Critica Sociale - Anno XII - n. 9 - 1 maggio 1902

CRl'l'lCA SOClALE l3J pel suo disegno di legge: ecco già una probabilità. che questo sia superiore ai mezzi onde dispone finora la classe operaia. Tutto sta nel sapere se il progetto agevola od ostacola IO sviluppo del Sindacnto, se per caso non lo rende inutile. ( 1 ) t: chiaro che in quest'ultimo caso ne avrebbero ram• marico coloro che attribuiscono al Sindacato un valore educativo, o per la più completa conoscenza ch'esso dà all'operaio delle condizioni del mestiere e degli interessi operai in generale, o per le istitu1.ioni di mutualità e i corsi tecnici che s'innestano in esso, sviluppando l'ope· raio moralmente e intellettualmente. Orbene, il progetto !lillernnd rinforza, secondo noi, il potere <lei Sindacato, dirigendone l'azione a punti de– terminati, strettamente economici, scemandogli le even– tualità di sorprese, ))reservandolo..,dalla frequenza di pos– bili dittature di minoranza, o nascenti nel suo seno, o gravanti sul Sindacato dal di fllori, come avvenne nello sciO))ero di l\lontceau. Dopo gli scioperi del Creusot e di Montceau-les--llincs si ))Ub dire che la classe OJ)eraia in },'rancia ha da1,- 1,crtutto la coscienza o la pratica delle libertà ))otitiche. Ormai quindi è la coscienza. e la pratica delle libertà economiche la questiono essenziale J>er essa; e poichò J>UÒ muoversi liberamente nello sue istituzioni autonome - Il decreto di Millemnd che rlorganh:za la J3orsa del lavoro di Parigi è una nuova consacrazione di questo diritto - l'essenziale J)er essa non ò pii'1formare po– tenti r,cghe di agitazione che non possono riuscire erft– caci che per rivendicazioni ))rimario, bensl fare dei suoi Sindacati altrettanti strumenti ))recisi e ben adattati ai diversi mestieri per salvaguardare i differenti interessi dei loro membri. ~:questa una grossa questione, che non può risOIYersi dappertutto ad un modo. Jn un paese di piccola pro– prietà e di libertì, politica qual è la E"rancia, dove non 111i può dire che la borghesia, collR sua politica. tradir.io• nale, sia stata un ostacolo naturale, al progresso della clnsso OJ)Ornia 1 nò che lo s,·iluppo di quest'ultima - come forse in qualche altro paese - sia superiore all'o• pera di progresso ))Olitlco ed anche sociale com1>into dalla borghesia; dove infine la classe operaia non è costretta ad aprirsi un cammino attraverso leggi di rea• zione; la funzione dei Sindacati non può essere che parziale e deve tendere sopratutto a salvaguardare gli interessi dei propri membri che si tro,·ano di fronte a una sltua-zione economica delle J)iù complesse. Ora, nel 1,rogetto sull'arbitrato, mentre ogni o))eraio, sindacato o no, ò chiamato a discutere i propri interessi, a elevare la ))roprin coscienza di clnsse mercè l'osser– vazione regolare delle condizioni tecniche e delle pro– prie condizioni materiali, provocata dalla discussione men!!ile col padrone, il Sindacato, serbatoio naturale di tutte quelle rivendicazioni che consenano il loro parti– colare carattere, può, in caso di conflitto col padrone, apprezzare se sia. o no il ca.so di solidarizzare tutti gli interessi degli operai dei diversi mestieri. E, dovendo gli arbitri delle duo parti essere scelti nella corrispon- (') l'olrcmmo l(li\ chiederci J)Crcllò 11ml I Slnd1lcall rhnn.rrcbbcro 1&c11z11. s<:0J)0 pcl solo ratto di 1m'urgr1111zzn.11lono che Mtldil alla 001· 1cU1v1ti. clell'orne111:l H còm11Uo di stab\llru 1111 contratto ocllottlvo col l)allrono. Qun.ndo l Municipi o 10 :,tnto Impongono un capltoluto llll'lmprf'ndllore, o CSCN:1100110CUI IICHI un 8Cr1'\1\lopubblico, forse che non 11 formano Sindacati operai o non hanno un'utile rum:lonot Queata runzloue sembra meno lmp()rtante, rltlucc11do11a vigilare 1111- l'c~uzlone delle clau.sole