Critica Sociale - Anno XII - n. 9 - 1 maggio 1902

CRITICA SOCIALE 135 invenzioni, promuove le loro generali applica.zioni; e che quindi quals-iaM, cambiamento 'I/ella clistribu~ zione eletta t·icchezza, che d-ia lli più ai salariati che 110nai capital'isU, essendo uguilJi le altre condizioni, affretta l'accrescimento clellaprpduzione11uderiale ()Càr· sha.11).Per l'Italia è un esempio evidente lo stagn:~– mc_nto dei capitali nei titoli di Stato al 4 ¼ ¼- l1i non è neppur vero che hi diminuzione del pro– fitto provoclli l'esodo dei capitali in paesi clo,·e la mano d'opera ha meno pretese; perchè il ca,)itale preferirà. sem1>re la sicurez.za, derivante dalle buone condizioni degli operai, all'alea cH un maggiore pro– fitto, sempre minacciato da torbidi e da tumulti per il malessere e il malcontento della clt1sse lavoratrice. Ben più dannoso i11vece sarebbe, allo sviluppo del– Pindustrfo1 un esodo degli operai più abili, chiamati nei paesi dove si pa.ga cli più. È del pari stato sfatato l'argomento dei vecchi economisti, che il ria.Jzo clèì salari 1>rovochi un au– mento della popola,,,ione, e quh1di un automatico ritorno al basso liveUo di prima. ]~: infatti ormai dimostrato che in tutto il Nord-ovest d'l~uropa c'è una diminuzione nelle nascite, e c'è ragione di cre– dere che questo fenomeno dipenda. da una clelibenita restriz;ione della popolazione, determinata dagli stra.ti più prosperi e pii, intelligenti cleJla stessa classe operaia, mentre quelli che proliferano di più sono i più poveri. La lotta per il miglioramento delle con– dizioni dei lavorntori non può condurre quindi che ad una diminuzione della popolazione. Che le UnioÙ.i inglesi abLiano dato un impulso a.Ilo sviluppo industriale cerca.ndo di elevare il tenor di vita degli operai, è dimostrato dal fatto e dalle testimonianze degli stessi industriali. L'Edimbw·u Review scriveva nel 1835, che senza le coalizioni e gli scioperi l'industria della filatura del cotone non avrebbe fatto la metà dei progressi che ha fatto. Marx nota nel Capitale che i proprietari di mi– niere intl'Odussero la trazione meccanica solo quando fu impedito il lavoro delle donne e dei fanciulli. E uno dei maggiori industriali inglesi, ·w . .Mather, riconosceva nel 1892 nella C01itemporary Review, che i miglioramenti dei metodi manjfatturieri sono in fatto dovuti alla pertinacia colla quale le Unioni hanno indotto il Parlamento a promulgare leggi che non sarebbero passate se promosse dai padroni o dai politicanti. " Ogni padrone intelligente, egli ag– giungeva, ammette che la. sua officina, equipAg:?iata ed ordinata secondo le leggi, per quanto ciò gli costi danaro, acquista valore in ogui senso, e•che il profitto è cresciuto per aver migliorate le condizioni dei la- voratori. , ltiassumenclo: Pazione delle 'J.'ra<le U11:ions stimola la selezione dei lavoratori più a.Wvi, degli industriali meglio equipaggiati, delle forme di industria più vantaggiose, e dà un impulso continuo a sempre nuovi· miglioramenti del lavoro manuale, delle mac chine e clelJa facolfa organizzatrice nelle iJ1clustrie. A riprova, ba.sta confrontare le industrie tessili, mec• cauiche, minerarie, che hanno preso un enorme svi– luppo, con l'agricoltura, le fabbriche di guanti, cli oro– logi, la tessitura della seta., per le quali andò un tempo celebrata Pinghilterra e che ora sono arretrate e superate dalle industrie degli altri paesi, perchè in esse fa. èondizione degli operai non è normalizzata come per le altre industrie. Ed è così vero il principio che 'il basso ten01· di vita è accompagnato da una· bassa 11,·oduttivilù del lavoro, che nei tre maggiori paesi industriali del mondo noi vediamo verificarsi questo fatto costante: il primato