Critica Sociale - Anno XIII - n. 12 - 16 giugno 1903

B 190 CRITICA SOCIALE 'l'anta beltà. vi fiorirà d'intorno se unirete le forzo. ln casa mia ho due freschi tinelli i ivi ogni giorno ,•oi porterete il latte e Puo,•a e i frutti, che, ministrati in saggia economia, rifioriranno per il ben tli tutti. La ,•ia dei prati ò tuUa solchi, a rivi, e insurflciento ai carri i io ,,i concedo di lavorar,·! insieme ni dì resti\•i... Da questa union di cose, r1.tutti amica io vedo uscir la vlrtl, nuova, io vedo 1>lacarsi i vecchi crucci. ... Oh! la fatica tributata in tnt modo alla campagna, in monetA. di cuor si riguadagna. Bastano poche braccia o un trar di corde percltò clnll 1 nlto campani! discenda. un canto di campano ampio e concorde ...• Dai piì1 rudi principt escono spesso opero grandi di virtl1 stupende. So quel che dico. - Quante volte ho visto ricomparir lo terre e le sementi nelle miti parabole di Cristo! Orti cd olivi, pascoli e \'igneti, \'agabondi pa.'~tori,opere, armenti tornano nei Vangeli e nei proreti .... Un altro as1>etto dello stesso sentimento, O\'C però le cose stanno in seconda fila, è espresso in " Quel ramo del lago di Como '" dedicato a Lecco osJ)italc, 0\'0 il poeta insegnò latino 1>eralcuni anni. È questo, anche per ripetuto giudizio del pubblico, nelle varie letture fatte qua e là di questi versi, iJ gioiello per eccellenza del volume. Il poeta immagina uno di quei tipi di persone, agiate un tem1>0, cadute poscia in rovina, come ce ne sono non rari sul lago di Como, che si ridusse a dover fa1·e il pescatore, porbrndo nell'esercizio della nuova arto sua tutta la complessa ed artistica. deli– catezza dell'anima, natn. forse ad a.Itri destini. Questo pescatore ò vecchio, od un bel giorno, nel mentre lascia o.I figlio guidare il vecchio battello 1 rievoca i ricordi della giovinezza su!'L o dei luoghi, e i1 mutar proprio e delle coso intorno, o s'intenerisce nel sa– lutare ancora dopo tanti anni quelle scene ch'ei vide sempre senza quasi guardarle mai, che gli entrarono nei se11si inav,•ortito con la grandezza incombente della Origna, col luminoso sbocco cli Valmadrera, con le giogaie del Hesegone suffuse di viola, con la pacata scena del sono di Paré, con l'immagine dei vecchi barconi recanti roba ai sabati di Lecco, e il roco rullio, negli orecchi, delle operose filande riso– nanti per la dolente canzon do lo fanciulle, che sembra, cosl lenta o cos\ lunga, la mesta litania della fatica .... E piange ai pro1>ri sogni e vi mesce le rimem• branze delle antiche letture e l'amore di Lucia, e il suo dolore noto soltanto a chi crescea. tra. i monti, e qnell'addio cho ba::.terà per sempre o per tutti quassi, .... Pili rPuna volto. o.i giorni ctolla.festo. io pensai di condur col mio battello su pcl lago natio tutto le belle che i poeti del lago hanno cantato: Lida, mcc, Lucio., mna. del 1'"'atco, di condurlo cosl, lieto e stupite, a. sentir le co.mpane, a prender l'onda del battello a vapore, a ristorarsi dal dolor. dall 1 n.more, o immaginava d'a,·er meco a remar quell'Arrigozzo ch'io non so ricordar senza che i flott.i mi rivibrin nell'animo, gemendo come un singhiozzo .... Ma la parte saliente di <1ucsto poemetto è nella preghiera. finolc del pescatore, che non sap1>iamo resistere al desiderio cli riprodurre interamente, por quanto non breve: Figlio 1 in tal sequela di fa.tielle o Lii sogni io son vissuto e col J>Onsior di questo mio passnto io cos\ me n'andrò. Oiunto al paese del l?atrouo invisibile, piegato no! suo cospetto, io gli (lirò: - Signore, dalla mia vecchia bn.rca in questo punto approdo ni lidi della vostra pace. Jo non vi reco n mio \'autaggio alcuna riconoscenza. di ,•ignoti od orti coltivati dn me: solo \'i reco, se ben contai, le mie cinquantamila mig-Iin.di remo. Voga.tor de"oto, tessei le armato con In. vecchia spola. dall'una rh·n all'ultra, e feci un lungo I ungo ,•iagiio, come voi \'Oleto che sia la vita, rimanendo sempre, como l'uOI fedeltà, sempre in un luogo. Viaggiai nel silenzio; accesi a tempo In lampadtl notturna ed obbedìi, so talor mi sorprese a mezzo il corso, anche al voler della tempesta. Jo fui prode quanto bastò poi mio dovere e insiem prudente, come piaco a voi... Poco, invero, pregai, ma io sentivo cho pregrwnn 11ormo lo conto squille della. vallata e mi fermai sospeso più d'una volta ad a~coltar le ,·oci che uscian volate dallo porte chiuse dello chiese cnmpestri. .. Aneho, talora, nella raccolta settimana santa da. questo lago mio, mesto d'ulivi, con lo sgun.rdo del cuore io rìccrcai gli uli,•oti non "isti ed i pensosi laghi di Onlilea.... Fui parco a mensa, ma Ioni \'erso mc, verso In parte che \'Oi mi concedeste, io nou lasciai niun mio sano n.ppctito insoddisratto ... BO\'\'i tutto il mio vino cd ebbi in uso d'alzarlo ))rima Yerso il dolco sole.... Ji'inii tutto il mio cibo, e se il tapino ,·enne su l'uscio a domandar gli a\'anzi, gliene diedi ilei nuO\'O .... 1':cco 1 Signore, il mio bono di li\: so tanto basta alla vostra indulgenzn 1 all'nmor \'Ostro, accogliete nnche me nella folico terra ciel buon riposo, e qualche l'Olia, date un'occhiata nl pO\'Orobattello che ò rimasto laggiù. Dite a mio figlio che no regga con fedo i lunghi corsi alimenta.ti di ricordi e rate ch'ei senta ognor1\ la presenza mia, come s'io fossi un mistico Jlilota. seduto in J)OJlpaa benedir passando i monti o.ntichi, l'adorato lago!

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