Critica Sociale - Anno XII - n. 9 - 1 maggio 1902

136 CRITICA SOCIALE 1.905.116 operai organizzati ('), non sono riuscite ad impedire, dopo un secolo e mezzo dj 1)1iglioramenti, da. un Jato, che nel L893 non meno del 25 % della massa degli operai adulti ricevesse per il suo lavoro meno di un.a sterlina la settimana., cioè, aggiunge Sir Giffen, " quanto è realmente sotto la linea che si suol considerare indispensabile a un minimum di sussistenia ,,, mentre una statistica dell'anno passato facm•a salire a 200.000 i disgraziati che a Londra muoiono letteralmente di fame; e che, dall'altro lato, nella lotta di concorrenza. internazionale, l'industria inglese sia colpita eia paralisi, da crisi e decada, con gravissimo da1rno della classe lavoratrice. Corrispondentemente ai due fenomeni, vediamo, da uu lato, parte della classe lavoratrice accusare il tradunionismo di impotenza di fronte alle grandi crisi permanenti, e tentare dì rimediarvi portandovi dentro, nel L890 1 clopo il grande sciopero dei docks, una corrente cli globuli rossi con 200.000 operai non qualificati, im1>regnati cli idee socialiste, e spin– gere le vecchie Unioni a una combattivifa nuova verso l'azione politica, verso la socializzazione dei mezzi cli produzione; e, dall'altro latp, vediamo le classi capitalistiche accusare, fino da.I.losciopero elci meccanici nel 1897, della permanente decadenza clel– l'inclustria inglese, nonostante il piano imperialistico cli Cha.mberlain, le Unioni, perchò limitatrici del– l'eflicacia quantitativa (output) della produzione del la,•oro. Dura tuttora l'eco della disputa suscitata Sll questo terreno dal 'Pimes contro le Unioni, alla quale par– teciparono, combattendo gli argomenti dei capitalisti, Sidney Webb nello stesso 1.'imes, H Comitato della 1'eclerazione generale delle 'l'rade-U11io11s con un suo comunicato ufliciale, il segretario dell'Unione dei calzolai nel Daily News, m1operaio nella Nineteenth Century (gennaio 1902), Clement Edwarcls nella Coll· temporary Review (febbraio 1902), tutti negando che siavi nelle Unioni il deliberato proposito di far pro– durre ai ]oro membri, durante la giornata.di lavoro, il meno possibile per limitare la disoccupazione, e cercando di spiegare la decadenza dell'industria colla cattiva organizzazione dell'insegnamento tecnico ai gio"ani apprendisti, e colla mancanza cli incitamenti e di premf ad essi da parte degli industriali. 44 Real_izzancloper la media clei lavoratori manuali una norma. comune nel mondo operaio - concludeva. il comunicato del Comitato federale - il '!'rade-Unionismo ha. reso un immenso sen•igio alla collettività: ha impe– dito lo !lchiacciamento di masse intero di lavoratori. 11 Ciò non ha impedito alle classi industriali inglesi cli domandare ad alte voci l'imbavagliamento delle Unioni, coll'affibbiare loro la. responsabilità. giuridica degli scioperi e dei clann.i che possono produrre ai padroni, sperando così cli diminu.ire i.I numero degli scioperi stessi. E non è mancata l'autorità. della Camera elci Lordi, che ha legislativamente stabilito che i fondi delle 1.'rade-U-nions possono esser colpiti per qualunque azione individuale commessa dai loro rappresentanti o dai loro membri. In questo modo il nerbo delle Unioni, consistente nella cassa, può esser fiaccato, ad ogni sciopero, da un'azione civile d~i padroni. Ora, gli impulsi degli operai non qualificati, eia un la.to , le recrudescenze persecutive dei capitalisti, daJ. l'altro, dimostrano che la soluzione del problema so– ciale è superiore alJe forze e alle funzioni delle 1.'rade– Unions. Nel è na.turale. Le crisi di sovraprocluzione e di disoccupazione sono inerei,1ti a11'cconomia capi- (1} Xel numero (Il tellbralo aeorso della Ni,1ttu11th Ct11tiwv, Clcmcnt }:dwar<IBcalcola a 800 le