Critica Sociale - Anno XII - n. 9 - 1 maggio 1902

132 CRITICA SOCIALE rente della giornata di lavoro .,. - Ecco dunque una base di discussione che permette l'arbitrato, onde la censura cl'or<line 1,ratico fatta dal Sorel ci sembra pel'da valore. ( 1). • Ma questo arbitrato può non essere accettato dagli operai, ed è allora che si applica la seconda parte del disegno di legge, relativa alla organizzazione dello scio– pero. Questo non può venir deciso che dalla maggio– ram:a degli operai 1 ccl ò obbligatorio per la minoranza. t ammesso generalmente che il pericolo degli scioperi sta nella possibilità. che essi siano determinati dalla so– vreccitazione degli animi. Oli intenalli di tempo imposti dal J>rogetto e i J>reliminari c\e!Parbitrato consentono cli ovviare a tale pericolo, lo sciopero non potendo essere votato che in considerazione di punti 1>recisie già di• scussi dagli arbitri. Questa votazione ufficiale non può dunque, come teme il Sorel('), dare allo sciopero" l'an– damento· d'un'agitazione elettorale "' D'altro canto, l'or– ganizzazione della collettività. d'ofl:lcina condurrà. per forza il Sindacato a essere " Sindacato di mestiere " e a sfuggire ad ogni influenza esteriore, a ogni dittatura di giornalista. E infine, chi decide non ò il Sindacato, ma sono i soli operni che lavorano nello stabilimento ov'è nato il conflitto. La funzione del Sindacato rimane tuttavia potente, JJOichè ò per suo mezzo ed è colla sua pro11aganda.che gli stessi reclami possono venire portati in tutti gli stabilimenti della mertesima industria, sia simultaneamente, sia successivamente, secondo suggerirà la tattica migliore. 'l'auto pHt facilmente 1>otrnnno otte• neri,,i condizioni equivalenti di lavoro, in diversi luoghi, per lo stesso mestiere, dacchè il progetto, coll'obbligo dello sciopero votato dalla mnggioranzn, sopprime il krumiro. A questo deve mirare il Sindacato: avere un" nucleo,, nelle officine e 11reoccu1mrsidelle speciali condizioni di lavoro di ogni officina, in guisa da permettere l'eleva– mento continuo del loro li\'ello in tutto il JJaese. Le .Federazioni di mestiere sembrano adattissime per la fa• cilitazione di questo lavoro; ed è Jlerciò che tanti eccel• lenti spiriti opera.i 10 caldeggiano. Vi hanno, in favore del progetto, altre ragioni che accenneremo appena, e che pure sono importantissime, come quelle che riguardano la stabilità e lo s,·ilup1>O della produzione, cui sono legati gli interessi operai. Si suole non preoccuparsi di questo fatto, che ò nondimeno essenziale 11er la conquista dei miglioramenti. :Millerand, che si sforzò sempre di adattare le riforme all'ambiente economico, insistl spesso presso le Camere di commercio e i Sindacati 11adronali sull 1 im11ortanza del suo t>rogetto sotto l'as1Jetto della st.abi!Hà delle imprese. Esso allon– tana infatti i sabitanei rischi che gli scioperi portano alla produzione. L'ignoranza. attuale degli operai sulla situazione economica sarebbe corretta dalla discussione periodica dei loro delegati col padrone, cd è sopra un completo assieme di dati che il Sindacato }JOtrebbepoi discutere e decidere un'azione locale o generale. Ci rimane da parll\re delle sanzioni. Esse sono assai benigne, quanto all'esecuzione dell'arbitrato, non commi- (I) Non 1Jlsog1m ln()urno olle I 0011fllttl iro,·crnuuo unll. 80luzlono In tutti .I casi. ì: clllaro elle, JHll'11111, irl\.8fornu~zloue nel macchinarlo, J)er un dlsloo-i.meuto dcll'lndusir1t1, elle 111.l!Jla 11cr errctto (Il mcttorc In llllerià o di surrogl\ro unn Jll\rtO della nurno (1'011cr11, l'arbitrato non rlC8<:lr1\ a nulla. lla questo a,·,·cnebbe 11u1u1d'1u1cho esso 11011 rosso 1og1s1atlviunento tlisclpllnato. 