Critica Sociale - Anno XII - n. 11 - 1 giugno 1902

IGG CRITICA SOCIALE Plm FARECAMMINAR MEGLIO la baracca parlamentare A.lcunc osserva.z.ioni, contenuto nel nostro ultimo nrticolo <li fondo, l>rovocal'Ono dal collega }'usinato, profossnro 01·dinario di diritt.o internazionale all'U– nivcrsilìL di '.L'orino, li\ replica che volontiori pubbli– chiamo: O.>101·ci:olc Signor Direttore, Nnll'ultimo numero delln Sun Crilic<t Sociale Rlla iu– cidC'ntnlmente si occupa d'una. mia. lettera. inserita nella Stom1>a c'lel 14 mng,:rio. Ella. conviene in alcune parti, ma. dissente in nitre, rcsJ>ingendo come clecisamente nazio· ·11a,·ic le due tesi clella istituzione di Comitati SJ>Ccinli per la funzio11e tecnica legislativa e della riduzione <lei numc,·o ilei deputati. Orfl, siccome, nello scrivere quella lettera, io avevo inlenti lutt'altro cho reaziom"'ii, mi consenta una bre\'C risposta. L'argomcnto 1 del resto, ne va.le la 1>e11a. Ella non vuole i Comitati di legislazione i ma dice pe– raltro con me: " il ciel ci salvi da leggi che fossero davvero discusse da 508 deputati Il' i\la. non Le sembra d1e il ~uo ragionamento, cosl, si riassuma un po' in ctucsto: " la Camera, come potere che fa le leggi, può fum:ionare beno, llOloa condizione di funzionare male n? J-:lla crecle che con la costituzione cli quei Comitati " si a.llc,ntanerebbe il J)otcre legislativo dalla sola sun. fonte legittima - il poJ>olo- e si scemerebbe il con– trollo politico del Parlamento sul Governo n- Lo J)reoccupazioni sono certamente assai gra\'i. Jo ho sempre rensato e penso che uno dei pili gravi malanni del regime parlamentare consista nella tendenza delle Ca.mere olettive a distaecnrsi dal 1>opoloftJ>penaelette 1 e a costituirsi in istituti con vita e con interessi proprii 1 spesso rlistinti, qualche volta OJ>postia quelli della Na– zione. $on quindi favorevole a tutti quei rimedi che hanno Jlf\r iscopo di aumentare i co11latti fra le Camere e il popolo, come il cliritto di J)etizione (diversamente regolato) o il 1·efere,ulum. Or quando ho accennato ai Comitati cli legislazione, forse non mi sono abbastanza chiarnmcnte espresso. Ilo 1>eraltro detto che acl essi vorrei affldata soltanto " la funzione Jegislativ:L tecnica 1u·o1u·iame11te <leW, !I' ll che \'Ole\'a dire che l'i1uli1'1zzo legislatiu• o il controllo deYe rimanere integro nelle Camere. }~non sarebbe clirflcile conciliare le due cose. 'Manon ora il caso, Ella lo comprende, di scendere a s1>eeiflca:doniminute. Quanto al numero dei de1mtati, io lo ponevo in rap– porto col turbamento che l'ingerenza parlamentare ar– reca allo svolgimento regolare dell'azione amministra• th•a, per la tutela dei cosidetti interessi locali, che sono poi quegli degli amici e degli elettori; lo ponevo in rap– porto col generale nbbassamento della nostra vita poli• tica, ridotta quasi ad uua specie di assicurazione ))Cl' la rielezione. ~la non nego che il rimedio sia troppo empirico, o che forse non l'imedierebbe a nulla. Spencor ha scritto che la funzione del liberalismo, nel )HLsimto, fu quella di mettere un limite al 1>oteredei re, e che I:, funzione del liberalismo, nell'avvenire, sarà quella di limita1·e hl. potenza dei Parlamenti. B io credo che, in massima, egli abbia detto il giusto. Ma questa limitazione dei poteri dei Pnrlamenti non J)Otrì~mai con– siste1·e in una illlliretta limitnziono dei 1>oteridella so– vranittL popolare, che è l'unica sorgente della vita poli• tica moderna. ESMldovrà. consistere, anzi, da una parte B1b1otera Gino B1arro nel rendere pili vi\la la partecipazione del pOJ>0loall'ef. fettivo esercizio del potere