nelle industrie passa dall'Inghilterra aJla Germania, agli Stati Uniti, assieme all'alto livello dei salari'. I tedeschi pagano gli operai delle industrie seri~he piiL degU inglesi, ed hanno ormai battuti gli inglesi nei mercati cli questi prodotti (Schloss). Gli ameri• cani fauno una concorrenza vittoriosa nelle industrie meccaniche (I) e mineral'ic a tutti i paesi europei) ma in esse gli operai hanno un salario che su1>era quello _de~li operai europei, mentre il tempo di la– voro è minore (t). Nell'industria del cotone Prughil– terra resiste ancora bene alla. concorrenza ,•ivacis– sima che Jc fanno le sue colonie, ma ivi i salart dei cotonieri sono ancora superiori n quelli di qualunque altro paese. Insonmrn, il rinca,·o della mano el'oJ}era è la spinta, più votente ai progressi dell'agricoltw·a e <lell'inclu– stria,; colle,memo d'opera cara, l'i11dust1·ia lUt- l'unità a-;, p1·odottocon minime, s11esa. (Scherzer); e nei JJaesi, in ciii, l'operaio è meglio 11agato, it suo nutrimento è molto a buon mercato. Infine l'azione delle Unioni ha. ben dimostrato che " la pretesa degli inclui:itl'iali al diritto illimihito di dirigere i lavori a loro posta secondo i1 precotto: - ognuno è padrone di fare in casa sua quel che gli pare - è una filosofia da. berretto da notte, che non fa disti11Zionc tr:t l'abitazione privata e gli opifict cli centinaia di uomini. Questa teoria. era buona al tempo delle corporazioni, in cui il pftdrone di casa sorve– gliava i costumi dei suoi operai (3) 1'1' In una sua relazione ;tnnuale, Giorgio Jfarncs, il segretario della. l•'eclerazione dei rncccanfoi che SO· stenne il colossale sciopero del 1897) scriveva nel– l'anno 1887: a Oli interessi dei salariati e quelli della comunità. sono identici. Ormai i padroni si sono convinti che hanno solo la libertà. di esercire la loro impresa industriale in accordo col la pubi)! ica opinione, obbedendo ai regola– menti legislativi ed alla pressione delle Unioni. li prin• cipio: " col mio faccio quel che mi pare 1'1> non è piì1 sostenibile. Certo, il proprietario può stipulare a sua posta i contratti, a patto però che rispetti il minimo di salario, e che, pur introducendo nuove maCC'hinc, non decurti il salario degli operai. Su questo terreno basano le loro domande gli operai, ma, convinti che i conflitti debbono esser composti in armonia coll'interesse comune e che l'interesse maggiore è la pace, 11e affidano la ri– soluzione all'arbitrato di un'autorità pubblica ed impar– ziale, aiutata da conoscenze tecniche offerte da entrambe le parti. ,, J"ohn Bums, s1>iegando Io domande dei meccanici inglesi nel 18117,diceva: " La potenza stessa a cui son giunte le Unioni indl,l· striali, l'uso del contratto collettivo, la determinazione bilaterale della durata del soprn.ttempo, della produzione delle macchine e degli operai e ,·ia dicendo, l'interes– samento pecuniario di alcune Unioni in grandi aziende industriali, fanno ormai considerare l'industria come una vasta impresa cooperativa, i cui utili debbono andare scrupolosamente divisi fra I~ parti. 1'I I!) mi pare che ce ne sia n sufficienza, di prove di fatto, per i conservatori miopi del nostro paese. 4° - Verso il socialismo. Ma naturalmente, con tutta questa loro magni– fica azione, le ~l'rade-Unfons inglesi, comprendenti (') f,ll rocente t:s,)0817.IOno di Oh1sgow 10 ha ben dimostrato. \'NII 111proposito la eorrlspondem:a di .011.stonoChhl81 11e1 fAsc.1c.010 111 gennaio ctell't:mporl11m ' <'1Esauriente è lo studio del Ministro (101 lavoro degli St!\U Uniti, Cttrrot O. Wrlgtit, sullo stato del movimento del 911,Jnrinel l)rl110I• J)Rll pae&I Oel mondo, (S) Xtllt zeu, 9 settembre 1898.

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