11 progc1to Mlner,uict 11011 si rt11• p11ca se 110111\ conmtti ben dct1111t1,1•Jtlotto11u 10 cond1z1on1 <101la– voro attuali o che 11ossono motllilcarsl mcrcè IO s,·11u111io t!Olla CO· ijclcnza 011crola. {t) Op. <:lt,, tiftJI, (lt;. B1b 10ec:i I..Jlno 01arco nando che la privazione dell'eleggibilità e dell'elettorato pei va.rii Cousigli professionali. La. ragione dì ciò 1>e1·ò trovasi in un discorso di :ì\lillerand alla Camera di com– mercio di Parigi: l'opposizione al progetto da parte dei padroni ccl anche degli operai sarebbe divenuta ben pili forte se le sanzioni fossero stato rigorose e il J)rogetto n vrebbc pit1 facilmente naufragato. Del resto, se i 11a– droni e gli operai accettano queste regole per discipli– nare le condizioni del lavoro, non 11ossono che avere per iscopo di e"itare delle crisi di t>roduzione e di la– voro; è quindi probabile che non vorranno suscitare nuove cagioni di conflitto. ]fa infine, i i:;olifatti diranno - quando il 1nogetto fosse votato - se le sanzioni sono sufficienti. In un altro fascicolo diremo di un progetto che ri– guarda la piccola produzione: quello sull'estensione della capacità civile dei Sindacati, che fu già oggetto di un altro nostro studio ( 1 ). PAOl,0 Dit,UIAS, LEDONNE LAUREATE INITALIA Uno dei fatti pii, notevoli di questa nostra età così intensa e complessa, in che tutto si viene rivo– luzionando con una rapidità. fatale e febbrile, è certa– mente la. sem1>re pii1 larga ed .attiva partecipazione ~ della donna alla vita sociale: partecipazione, circa la quale è ozioso discutere accademicamente e apriori– sticamente, in quanto essa altro non è che l'effetto incleprecabile delle mutate condizioni, specialmente economiche, della società. E il laudator femvoris acti, che, per un nostalgico rimpianto delle passate cose e dei passati costumi, se ne dolga e tenti di riso– spingere la donna al focolare e al fuso, è un utopista, è un sognatore, che s'iJlude e 1>retencle di ferma.re a suo capriccio, come la fragile lancetta di un oro– logio, CO!iÌ l'ininterrotta e irresistibile corsa ciel tempo. Meglio quindi che tessere l'epicedio - in– nocuo e platonico, quando non reazionario! - sulla. donna raccolta. e casalinga - la quale, del resto, non fu sempre raccolta nè sempre casalinga - dei nostri avi, è cercare di disciplinare uel miglior modo possibile questa ascendente elevazione femminile e dar opera a che essa proceda cli pal'i passo con ht elevazione cli tutta Ja parte reietta della società. Nè è da temersi - ed è, comunque, egoistico timore di raffinati superuomini, preoccupati solo dei propri estetici compiacimenti - che vadsmo smarriti o atte• 1rnati il profumo e la poesia dell'eterno ideale mu! liebre; chè il verde degli ideali profondi ed umani è perenne, e dall'anima femminile si sprigioneranno, put· nel nuovo stato, novelli tesori cl.igenti.lezza.; cli una gentilezza pii1 cttlta, piì1 consapevole, meno som– messa. . .. In altri paesi, prima e più Jargamente e decisa– mente che in Italiri, la donna si è assisa accanto o contro l'uomo nella lotta per la, vita, nelle cariche 1>11bblichc, nelle l'orine tutte dell 1 emancipazione pilt libera. L'Inghilterra e alcuni degli Stati nord-ameri– cani sono all'avanguardia di questa riscossa del sesso femminile. E Guglielmo F'errero ebbe già a definire, in uno dei capitoli pitt suggestivi e profondi del– l'Europa giovane, col nome di terzo sesso quella innu– mera schiera, che gli apparve nella capitale bri– tanna, di donne, che, avendo ormai ·rinunciato a1Ja speran~a di ademJ>iere la missione sospirata di ~poso o cli madri e avendo .compresso gli aneliti della. loro

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