e dall'altra nel diminuire i tre diretti e i maggiori 1>ericoli delle assemblee elet– ti,•e: incompetenza, irresponsabilità. e corruzione. Ringrnzinndola per l'ospitalità. cortese, me Le J>rofesso, on. si~nor Direttore, con vera. e atta stima TOl'Ìl/0, 20 l/l(lljlj/0 1002. ]Jev.1/W Gumo l<'us1~.,,.o. Constatiamo subito, con piacere, che il prof. Fu– sinato abbandona - sotto il tenue urto della nost.rn critica - l'uno dei due rimedi da. lui escogitati, con– fessi111clo che la. riduzione del numero dei deputati è misura troppo empirica, che probabilmente non ri– medierebbe a nulla.. Quanto all'altro rimedio - i Comitati di legisla– zione - egli ammette di non essersi abbnstania chiaramente spiegato. Era dunque il caso di farlo, profittando di questa replica. Ma invano cerchiamo in essa. chiarimenti che vincano i nostri dubbi. li punto, evidentemente, sul quale era necessario in• tenderci bene, è come possnno conciliarsi Comitati speciali, cui sia devoluta la " funzione legislativa tecnica propriamente detta !I) colla salvaguardata integrità. clell' " indirizzo legislativo " e del " con– trollo " della Carnera elettiva. " Conciliare le due çose, scrive Pon. Vusina.to, non sarebbe difficile "' Bravissimo! Pcrchò allor&, di gra.zia) non ce ne dite il come? Il come noi non lo vediamo. O questi Comitati speciali 11011 hanno che funzione di preparazione le– gislath•a; e allora non c'è nulla cli mutato allo stato di coso presente. Quando il Governo presenta un disegno di legge, egli lo ha sempre fatto studiare preventivamente da Commissioni speciali; lo stesso fanno o possono fare i deputa.ti per i disegni <l'ini– ziativa parlamentare. O invece i Comitati speciali devono, non solo prepamre, ma fare le leggi; e, ri– manga pure al Parlamento un qualsiasi diritto di controllo sull'indirizzo genera.le, o magari un teorico cìiritto di veto sulle specifiche statuizioni dei Comi– tati, sempre è che la. funzione legislativa delle Camere Yiene così pratiCJtmente diminuita. Si torna alla for– mula, più o meno riveduta e corretta, del Governo paterno. Il contatto fra il potere Jegislativo effettivo e il popolo è fatto minore e più malage,•ole. E, a. tacere della i11compete11za - che anche nei Comitati speciali potrà sopravviVere - certo la irresponsabi· lità di fronte al popolo e il pericolo di co,.,.uz-ione saranno cresciuti. Per aumentare quel contatto) per impedire che ]a Camera si disb1cchi dal popolo e s'informi ad inte– ressi distinti ed opposti a. quelli della na1.ione, per rendere pili viva la partecipazione del popolo a111ef– fettivo esercizio del potere, e infine per a.Yvalorare la. competenza, la._responsabilità e la probità legi– slativa, uoi non conosciamo che due modi. O si ri– torna verso il sistema, adottato nell'antichità, della legislazione diretta : il popolo che dà. a sè stesso la legge, ne] foro o nell'agora. Oppure si rinforza il controllo popolare, rinfor1.ando la coscienza politica delle graucli masse. II primo metodo è reso impos– sibile dai grandi agglomeramenti degli Stati moderni ed urta nella legge della divisione del lavoro. L'ini– ziativa popolare o il nferenclum non sono che spe– dienti, in quel senso, di limitata. efficacia. Rimane dunque - d'esito sicuro - il secondo metodo. Che ò quello dei socialisti. Vi è della gente che ha bisogno di ripararsi dal freddo; ma non ha che una stoffa. sottile a disposi• zione. I professori cli diritto, i formalisti costituzio– nali, i repubblicani, ecc., si scervellano a studiare il miglior taglio dell'abito : spostano un bottone, sosti-

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