Critica Sociale - Anno XI - n. 23 - 1 dicembre 1901

856 CRITICA. SOCIALE forte, sebbene non paia, mutando il tempo del verbo: Je Camere di Javoro non soltanto devon esserlo, ma inevitabilmente lo sono. Se è vero, per Ja nostra dot– trina, che ogni lotta. politica cela una lotta cli classi - e se ò vero essenzialmente l'inverso - ne risulta. matonrnticamente che l'organizzazione difensiva dei hworatori sul terreno economico contiene necessaria• mente il proprio germe politico - più o meno svi• lup1)ato, Jlii't o meno esplicito, pii'1o meno cosciente - o che (fu mille volte dimostrato) avetlere da essa quel germe è condnnnarla ad una inclcJ)rccabile ste• rilit:l. La resistenza dei lavoratori non ò soltanto - corno pensano purtroppo anche taluni socialisti, che di essa non penetrarono l'anima. J>rofonda e 1>rofon– damento rivoluzionaria - la resistenza economica dei lavoratori non è soltanto una gretta meccanica, intesa alla immediata clifcsn dei salari i e degli orari i e che in questa immediata difesa esaurisca il suo còmpito. F.ssa è il pernio intorno al quale si movo - come un alone inscindihilo - tutta un'atmosfern di questioni e di a~itazioni eminentemente politiche - di politica tributaria., di politica interna, di po– litic' sociale, di 1>olitica commerciale e internazio– nale - il cui complesso, ablJracciantc tutti i ra1>– porti de~li interessi del lavoro coll'attività specifica dello Stato, dei Parlamenti, dei poteri munici1>aliecc., si riassume in una parola: ht politic<i proletaria. Finora: ò ben vero 1 questo tilone, questa sopra– struttura ideale, intorno t11l'azione delle nostre Ca– mere cli lavoro, ò uno sfrato cosl breve e così poco denso, che a mala pena è percettibile. Citiamo un par d'esempii fra i cento. L::istatistica, questo occhio cli ogni politica poaitiva, lo studio obiettivo delle condizioni delle industrie, della loro potenzialità in rapporto ai salari i, agli orari i, ecc., della concorrenza estera che le assilla, l'indagine cli tutto questo ma• terinle prezioso ed imprcscindibilo per ogni lotta di lavoro che voglia. riesci re vittoriosa, e la. stori a, ricca cli ammonimenti, delle prove e delle vicende dura.te delle or:,.-ranizzazioni che da. pii1 lungo tem po com– battono all'estero fonda.mento necessario alla difficile arte delle coalizioni e degli scioperi - tutto ciò è pressochò ignoto, o è appena sbozzato, nell'at,tivitiì. quotidiana delle nostre Camere di liworo. Lo pretese degli operai, la conve1tienza. o meno de~li scioperi in un dato momento, le rivendicnzioni più opportune o il loro ordine, il limite al quale sia conveniente arrostarsi, le moclalitò stesso della lotta, tutto ciò è ancora nel periodo dell'empirismo, è affidato al tatto, alla coscienziosità ed all'intuito di alcuni direttori del movimento, sprovvisti dei mezzi di studio e di dimostrazione che sarebbero loro indispensabili o spesso perciò soYerchiati dalla mutabile impulsivib\ della massa. Organi di reclutamento e di 1111ioue materiale, più che non, finora, di or9a11izzazio11e vera. e propria e di educazione pro~rcssiva della lotta. cli classo, le nostre Camere di la,•OL'O- ogni giorno più potenti per numero di afliliati o pii1 grrwate cli responsabilità faticose - in questo, che ò il campo piit classico del quotidiano c0mpito loro, adempiono bensì, già. oggi 1 un'azione a,,,,ivatricc e moderatrice, la cui utilità. non può mettersi in dubbio, ma sono ancor lontane - non per colpa di uomini, ma J>Cr fntalità cli cose - eia. quel grado di evoluzione co– sciente e, stiamo per dire, scientifica, a cui hanno il dovere e il diritto, come più il movimento inca1za cli pervenire. Parimenti: attorno a.Ila resistenza organizzata elci lavoratori delle offtcinc, dei campi o ciel mare, nnzi su di essa come nel suo vero terreno generatore, nasce e tende a svolgersi il nuovo lliritto operaio, ignoto a i vecchi codici 1 alle tradizioni giuridiche ac• cotta.te , o repugnante all'intrico delle procedure or• clinarie ; diritto di conquista, come ogni altro diritto storico, e il cui reale vnlore e lu cui emcacia