Critica Sociale - Anno XIII - n. 13 - 1 luglio 1903

194 CRITICA SOCIALE us.urpare un credito non meritato cd imbrogliare gli aJlocchi. Tale non fu il nostro voto, nè poteva essere. Quando esso venne deciso - e Io fu, ripetiamo 1 a unanimità e senza discussione, tranne che appena sul modo di dichiararlo - non era escluso per nulla che esso decidesse le sorti della giornata. La mag– gioranza ingrossò repentina - come avviene sempre - quando fu in tutti la certezza della sua vittoria. Ora, questa certezz;a fu data da due elementi: il primo, che il Gruppo giolittiano crn quasi al com– pleto e avrebbe votato compatto a favore del Ga– binetto; il secondo, che la frazione radicale, capeg– giata dal Marcora 1 avrebbe votato parimenti in fa. vore. TI primo elemento era inevitabile, per ragioni intuitive cli convenienza: non si e~ce da una brigata di compagni, con cui si fece di conserva lungo cam– mino, per assestare ad essi una mazzata rra capo e collo. Giolitti dagli uni era accusato di essere uscito troppo tardi; dagli altri di essere uscito troppo pre– sto: nell'elidersi delle due accuse stava la sua di– fcsaj ma non doveva comprometterla con l'impa– zienza, e sent.ì che i fatti parlavano e che il silenzio era d'oro. U secondo clemeuto, invece, era evitabile. Nulht imponeva di dividersi al Gruppo radicale. Perciò la responsabilità - sia merito o colpa - dc\fa, situAzione presente è essenzialmente ed esclu– siva.mente sua. Il voto dei socialisti fu l'espressione pt·atica. di quelle rag·ioni, che largamente illustrammo nell'altro fascicolo. TI Gabinetto, già chiaritosi insufficiente (almeno con questa Camera, ch'esso non volle mu– tare) a una forte azione riformatrice, parallela e complementare all'a;.:ione spiegata sul terreno delle libertfl. popolari - e perciò da noi messo in mora con ()uell,1,deliberazione cli Gruppo che fu il primo scrollo da.to alla sua compagine - ora, collo strappo sOfferto e non potuto riparare, si presentava pii1 insufficiente di prima. D'a.ltra parte, la designazione a pro di un 111:inistero analogo ma pii1 radicale era manifesta: esso avrebhe avuto inevitabilmente l'appoggio, fino a provit fatta, di tutta l'Estrema Sinistra, di tutte lo Sinistre, di tutti gli elementi sparsi a11tisonaininni 1 o ministeriali sempre per professione: una maggio– nrnza enorme. Ogni altra eventuale investitura ui•– tava. immediatamente nella rea.zione della Camera lSonnino se ne dovette accorgere quel sabato stesso) o, a Camera sciolta, nella reazione clel pa~se; nel ()Uale l'unione, un po' logoral dei partiti popolari avrebbe ritrovato una verginita inattesa. Ora la situazione è stagnante. Le vacanze, con o senza elezioni, non potranno essere che cinque mesi perduti, per ritwvarci 1 a dicembre, al sicut erat. [ socialisti pensarono che il paese non ha tempo eia perdere: e in ciò non poteva essere dissenso fra loro. ])issenso allora potrà nascere, quando un Governo pili vivamente democratico comincierà le sue prove. Allora la collisione, accennatasi finora vngamentc nelle formule e non mai calata nei fatti, fra la teorica del " caso por caso " - che guarda a ogni legge, a ogni voto, a ogni riforma per sè, e per la quale l'indirizzo di Governo, finchè Governo mo– narchico o Governo borghese, è cosa da ·trascurare - e la teorica opposta, potrà per avventura pren– dere qualche consistenza. Le riforme in sò e per sè, che sono o sembrano a favore ciel proletariato, hu– gite o strappate pet· paura eia un qualunque Governo, sempre ugualmente avversario e voluto tale, sono socialismo conservatore, socialismo di Stato, socia– lismo antisocialista; le riforme conquistate, per oneste progresgive transazioni, dal proletariato vigile e coo– perante, che si eleva ogni giorno in ambiente di si· cura libertà, sono socialismo democratico, e il solo che valga la pena dello sperimento. E l'ironia delle cose anche ci farà veder questo: che i socialisti di 810 o e l no b1a Stato si proclameranno " nvoluz1onar11 ,, e chiame– ranno " riformisti " i socialisti democratic1 1 oss111. 