Critica Sociale - Anno XII - n. 9 - 1 maggio 1902

CRITICA SOCIA.LE 133 dolente verRinità, si i:;-ittarono,e per la pressura delle ristrettezze cconomiehe e per un senso altero di ri– vincita, ncll'asprR tenzone per il conseguimento di un impiego e si 01>posero, istruite, tenaci, com1>atte, non di rado fortunate e prevalenti, all'uomo. Il quale, non avendole elette come compagne, se le trovò in– nanzi come avversarie. Quanto alla donna americana, alla cui educazione appunto di questi giorni Angelo llosso ha dedicato uno studio ricco di notizie e di ossen'azioni interes– santissime, essa è provcrbiule. Noi italian.i abbiamo imparato a conoscerla e a. distinguerla nou pure, poetizzata e, piì1 spesso, falsata, suJJa scena, nel ro– man1.o e nel giornale, ma, vh•a e vera - l'americana milinrdarin. o milionaria però, non l'operaia! - nei nostri luoghi pili incantati - a Venezia, Il. Roma. a. Nn.poli, sulla HivierR. -, ovo essa si reca, non di rndo sola 1 a contemplare lo ma.raviglie della nostra. nrtc, del nostro ciclo, del nostro mare. Essa è discer– nihile non tanto per i trntti peculiari della sua figura. e del suo abbiglinmcnto, quanto, e sopra tutto, per <1uellftsua non posa, mfl consuetudine di maschile e spregiudicata inclipondcnza. Ln }'rancin, O\'C il movimento femminista è forse più appariscente e teorico che reale e diffuso e dove pcrb ò cospicua e ful~icla pHt che io ogni altro paese., la tradizione della donna letterata., da qualche rem1,o ha nncho la donna '"'''ocata, io tocco e toga: desiderio, rra noi, sinora non attuato dell'onorevole Socci. . .. La donna. italiana. si è, in questi ultimi decenni, se non messa a pari con la donna inglese ed ameri– cana, a ogni modo nv,•iata con risolutezza nella. via della sua elevazione: via, nei suoi inizi i, a volte lieta, a volte dolorosa, che le dà nuove gioie e una nuova dignit~, ma insieme - fa d'uopo riconoscerlo - nuove pene o nuovo fatiche, massime alJora che essa do,•e, insieme coi nuo\'i, adempiere i suoi perenni, sacri do,·eri. Anche da noi la donna è penetrata, in folta coorte, noll'ofllcinn. - che ne strugge bene spesso la. giovinozz" o la boltt\ -, nella scuohl, nella clinica, nell 1 ospedolo, nella banca . .Noi hL troviamo chiua sulla macchinetta tclcgrnfìca o sul registro delle ,-acco– mmulate; la troviamo, fredcltunentc e quasi auto– maticamente cortese, nell'emporio di novitlt, nell'uf– ficio di amministrazione di una ditta commerciale, nella. sala cli redazione di un giornale. Abbiamo la donna farmacista, la donna non solo maestra, ma 7wofessora, non solo infermiern o suora, ma dottora. Ahbiamo - in alcuno delle plaghe 1>ii1 ferYidamente socialiste dclht campagna 1>adana - delle maraYi– gliose donne orgnni1.zatrici: ieri ignare e inconscio, oggi rinno,•ate dalla fiamma della fede. J,;i,sa - la donna - si è inainuata, legsriera e, dapprima, quasi isolata e inavvertita, ovunque per l'innanzi si richiedeva e si esplicava solo riugegno e la solerzia dell'uomo, e ha mostrato di saper fare, in generale, se non eccezionalmente, certo bene, con pazienza e con coscienziosità. Scrive non più soltanto racconti o romRnzi\ ma. monografie erudite, irte di noto e condotto ca pHt se\'ero e... germanico rigore di metodo; si occupa, con la più gioconda disinvol– tura, delle disciplino più astruse; sta. china giornate intere su ,•occhi tomi polverosi dettati io grosso latino o in volgnre avviluppnto o contorto; interroga, con lungt~ fatic1\ degli occhi e della mente, le pergamene e i codici ciel medioevo. E quosi nessuno ormnl pili osa stupirsene, e lit schiera delle donne o lavoratrici o professio11iste o studiose diviene, nuche fra noi, sempre più ingente. . .. Ne fa, in J>arte, testimonianza. una curiosa e con• · cettosa. notizia statistica 1>ubblicata dal comm. Vit- toro Havà, ca1>0divisione alla Minerva, nel numero del 3 corr. del BolleWnodel Mùtisterodell'lstru.zio11e Pubblira: la statistica delle donne laureate in Italia nel trentennio clal 1 iO - o, più precisamente, dal 1877 - al 1000. Esse sono 22 i, cosl distinte: Laureate in lettere . . . . 