Critica Sociale - Anno XII - n. 9 - 1 maggio 1902

mo CRI'l'ICA SOCIAL~ le ombrelle nella previsione delle ipotetiche tem• peste dccembrinc; e gli irrcducibili mandi~ a tener compagnia (e son Ht veramente al loro posto) ai fossili antidiluviani della repubblica pregiudi1,iaiuola., che si affannano a macerarsi cd a liquidarsi in in– fecondi malaugurii ed irose proteste, strepitando - simili ai mercanti che ostentano il lusso milionario sull'orlo del fallimento - che il paese viene con loro. Sente il sano istinto proletario che il tesoreg– giiLre le forze e mutRrsi di piche in popolo, nutrito e avvlllornto nell'esercizio del diritto, ò " prepara– zione n che avanza ogni altra non solo per vincere nel caso cli futuri violenti conflitti, ma per sventarne lo scoppio. Col rallent.usi della tensione eonvulsiva nella po– litica del paese, h~ fisiologia riprende il disoprn) e muore, per naturaJe esaurimento, il vaniloquio iper– bolico o il fatuo semplicismo dei concionatori fre– menti, cui la le:donc delle cose assesta il colpo di grazia. Il bel gesto dello sciopero generale si risolvo in una smorfia dolorosa a. 'l'.orino come in .Bclgio 1 e lo sforzo su1>rnrno dei nazionalisti, militaristi e cle– ricali da un lato, degli ipcrrivoluzionari dall'altro, ha. in }i'nrncia questo risultato: cadono, come abbat– tuti da. un medesimo vento, i capi delle due fazioni, da Cassilgnac a Jutes Guesde, o trionfa a Carmaux la mente pili equilibrata e il cuore piì1 largo del socialismo curo1>eo -- Giovanni J'aurès - simbolo e riassunto della situa~ione. Così gli importuni " teorizzatori "' che avevano affiJate le armi per proteggere ancora l'elev,unento prnletario contro l'assalto ugualmente esiziale delle due opposte utopie, possono sospendere le inutili armi alla parete e, liberi da polemiche pettegole, lasciati da un canto i prolegomeni, spingersi nel vivo di un'azione ben più complessa e ben altrimenti ef– ficace. La 1>enetra.z.ioncproletaria nei Municipii 1 dove l'igiene delle fabbriche e dell'abitato 1 il problema delle case operaie, l'istruzione l>opolare e professio– nale, l'allargamento dei pubblici servizìoi attendono amoroso alimento dall'opera nostra; l'impulso da imprimersi alla legislazione sociale, destinata ad evolvere in un vasto sistema di provvisoria guarentia dclhi. vita, della dignità, del benessere morale e ma– teriale dei lavoratori, condizione imprescindibile cli piì1 radiCfili conquiste; e insieme a tutto ciò Jo svi– luppo Jibero e tranquillo del movimento proletario, che, dnll'm1io11e meccanica e rudimentale dei lavora– tori snscifarnclo l'orgcmizzaz-ione piena ed integrale, colla conquista degli organici negli opificì, colle rappresentanze permanenti operaie e contadine, colln. tattica sapiente delle coalizioni, cogli Uffici di stati– stica, col congegno probivirale e cogli arbitrati, di• sciplina ed illumina J'azione emancipatrice, crea il nuovo diritto del lavoro e innesta la repubblica eco– nomica nel vecchio ed esausto tronco del monopolio cnpitalista; è su questi tre fondamenti che si erige la sola rivoluzione proletaria. che non sia nè sogno cli acchiappanuvole, nè trucco cli ciurmaclori. Questo susurrò a noi, vigilanti, fa forte e sicura calma del 1° maggio testò celebrato; 1° nrn.ggio che ritorna alle origini, ma ad un grado più alto, giusta la legge eterna. della. spirnle, colla capacità. con(1ui- 15t ,1.ta di adempiere le promesse annunziate. }i questo è oggi più che mai il programma. di questo pagine e il programma di tutta quanta l'opera nostra. _LA C1t11'JCA SOCIALE. Net fascicolo JJrQssimo -i11se,·iremo clue interessanti documenti -- lavoro dei nostri collabo1·atori ed (t1niri 1)rof. G. J\fo11temarti11ie iny . .Angelo Omodeo - clel– t'alfroifèi che intende spiegare lei Società.. umanitru·ia ci sussidio intellettuale del movimento proletario in Miùmo e neU1 Alta ltalia. u'opetiél di IV(illetiand ili. Ilct1'bitrttto e lo sc·W1u;1·0 obblir1ato1"U. Il disegno di legge su lo sciopero e l'arbitrato obbliga– tori i ( 1 ) contempla soltanto gli sfabilimenti che occupano almeno cinquanta operai. Non ha dunque carattere uni– versale: il suo obbietto è la yrmule intrapresa. Altra. sua caratteristica ò cho, seguendo in ciò la dottrina dell'ar– bitrato del Crcusot, considera ogni OJ)iflciood offlcina come rorrnante una collettività operaia. Tien dunque conto dell'evoluzione economica che solidarizzò gli inf.eressi operai cd ò un ))rimo colpo al principio della. ",·endita al minuto 11 che caratterizza per .Marx l'attuale contratto di lavoro. Questa collettivitù operaia diventa infatti tanto pili padrona delle sue condizioni di lavoro in quanto essa ò clliamata a discuterle ed a consentirle ogni mese col padrone o coi suoi rapp1·esentanti. Cosl essa riesce a conoscerle completamente e può tanto piì1 facilmente migliorarle dacchè non ha pii, per sola risorsa quel mo– vimento discontinuo di rivolta che ò lo sciopero attuale, i cui risultati sono cosi incerti pur esigendo un dispendi() eccessivo cli forze moteriali e morali. Questi duo principii, della collettivitù. operaia e del contratto colletth,o, sono sottomessi ciascuno, nella appli– cazione, a due condizioni. Anzitutto, eccezion fatta per !o Stato, nei cui lavori l:~ legge funzionerà d 1 ufflcio, essa non sar;\ applicabile che in quegli stabilimenti privati in cui si sarì~stabilit.o un accordo "in 1>ro1>osito f.-a padrone e operai. ·viè qui una parte lasciata all'attività del Sindacato, il quale avrì~ tanto maggior interesse a preoccuparsi di ottenere o di com– battere questa Ol'ganizzazione dell'arbitrato, dappoichè essa diventa obbligatoria J)er ogni operaio nuo,,o as– sunto, in virtù del principio della. solidarietà degli in– teressi. D'altra parte, la zona della solidarietà degli interessi 1mò limitarsi a un solo opificio o a una sola officina, secondo la diversità dei lavori che vi si ranno. Questo cliseg11O di legge ha una superiori ti\ sotto questo as1>etto 1 cli fronte ai Sindacati o_peraidelle grandi intm– prese. Questi, infatti, si sono formati senza disti11guere fra le varie c,ttegorie di operai di uno stesso mestiere e diventano coi:ì l'espressione di una maggiornnza com– posta normalmente di operai inferiori. Ne viene un ,1i– fetto di coesione, le rivendicazioni non conservano il carattere s1rnciale a ciascuna categoria, e il Sindacato finisce 1>ernon essere pili padrone del movimento, sia che il movimento si inizii da sè, come negli scioperi <lei metallurgici clell'Havre o dei minatori di Montccau 1 sia che eqso Io provochi inconsultamente, come av\'eune nel tentath·o di scioJ)erocte}li impiegati ferroviari, nel quale il Sindacato, comJ)osto in gran maggioranza da mano– vali, non fu seguito da nessuno. 11 progetto i\lillerand, pur ammettendo una soliclarieH~ generale di interessi fra gli operai di un 1 orflcina, tiene contoi per la manifestazione di ,juesti interessi, della diversiHL dei mestieri 1 e ciò ò tanto pii, indispensabile, 1>oichèla trasformazione delle condizioni tecniche varia. e produce conseguenze di\'erse secondo i mestieri. Si propende troppo a. ritenere che il Sindacato abbia un va.lOl'eper sò stesso; in realtà non vale che pel suo contenuto. Le 1>rovefurono fatte, e Millerand ne profittò (I) Vogga::JIIl testo del progetto hl OrWca liockdt 1 1901,JlflQ'.so::..1.11 Rel11ztono al medesimo, a p14rt.ne 2H>,2~ e 271.

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