1 socialisti. :Ma questo, se mai, è neUe nubi del futuro più o meno rimoto. Oggi è pace e gioia perfetta nel campo socialista parlamentare. · LA CHJTICA SOCIA l,E. IL SOCIALISMO T1WESCO e il " derni-n,onde ,, italiano I socialisti tedeschi hanno offerto sò stessi all'ammi– razione dell'Europa e hanno dato alla stam1rn, un mo tivo di osservazioni e di polemica. I giornali conserva– tori italiani hanno registr~to le vittorie socialiste perfino con senso di compiacimento) e alcuni di essi, o non degli ultimi, hanno ammonito il biondo imperatore di tenere a freno la lingua, di non prendere le difeso dei morti 1 di occuparsi un po' meno delle questioni babilo– nesi di quattromiPanni fa e un po' più dei problemi tedeschi d'oggigiorno, e di non confidare troppo nel potente alleato di lassùi scambio di volgere le cure ai meschini sudditi di questo mondo che gli si agitano cl'intorno e gli preparano brutte sorprese. Poi, dO})O i consigli al Jfoiser, la lezioncina ai socialisti italiani; ai quali hanno additato, nei fratelli tedeschi, un esempio vivo e frebeliano di serietà. nella propaganda, di mode• razione nella polemica, di ragionevolezza nel programma - Oh, se i socialisti italiani fossero come i tedeschi!... Eh, credo che, in tal caso, i nostri gazzettieri bandi– rebbero, dalla loro ortografia, i molti punti ammirativi che oggi dispensano ai socialisti tedeschi. E non sol• tanto i nostri danno segno di prodigalità.. Vl è un con• tagio di entusiasmo in tutte le grandi nazioni europee. Oiovanni Jaurès avvertiva lo stesso fenomeno per la Francia (Pt>tite R4pubUquc del 23 giugno). S 1 intende che a queste manifestazioni cl'entusiasmo non parteci11ino i conservatori tedeschi i i quali però ammirano il socia– lismo non tedesco j non ò gran tempo, inrattÌ 1 che il conte llUlo.,,.,nel Parlamento germanico, tesseva l'elogio doi socialisti francesi e, in particolar modo, del ì\lille– rand e del J'aurès. - Oh, se noi avessimo un ministro :Millerand !... - Eh, probabilmente l'imperatore non avrebbe pili il trono per conversare da pari a pari con domeneddio. 1~: un modo polemico parecchio abusato quel di citare ad esempio i socialisti di altri paesi. Ed ò, in fondo, un1L r,1gione di conforto J)er noi socialisti; poichè nel• l'entusiasmo per il socialismo forestiero si contiene la adesione inconsaJ)evole alla dottrina e a.ll' opem del so– cialismo i11ternazionale. l consen•atori 1 guardando alle contese economiche che sì svolgono di là dai patrii con– fini, con l'animo spoglio dalle passioni di classe e di parLe che in patri.i vi accendono i loro speciali interessi e ne cacciano i 'buoni sentimenti o i giudizi se1·eni 1 ren• clono giustizia intorno alle cose e agli uomini come ar– bitri chiamati a risolvere una causa nella quale non ha.11110 impegni di borsa e di affetti. Lo stesso vezzo polemico ò in certi socialh,ti nostrani, che conferiscono alla Oermania la cura di tener vivo il sacro fuoco rivoluzionario. I socialisti tedeschi hanno combattuto da soli contro tutti, nelle elezioni di primo scrutinio; dunque, sono rivoluzionari. Con questo ragio· 1u1.mento spiccio si tira l'acqua al Jlroprio mulino. Questo modo curioso di fare i raffronti e di trame le conseguenze tradisce Fa.bito metafisico di alcuni dei

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