saranno B1b1otE c1 G no B1arco tanto maggiori quanto più la conquista sarà volon– taria, intelligente e sudata. Un pensiero un tal J)0 1 giacobino, e in contrasto al concetto materialistico della nostra dottrina, fa o lascia credere ancora che nlhi formazione cli cotesto nuovo diritto posaano provvedere, quasi cli spinta propria, i sommi poteri dello Stato, mercè una. serie di leggi sociali largile, preminente fra esse quella che dovrolJbe disciplinare, su determinati archetipi fissi, il contratto cli lavoro industriale cd agricolo. Ma l'esperienza. insegna che lo leggi tutrici ciel lavoro, ae non debbono essere rnchitiche cli forma e anemiche e irrisorie nell'at– tuazione, vog liano esse re il frutto di agitazione co– stante degli interessa.ti , organizzati in forza econo– mica. e politi cai e 1>cr ht conquistA ciel contratto di liworo, non campato nelle astrattezze metafisiche, ma modellato sui bisogni o rispettato nei fatti, la legge fornisce giì~ - per quanto rudimentale cd imperfetto - Porgano pl'Opl'io nell'istituto dei pro– biviri, che 1>otrà.essere donrnni esteso a.Ile industrie agricole, agli impiegati dei trasporti e delle aziende private, e allargare la. propria competenza e svilup– pare il germe, che è già in esso, dell'arbitrato, non obbligatorio per legge (ciò che, al presente grado cli clefìcicntc educazione di classe in rtalia, taglierebbe i nervi alla salutare e necessaria ginnas tica d elle CORlizionio degli scioperi), ma a mano a nu.no im• ponentesi 1>erl'influsso crescente dell'ele mento opc– rAio nella 1>ubblica opinione e ne~li arringhj eletto– rali. L'arbitrato probi virale ne lui già dato pro,•a nei suoi primi passi infantili, ò la glandola secretrice del nuovo diritto operaio nel contratto e nei conflitti del lavoro, delle consuetudini c:hc diventono legge ,~ tutela della quotidiana vita elci lavoratore: la sua ,·irtualo potenza di trasformazione sociale ò immensa, per c1uanto anch'essa sia oacura agli occhi cli molti, che 1>ure hanno il socialismo o la. lotta di classe t.anto più al sommo delle lubbm <1ui:rntomeno ne hanno penetrata. l'essenza e meno ne sono a loro volta penetrnti. )fa perchò cotesto organo 1>0ssacom– piere interamente l'ufficio suo, e purchò la funzione compiuta lo trasformi o migliori, bisogna ch'csso sia avvivato, nutrito eia perenno e calùa onda di sangue 1 s1}rizzante dal cuore clclht coscienza prolctal'ia. La fucina naturale ,101 lavoro, che <lo\'l'à. fornire e di– rigere <1uest'onda sanguigna o trasformare cotesto or~ano trasformatore, ò appunto la. Camera del la– voro, il ridotto dove lo conteso <1uotidianc del lavo– ratore nella fabbrica si accentrano, si riassumono e, di\ 1>ersonnlipettegolezzi, clivenhlno elementi vivi di lotta cli classe. Ebbene, anche a questa capitale fun– zione, che ò essenzialmente politica perchè è crea– trice e avvivatricc della legge, finora poco o punto corrisposero le Camere cli lavoro italiane. Non solo esse non poterono dare qm,si alcun contributo al plasma onde il nuovo diritto snrà sostanziato, mit neppure ricscirono a fornire le condiz.ioni esteriori a.Ila sua formnzionc. Un recente esperimento clctto– rulo - in questa Milano, capitale della industria itoliuna - dimostrò che fllla. clusse opernia la co– scienza dcll'im1>0rtanza del probivirato non ha an– cora passata l'epidermide. Or tutto questo che 1>rova?Che la funzione poli– tica delle Camere del lavoro è tuttora appena albeg– gfantc. Ma non perchò <'SSa sia estranea a.\l'istituto delle Camere cli 1avoro, bensì pcrchè è ancora nella– prima infanzia del proprio s,•iluppo. La politica del proletariato vagisce in cuna. l)iciruno clipii1:noi saremmo infedeli al nostro credo so non pensassimo altrcsì che la politie;i proletaria, <1unndo sia. sviluppata, verrà naturnlmentc a trovarsi sulla atcssa direttiva. del socialismo. fl conflitto quo– tidiano fra. capitale e lavoro cs1>ri1110 un conflitto permanente cli classi - contlitto J)Olitico- il quale, come troverà nel socialismo le suo soluzioni estreme 1

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