econo– mico e di conquista ,•iolenta. . .. bln, nssleme ngli entusla.sml, sono sorte le voci di pro– testn, o Ja critica ha a,,uto largamente agio di esorci• hirsl sulle dottrine degli nntrOJ>O.soclologi.Come docu– mento della reazione determinata dallo formule assolute e sempliciste di questi pseudo•scionziati, ci piace men• zlonare due lavori italiani, u.sciti a poca distanze. l'uno dall'altro, i qua.li , pure trattando argomenti di\•er.:il e movendo da punti di vista apparentemente senia stretto ra1>1>orto rra rti loro, tuttavia concorrono a pro,•are l'in• rondntezza delle dottrino germaniche. !.'uno è quello del giovane etnologo J)ror. t•:nrlco Do Michelis .r::ull'ori– glno dcttli tndo-1,:uropei ( 1} 1 l'altro qnello cliun veterano deliri sociologia, il dolt. Nl\JlOleono Cola.jnnni, sui Latini o gli Anglo-Sassoni { 1 ). Quest'ultimo, nel suo liUro llceu.dato te!ltè al pubblico, ))One solidamente il quesito, aggirandosi J)iù particolar– mente nello studio del mondo 1>0litlcoe sociale contem- 1>0rnneo.•~gli ra una critica a fondo contro le teoriche della scuola antroposociologica, mostrando quanto no .siano precipitate le conclusioni In ordine alla efficienza del ratt-Ore antropologico; e nel tempo stesso, 1>onendo a ran·ronto nelle sue dh·erso ra~I storiche il modo di comportarsi delle ,,arie stirpi Incivilito, massime dello lo.tino o dello anglo-sassoni, mostra come nessuna dello loro attività sociali o politiche, nò dei loro caratteri mornli o intellettuali, possa rlguar{lardi quale emana– zione cli un inestirpabile sostrato eredltario. All'opposto l'Autore sostiene con convincenti argomentazioni che il renomeno c:iriltà. dipendo principalmente dal nrio o .sempre mutabile agire del rattorl geograftci ed econo– mici, giungendo a provare luminosamente che nella storia non è In. forza cieca e ingovernabile dell'eredita• rietà quella che determina i destini dei popoli, ma por contro l'opera assidua e instancalille dell'educa:dono storico-politico.. Da ciò un corolla.rio di estrema impot·– tanza etic!\; in quanto cho, ossondo Il processo educa- (1) l,'Ol"l{lllte dt{lli IHdO-f,'10·011tl. ll!bllOlf'Ca di scienze moderne del rrat~III Bo«•, Torino. ,"'i HO.:H ,,,,,,.u,r, t raz.:t 6Hptt"k>rl, O wu,d • ANQ/o-Sauo,d. 1•reHO I• RlrUto Fopolort lll•atrata, koma. Gn th·o inteso nel ~enso pili lato della parola - una eipllcnzione della ,,olonlà. cosciente e riflessa delle unltÌ\ comJ)onenti la massa socia IP, portate per un vasto lavorlo di assimilazione collettiva alla determinazione del grandi fatti intellcttunli o mornli 1 so ne deduco che 10. forzi\ motrice e trasformatrice dellA. vita dei popoli si roudn (' si identifica colla rorz1\\1111O,•n.trice he irradia dallo idealità ond'è formata l'atmosfera dei partiti o dello cla'!'li, lottanti per le grnndl conquiste ch•ili e umane. . . . l,e deduzioni che trae il Colajanni sono pure le stesse che in ultima analisi scaturi,;cono lmJ)licitamente dal– l'oJ)erl\.del pror. De llichell~. Il problema, che quest'ultimo ntrronta con straordi– unrll~ vigoria di pensiero, ò quello dell'origine e delln. rormnzlono delle società e dolio nri,doni indo-curopoe, valo n dire di quei J)Opollche hanno nella loro atti– vità storica conglobato e rlns:;unto tutti i ))ortati o tutti gli elementi della ch·iltà mondiale. Dati i limiti che abbiamo proflssl al nostro articolo e IR natura stessa di questa Rivista, omettiamo di occu– parci del \'Mto e poderoso la,•oro critico e scientiftco compiuto dall'Autore per ridurre nel suoi nri termini la tanto discussa questione delle origini arie, non che J)er nbbatlere in modo deftnitlvo I concetti tradizionali cirea la. provenienza e il modo di rormazione dei popoli lndo-euro))ei. Nemmeno J)Ossiamo sia pur soltanto accennare allo conclusioni speciftche cui J)ervlono Il prof. De-Michells, mettendo a profitto le scienze storico-linguistiche, antro- 1>ologiche, archeologiche, ecc, per ciò che concerne ìl centro geografico ed etnico della rormazione del s=istema Indo-europeo. Tocca agli spoclnllstl 1 che già hanno dato segno di occuparsene con grande Interesse in Italia e 1>iùs1>ecinlmente al1 1 estero, 1>orgcrci un giudizio Rde– gunto Rul valore prorondamente flloioflco di quest'opera, che ò I:~ 1>iì1 completa cho sia 1datA.Rcrìtta sull'argo– mento o che ha un'importanza critica eccezionale, in quanto motto uella miglio1• luce tutto il rinnovamento che Ruhirono i concetti rondllmoutull delle scienze sto– riche ed etnologiche, In conrormltà. di quello dello scienze nl\turali. Ciò che dal no.stro punto di vista pilt ci preme di ri• levare è la concezione che domina tutta l"opera del De-Michelis, per quel che si riferisco al J>roces.sodi co– stituzione e di elaborazione dei po1,oli e delle civilttì Indo-europee. Egli dimostra inoppugnnllllmento come si delllln ri• nunclaro al concetto, tanto cnro agli nntroposociologi, cli una razzi\ aria autonoma, unica. autrice di tutto ciò che rorma In. sostanza. e In. storicità dello nazioni indo-euro• pce, o prova in modo preciso come anche il pili antico rondo costitutivo di queste nazioni debba ritenersi il ri– sultato ultimo di una. lungi\ secolare epigenesi, svoltasi nel remoti tempi della preistoria, o in ,,irtù della quale vennero n:;;sommandosi e organizzandosi in definite unità etnologiche disparati elomenll di diversa origine. li che ù quanto dire che nel sono delle nazioni nrie primiti,•e, a cui si ril\ttaccano per ininterrotta, lllìazione ft~iolO· gi<'I\ e spirituale lo nazioni moderno dei paesi inch•illtl, st rusoro lo stirpi tutte cho l'evoluzione nntropogonica doll'EurOJ)a e delle reglonl contigue dell'Asia. e dell'A– frica andò ,•ia via plnsmando 1 e ciascuna ,·i arrecò Il contributo di una prOJ>riaattività, l'Impronta di una sua. propria mentalità e storicità. La dimostrazione del De-lllchelis, che mira a rare co-

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