Critica Sociale - Anno XIII - n. 12 - 16 giugno 1903

CRITICA SOCIALE 189 Domina il volume intero quella " Stanza straniera,, con la sua coppia innominata di amanti che sentono Ja fratellanza della loro sorte con tante e tante esuli vite che amarono e palpitarono fra le stesse pareti ospitali. Questi poemetti in versi sciolti, a rime in– terne, sono quelli in-cui la mm,a del Bertacchì si rivela eccellente. ]~gli ha il dono non comune di far sempre sentire il flusso e riflusso che è tra uomini e cose. * *. Con IA1·iche umane, recer.tementc edite dalla Li– breria l~ditrice nazionale, noi abbiamo la prova d'un sensibilissimo progresso nel nostro poeta. Quasi in– teramente scomparsa quella in parte volutq. e sover– chia neglettezza cli forma, che notammo nei Poemetti, li'rici; moderata l'irruenza, e quasi diremmo la smania, di verseggiare i nuovi canoni d'interpretazione sto– rica ridotti a schema di fede; le due voci, quella delle cose e quella, sempre un po' romantica, degli uomini, si fondono, si contemperano, si potrebbe dire che, lungi dal contrastarsi o dal simulare una opposizione o un distacco, si integrino reciprocamente. Spira dal tutto un senso di conciliazione tra lo piÌl opposte vedute, adagiate su di un campo di robusto e sano ottimismo montanaro, e palpitanti della gioia cli sentirsi sorelle scherzanti in uno stesso cuore, alimentandone tutte le gioie e le fedi e la forte virtÌL del perdono, che nel nostro caso è qualcosa di piil d'un semplice perdono; perchè il nostro poeta non ha mai imprecato nè sentit.o il bisogno d'imprecare a qualcuno o a qualcosa. Più che assoluzione o per– dono, in lui c'è sempre battesimo o resurrezione, perchè dal rituffo continuo che iJ suo pensiero opera, degli innocenti dolori venutigli di fuori, nena visione del tutto, quei dolori escono trasformati in elementi estetici della sua felicità, così accresciuta ed am– pliata. Leggendo con alcuni amici, di slÙmanoscritto, ta– luni di questi comhonimenti, ci fu giustamente os– servata l'affinità dell'anima del Bertacchi con quella, così prematuramente strappata alla vita, di Pompeo Bottini, che appunto, in uno cli quei momenti in cui fu piena di questo senso di conciliazione, dovette espandersi in due versi filosoficamente profondi, che per la prima volta, quando non ne conoscevamo ancora l'autore, ci sentimmo ripetere proprio dal Bertacchi, a commento e conclusione d'una lunga conversazione sul pessimismo: Io non tento di piangere; so che il raggio di sole Sciorrà nelle mie lagrime i suoi sette color. In IAriche umane questo senso è palese, specie in " Il curato quel giorno p,·e(lfoò "' " Quel ramo del lago di Como ,,, " La predica cU f1·ate Ilario ,,, e in " Leone Xli I nel giubileo secolare ,,. In questi quattro componimenti la conciliazione è sentita tra il senso realistico, tra la filosofia positiva fatta sangue dell'anima e le vecchie idea.lità.religiose. Il poeta sembra volervi dire che due poesie non pos– sono sentirsi nemiche, non possono che darsi la mano. Il momento psicologico, che ha dettato questi carmi, è più diffuso nei cuori gioYanili del nostro tempo, di quanto a tutta prima si possa credere, e, più che nei cuori giovanili, in quelli non ancora adulti, ma gii~ esperti della giovinP.zza, e che, si può dire, si aprirono alla vita clel pensiero sotto gli auspicì del positivismo, salutato come fede emanci patrice e ribelle. Ora, cssr non abbandonano il po– sitivismo, no, come lo snobismo ciel tempo potrebbe far pensare a qualcuno; la fede è la stessa, identico il metodo; ma, come nel senso d'amore v'è un primo stadio cli ebbrezze e di passione, a cui un altro ne eucçede di modi più calmi e sereni, sebbeQ certQ l più profondi, piÌl dolci e duraturi nella loro normale fluenza; analogamente, negli stati emozionali dell'a• nimo, che accompagnano lo sviJuppo e l'evoluzione della prima fecle che fu nostra, perchè avvertita, salutata, inseguita e trasformata in vita nostra da noi, v 1 è un primo stadio in cui si ha per così dire la violenta gioia della conquista del nuovo vero e della cacciata dell'a11tico, " peclibussubjectwn "' stadio di felicità e di speranze forti, di sogni rinnovatori audaci e vasti, e ad esso ne succedono a mano a mano altri la cui caratteristica è un crescente senso di equanimità. A mano a mano che si apprezza la bontà del nuovo metodo, e il nuovo vero, divenuto ritmo delle nostre vite, è pili ,compreso, noi ci sen– tiamo naturalmente pill forti, epperciò piì'l generosi anche col nemico .... che fu l'amico d'altri giorni, e possiamo innocuamente ristringere con lui una ri– spettosa relazione, e finire col desiderio vivo cli ren– dergli tutta la dovuta giustizia. In fondo, si tratta di due lembi della stessa vita nostra., di due palpif.i dello stesso cuore; perchè non dovremmo colmare il dissidio con la simpatia e dovremmo amar l'uno meno dell'altro? Il curato quel giorno predicò è una lezione di ma• terialismo storico fatta dar pulpito, volgendo a nuovi sensi i testi antichi. Il verso procede semplice, Par· gomentazione limpida e chiara, il concetto preciso. Sentitene l'esordio: Ora, fratelli miei, voglio parlare d'un 1>ensierche da tempo in me matura di alcuno verità semplici e chiare. Yoi pur le avete in cuore e non sapete: si danno verità. che la natura semina in noi come virtù segrete; poi, quanrlo giunge l'uotn cho cc le mostra, noi gridiamo esultando: è vero, è vero! E le sentiamo come cosa nostra già pensata da noi.... Dolci fratelli, mentre torna l'aprii chiaro e sincero e risuscitan l'erba ed i ruscelli, aprite il cuore alle parole buo:w.... O fratelli, propizia è la stagione. E il buon curato prosegue: Finora in questo asilo delle nostre fedi fraterne, io vi predicai rassegnazione e rinuncia, col ricordo delle patl'ie immortali vi estolsi fino ai cieli; vi dissi: Se l'uomo è buono, ama le cose sue com'esse sono. Ora è tempo cli scendere. Voi migliorerete, ora io vi dico, se amerete le cose vostre. I miei consigli non bastarono a seminare l'amore nelle devote set– timane; bisogna metterci per altm via e prest.eranno i sensi il supplemento ai difetti dell'anima; saremo migliori noi, quando ogni mensa fiorid cli frugali, ma sane imbandigioni. Sì, figli miei 1 dagli strumenti adatti, pronti allo s001>0, l'anima deriva balda prontezza ai sentimenti e ngli atti: dalle caso ben ratte e ben tenute, esce, come da giovine sorgh•a, un senso di freschezza e di salute .... Dà certezza. di sè veder riflessa. la JJropria effige nel rame lucente e nei vetri ben tersi ; una promessa di pace dalle limpide fontane parla ai villaggi i il vegetar fiorente delle biade e dei fieni, il vino, il pane bianco e le carni danno un buon vigore c4~ div~n~a yirtù uol nostro cuore,

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