Critica Sociale - Anno XI - n. 23 - 1 dicembre 1901

CRITICA SOCIALE 357 così è neJle vie del socialismo che può trovare le soluzioni immediate e parziali. Ed è ciò che può 1 fino a un certo segno, giustificare, o meglio spiegare, il voto del Congresso dei contadini. Ma - ed è qui la linea sottile, sulla quale richia– miamo Patteniiuue elci lct.tol'i - dal fatto che una. politica proletarii~ e tendcnzinlrnente socialista devo erompere f'cltalmcute dallo sviluppo cosciente del– l'azione dcg-li opcrni orgswizzati nelle Camere di hworo e nelle Leghe similari, non deriva di neces– sitìt che dunque le Camere di lavoro e le J,egho di resistc11za llcllbano attiggcre sul fronte la professione di fede socialista, <1uasi un monito cd uno spaurac– chio che ne allontani gli operai la cui coscienza ò apolitica) o sta ncJla zona. intermedia in cui la co– scienza politica del h~rnratorc non è ancora coscienza socialista. Anzi, di ncccssib\ derh·a il contrario . .'e cotesta formazione di coscienza politica dev'essere il frutto elci fatti e delle esperiem:e, zampillare dalle viscere del.la lotta combattuta, se dev'essere un punto d'arrivo - a1>punto perciò non può essere un punto di partenza. Il socialismo non deve trovarsi aftìsso sul frontone, bensì maturarsi nei penetrali delle Camere cli lavoro. ~011 vorremmo essere frait\tcsi. Non si tratta di una meschini.\ ipocrisia, di una gherminella per pe– sca.re affiliati lllle Camere. Si trìttta di rispecchiare la rcnltà delle cose. Quante volte, in questi ultimi tempi, per esempio, noi fummo chiamati qua e J.'1 a battagliare contro l'insidiosa iniziativa dei Municipi clericnli e moderati, meditanti gli " Uffici comunali del hworo "' diretti a. sviare dalle Camere del lavoro il contingente operaio, noi non rico1Temmo al sub– dolo spediente di giibellare le Camere del lavoro per organismi estranei alla politic1L Al contrario, il carattere loro politico e di classe •- che sono sino– nimi - altamente affermammo ed illustrammo. f; passato eia gran tem1>0 il 1>erioclo in cui le nascenti Camere del lavoro chiedevano cittadinanza. civile presentandosi in aspetto di modesti Uffici cli collo– camento e di semplice ricetto materiale di associa– ,doni operaie. J)acchò il loro sviluppo si ò imposto all'atteuzionc dell'universale, siffa.tti stratagemmi perdettero anche il tenue valore occasionale che potò sì e no servire - sub consulibus Crispi o Pel- 1oux - ad allonbinare uno scioglimento o a carpire un sussidio municipale. Oggimai le C1unere cli hworo non ponno sperare vantaggi in ragione della loro debolezza, bensì unicamente in ragione della loro forza, della loro sa\•iezza e delle condizioni sociali che ne fanno riconoscere legittime cd utile - in ogni caso inevitabile, sotto pe1HL di attriti e di tor– bidi svantaggiosi per tutti - l'opera educatrice e civilf'l. Anche gli av\•ersi, per pre\'enzioni e per in– teressi personali, alla tendenza politica. ch'essc rap– presentano debbono essere costretti - dalla neces– sità delle cose - a riconoscere in esse non solo il buon diritto ad esistere, ma. benanche il carattere cli pubblica utilità; carattere cho tanto pili si mani• festa quanto più sono forti ed illuminate. Ma. se, ancora, gli avversal'ii politici possono de– siderare o sperare che il carattere e la funzione politica delle Camere di lavoro rimangano il piÌL possibilmente depressi, non questo può essere il voto dei socialisti. Noi non possiamo augurare all'Italia un trcule-ttnionisnw, quale si svolse per speciali cir• costanze in l"nghilterra, dove, per non a,,ere una politica. propria, costrmtc e spiegata, ostacolò lo svol– g-ersi del socialismo; noi non possiamo neppure, come il Loria.,che non ò socialista, desidera.re che la politica del proletariato italiano, organizzato nelle Camere di lavoro, si riduca so1>ratutto a postulal'e, dall'uno o dall'altro indifferentemente elci partiti borghesi, <111esto quel vanta.ggio, entrando nel gioco di questi, sfruttandone a Yolta a volta le rivalità