del contratto, ma la cosclenxa 01,erala 1'a plb. 10 1/1. e II sene del 8lndacato per creare 11111112.10111 operale. G no B1arco dente Sezione dei Consigli del lavoro i cui membri sono eletti dai Sindacati, ognuno \'ede quanto sia importante la decisione di questi ultimi, o come quindi la loro azione sulla classe operaia guadagni, anzichè perdere, pel ratto di essere esclusi\'amente economica. Questo disegno di legge evita. dunque un clOJ)J>io sco– glio: la difflcoltìl di organizznzionc degli 01>erai 1 che oggi non può farsi nella grande industria I se non sotto In forma sindacale, e il rifiuto del padrone di ri– conoscere i delegati del Sindacato sotto il pretesto, spesse volte ))lausibile, che essi non fanno più J>arle della loro eor))Orazione, o almeno della sua offtcina. JI ))rogetto unisce dunque ciò che i ))Rdronì dividono: gli interessi O))crai. I pndroni allontanano dai Sindacati una. massa, che ò J)erduta oramai J>Crogni atti\'ità. inclivicluale, per ogni sforzo di classe. La legge, im1,osta ai padroni, per ini– ziativa del Sindacato, rende lm•ece ad ogni membro della collettività. d'offlcina la responsabilità dei suoi voti, riferentisi ai suoi interessi economici, alla sua con– dizione nell'officina. Così ò ris,·cglinta l'atti\'ità di tutti, e la coscienza della solidarietà degli interessi è ratta ))enetraro indistintamente in tutti gli operai. Il livello generale ,•iene ele "a.to, il pensiero 01,crllio è chiamato n manircslarsi in modo generale e continuo. D'altra. ))arte, non ò nece11sariocho quosta massa, che non giO\'erebbe rimanesse un peso morto o un elemento ostile verso la parte attiva del proletariato, invada il Sindacato. Questo non potr1\ spiegare tutta In sua effi– cacia se deve anzitutto lottare contro una maggioranza indifferente od ostile della classe 01>eraia,e se inoltre assorbe in sò In massa degli operai la cui caJ)acità tee• nica e il cui sentimento di classe sono inferiori. Il J>rimo ostacolo sembra tolto di mezzo dal progetto Millerand, che :1ge, 1 oln per tal mollo il governo del Sindacat.o; e Il Sindacato ))UÒ riuscini tanto meglio, <lacchè le sue decisioni riguardano questioni 1>rntiohee intere1~santiIn massa operaia cui si riferiscono. li Sindacato, nella grande industria, com))ie una funzione nnaloga a q_uella della Cooperativa di 1noduzione nel cnmpo delle piccole nziende: deve tendere n elevnre Il livello dei sah\ri e a svilu1>pnre le istituzioni di solidarietà; perciÒ, al pari dolle accennate Cooperative, deve comporsi di elementi relath·amente J>OCO numerosi e dotati rli una più alta istruzione tecnica. li successo complessivo dipende, in– somma, dalla coscienza morale generale clelJ>roletariato. f: non ò da ,lolerci se il progetto Millerand riesca ad ele,•arla. So bene, ed è un argomento del Sorel ('), che si può trovare utopistica l'idea di far decidere in via. obbliga– toria. tutti i conflitti sui salari quando non si è w d'nc– cordo su determinato basi 11• !ifa conviene ricordare che tutte lo ))arti dell'opera. di i\lillerand si concatenano, e che i decreti 10 agosto 1800 sullo condizioni im))OSte agli appaltatori di lavori ))Or lo Stato, e i decreti che organizzarono i Consigli del lavoro, forniranno le basi della discussione sui salari. In forza dei primi si conoscono i salari normali e la durata normale del lavoro in dati mestieri, nelle città o"e esistono a1,palti di Stato; i Consigli <lei lavoro, poi, hnnno, fra gli alt1·i, l'ufficio cli u stnlJilire in ogni re– gione, 1>eri mestieri rappresentati 1101Consiglio 1 e 1•ro– vocn11doaccordi, per quanto è possibile, fra Sindacati 01>eraie J>adronali, un quadro coni-tritante il tasso nor– male e corrente dei salari e la durata normale e eor-

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