Unioni di pRtlronl, cd a J5.000<1uolledegli Ol)eral con 2,000.000clreR di soci, 81b ,atee C no B,arco talistica. e non si potranno eliminare che colla. tras– formazione dì questa. Cessata. la condizione cli monopolio dell'inclustrh1, inglese, si viene verificando per l'Inghilterra la pro– fezia che Engels faceva nel 1885: " La produzione capitalistica. non può dh•enire stabile, essa deve crescere ed estender.si , o morire. Oià ora. la. semplice limitazione della })arte del leone dell'Inghil– terra., nella fornitura del mercato mondiale, si chiama stagnazione, miseria, eccesso qui di ca})itale, h\ di lavo– ratori disoccupati. Che..ftvverrà. in J>rìmoluogo se l'au– mento della. produzione annua cessa? Questo ò il vol– nerabile tallone· d'Achille della produzione capitalistica. J~asun. condizione di , 1 ita esige continua espansione, e questa continua espansione diviene ora impossibile. La produzione capitalistica corre in un vicolo chiuso. Ogni anno l'Jughilterra pone innanzi la. questione: O il paese va in fra11tumi, o ci va la 1Jrod1e.zio11e capitalistica, (I) ,,. J~, a.clogni anno che passa, P[nghilterra si trova sempre più stretta fra. le corna cli questo dilemma, nonostante i puntelli sempre pH1 disastrosi del mi– litarismo guerrafondaio e clell'imperii\lismo 1>rote– zionista. Il proletariato inglese, che ha la più perfetta orga– nizzazione cli mestiere e la pilt fitta rete cli Coope– rative (') 1 si trova in buone condizioni 1>crprepararsi ad assumere l'eredità. della borg·hesia nella direzione della produzione, rna ancora al meCAanismo manca l'anima, socialista, Jo spirito di classe, e questi gli saranno dati clft.una pilt viva partecipazione alla vita e a.Ile lotte politiche con un'azione propria. 1~già se ne vedono i segni: la E'edera.zione dei minatori ha or ora adottato il principio cli una rap– presentanza diretta al Parlamento cd ha messo in 1>ratica questo principio, approvando jJ progetto cli versare uno scellino per socio all'anno per un fondo cli rappresentanza. Di questo rinsavimento· delle Unioni possono far tesoro anche i lavoratori italiani. ALl-:SSANDHO SCHIAVI. (1) •;~o,n.s: I.a comUzJ.011ede/U1 classe o~rala tn hl(lllilte,.,-a, 1)1\• glna Xlii. (t) ·Seco1u10 la nc1az1one del co11grcSBocoo1)crath·o del nrngglo 1001, alla n11cdel 1899 si contR,•ano 111 111ghlltcrrR l8j(J Soc!clil coo11crnt1vo con 1.685.IIH soci, COl\ liii CltJ)lfRle dl MlO 1111110111, Ull(l JlrOduz!one per :?50 m\110111, con un miliardo o 7:,0 mlllonl <Il affar!, e con 18~ 1111- llonl (lt·g-uadagnl dlStrlllultt, parte I\I Cl\l)Uale,parte al C0118Ulllator1, 11arte fil h\VOrO (400 mllR lire dlslr!bulte (l(l 4, Società). l,e Soc1etA di ·produzione eonmoste o dirette eactuslvamc11tc dR oporRI 8\ orl\nO ridotte In •o anni nel 18% ad 8, delle c1uall • erRnO 1n dlmlnuzlone e raccnrno meno di 25.000 lire di vendite all'anno. Tutto erano In 11110 stadio di lnfAnZIRo (Il f1111ciu11ezu1, o sortrh·11no J)-Or 111!.lllCRIIZll di CftJ,ttl\11 C di dlsctpllna anunlnlstrnth·a (BY.ATIIIC►: l'OTTr.R, 7'he coopen1tl.1Jemoi,ement h1 G,·eat {J,·lt<dn, Lon(lrR). Quale lungo o Intenso tirocinio <lcllbono Rncor raro l 111soratorlper mettersi In grado di ns'somero la cllrcz1ono della 1iroduz1ono ! l'organizzazione eç omica deimezzadri E DEI PICCOLI PROPIUETARI li. Piccoli proprietari. Nei multiformi aspetti che assume il rn1>1>orto dl J>rO-– prietà della terra. verso coloro che la detengono, ve n'ha ohe assolutamente non possono conferire ad essi la qua– lità dì capitalisti, fruenti di un J)rofitto ritagliato sulle retribuzioni dei lavoratori. ln moltlssitni casi, e 1>erla. t>iccolaquantitA di terreno posseduta e pill ancora. 1>er la. qualità del goclimento, coloro, che si è convenuto di

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