ccl i contmsti, ote 1 ( 1 no B,arcc offrendosi in certa. guisa al maggiore offerente. Questa a1Jilità 1 se può essere talvolta eccellente ac– corgimento di politica parlamentare, non basta a fornire il substrato dell'azione proletaria, tende anzi a retros1>ingere cli uuovo il proletariato, come fu già. in altri tempi, al.la coda di partiti che non sono il suo. Ma il dire che il proletariato deve fare essenzial– mente una politica J}ropria, - la votitica,d,ellce J}rOJ>rice clcesse - e che a tale politica non possono stra– niarsi le sue rappresentanze immcdiat.e, anzi le sue avanguardie sul terreno economico, le sue scuole di affratellamento e di mobilitazione, le Camere del lavoro - non è nncora dire che il proletariato possa già oggi tutto quanto - qui la realtà, insorge a protesta - professarsi esplicitamente e cosciente– mente socialista, e che le organizzazioni difensive del proletariato, quelle che hanno per istituto di i1ccoglierlo, di proteggerlo, di org-anizzarlo, di ele– Vftrlo in quanto esso è classe sfruttata, unita iL co– mune difesa, e non in quanto professa una dottrina determinata, possano assumere il socialismo per di– stintivo. 'l'm politico p,-otelaria e socialismo ~ sia pur quella, come noi pensiamo (e altri potrà diver– samente opinare), del socialismo tendenziale - vi .ò a.Imeno la differenza. che passa tra ciò che diviene e ciò che è già. divenuto, tra. l'evoluzione che si fiL e l'evoluzione compiuta. Sulla terra alla qua.le ado– riamo, nel p,resente di cui respiriamo Paria vitale - lasciando anche noi, come Arrigo J-leine, il cielo agli angeli e alle passere, e le profezie ai profeti - noi non possiamo esigere dalla nttualc massa proletaria, per clifendel'la e perchè si difenda, una. dottrina. precisa sullo Stato futuro, la quale ò 1>ureelemento integrante della fede socialista - che si chiama fede sociaJista a1>punto per questo, che, per quanto le sue previsioni shrno induttivamente fondate, non sono suscettibili di controllo attuale e di positiva speri• meutazione. Questa fede, se ha uu valore, lo ha in quanto i fatt.i le daranno una s1>ontanca conferma, e il movim1;into operaio convergerà a quella. meta irresistibilmente, non già. quando venga assunta come una pregiudiziale del movimento. E per quanto la. nostra. con, 1 inzione, che lo sbocco finale dovrà essere quello, sia fondata e sia salda; fra cotesta. nostra. ipotesi dottrinale e la. realtà. \'ivcnte ciel movimento operaio, noi non esitiamo ad accordare a quest'ul– timo la preponderanza decisiva. che la vita reale ha o deve avere sulle semplici idee. Se dovessimo sce– gliere fra la dottrina ed il movimento prolebnio, fra la teoria. cd il fatto che pensiamo debba cresimarla, è per quest'ultimo che opteremmo senza titubanza - poichò noi possiamo errare, esso no. Se le Ca.mere cli la,•oro violeranno questa norma di prudenza e quasi di onestà. professionale, anti– venenclo lo svolgersi elci fatti e assumendo il socia– lismo a 11regiuàiziale, ciò non potrà essere senza dolorosa sanzione. Perchè la professione di fede so– cialista. in tutti gli ascritti' non è nccess~ria al pro• gresso del movimento, e diventa per converso una causi, di debolezza. Non ò, clicia.mo , necessaria. alla. elementare organizza.zionc proletaria: nè iJ fatto che non tutti gli affiliati s'iano socialisti, toglierà. agli operai socialisti - d'ordinario, per la loro fede me– desima.,che ò causa insieme ccl effetto, i piil s,•egli, i più animosi, i piì1 battaglieri - di imprimere al– l'organizzazione la direttiva, ·di versare in essa la suggestiono poderosa delh\ loro convinzione di mili· tanti socialisti. Anzi, ciò riescirà loro tanto pili fa– cile e tant0 più fruttuoso quanto meno le adesioni intellettuali dei compagni saranno, in certa guisa, il portato di un previo contratto, l'attuazione di una condizione imposta loro perchò possano vantaggiarsi della difesa che le Camere cli lavoro offrono ad essi; quanto pili il socialismo sarà una conquista attiva e

RkJQdWJsaXNoZXIy