11O in filosofia. . . . . 7 in lettere e in filosofia . 29 in matematica . . . . . I9 in matematica e in storia naturale 1 in fisica . l in chimica. . L in chimica. o farmacia . . . . l in storia. naturale . . . . 25 In medicina . . . . 23 · iu meclioinn o in storia naturale I in giurisprudenza . in giuris1>rud., lettere e filosofia. Come si vede, la facoltà letteraria ò quelJa, onde sono uscite cd e,srono più numerose le donne lau– reate, e sono, almeno sinora, nel campo delle disci– plino liberali, i 1>rofessoria dover pa"entare cli 1>ill la concorrenza femminile. E non che - salvo assai rade eccezioni - la donna si senta. inclinata con pecu• linre clis1>osizionoalla fìlologi11classica, alla storia, al– l'archeologia. : delle centodieci laureate elencate nella statistica suddetta, nessuna ha lernto alto il suo nome, e, d'altra parte, nessuna delJe pii't cospicue scrittrici italiane ha la fronte cinta del lauro acca demico. Oli ò che la donna si munisce della perga– mena dottorale 1>erentrare nell'insegnamento, e sono le lettere - le umane lettere - che adducono pii1 agevolmente per questa via. .ruratti prernleutemente femminile ò orrrnli il personale inseguante delle Scuoio Normali, e, a mano a mano che sono instituite dello Tecniche o dei Oinnasi femminili, sono chiamate pre– feribilmente ..a professani delle donne. E abbiamo anche, nc-no Biblioteche governative, cinque sottobi– bliotccarie, o una hihliotecnria dirige la Comu11ale di Manto\'n. Cincp10 solo sono le giurisperito. E si ca.pisce: l'av\'ocnturn. ò ancora - malgrado i tentativi perti– nnci e cnvnllcreschi del deputato Socci - preclusa alla donna; sedere sulla scranna del giudice, del pro– curatore del ro o ciel cancelliere essa ancora non può; quindi non vi ha alcuna. ragione pratica, pf!r cui essa debba, almeno 1>0rora, stillarsi il cenello sulle Pnndette e sul Codice. Quelle cinque, che, senza alcuna attrattiva 1>rofesslonale, hanno studiato il di• ritto, dovono averlo fatto J>erpuro amore di scienza; e una cli esse, infatti, la signorina Teresa Labriola ò libera docente di filosofia del diritto nell'Università di noma. Le laureato in medicina non sono che Yentitrè, e alcune di e@seinsigni. E c'ò da augurarsi che il loro numero cresca, e che esse si applichino in ispecial modo alla J>ediatria e alla ginecologia, ove potranno recare un tesoro cli operosità affettuosa e confidente. . .. Questo il manipolo dello arrivate, l'avanguardia del folto o venusto c::icrcito, che or si addestra nelle scuole: esercito non più di centinaia, ma cli mi~ gliaia cli fnnciullc, che fra qualche anno, laureate o diplomato o liceu1.i1de, costituiranno una forza ben_ 1>iupoderosa o temibile che non om nella lotta per la. conquista di una cattedra o di un impiego. Sono 5513 - gi11stn lo cifre dato dal lfavà •- le alunno, che noi 1900 figuravano inscritte nelle scuole clas– siche e tecniche go,·crnative o pareggiate, e 4931 quello delle scuole professionali e commerciali; e non sono com1>utat.cle scolare delle Normali. E - d~n<1ue - uno sciame inuncD.80 di ragazze

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