Critica Sociale - Anno XI - n. 23 - 1 dicembre 1901

3G6 CRITICA SOCIALE Nello stesso avviso ò pure venuto il Go,·erno, sie.– come si rileva dal nuovo modulo elci bilancio comu– nale 1>rescrittocon circolare del l\linistero dello [n– tcrno, Direz. Gener. dcll'Amm. civ., Div. 2 1 Sez. 2, 24 settembre 1900, N. 15200-10, firmato Ca,•asola., ai sig-nori Prefetti del Hcgno ('), nel quale modulo, fllla Categ. 5\ '- speso por l'iatruzione pubblica, ., del Capo 3'\ ~ Speso facollatii:e ordinarie, ,, è segnata. la. 1·e(ezio11e scola.stica, sì come la. provvista di libri 1 carta, penne cd altro per gli alunui po11eri. )fa la questiono della. refezione scolastica anche a mo pare debba connettersi con quella. dell'istruzione ohbligatoria elementare, di cui ò essenzialmente un corollario. rnvcce, il abbatini assionrn.ticamentc afferma'" non '"osservi nessun nesso logico necessario fra. l'obbligo 11 della. istruzione gratuita e quello della refezione ,, 1 essendo dovere naturale dei genitori alimentare i figliuoli; od il Forti scrivo: "non si può 1 con inter• " protazione troppo cslensiva, farla rientrare (la re• " l'eziono) nell'obbligo della istruzione elementare, <Li '"cui al N. 12 del citato art. 175. ., Ora, ammesso il principio che )11, istruzione clo• montare costituisea. un servizio pubblico rientrante nella sfera dell'azio,1e clelegala dei Comuni (') pcrchò com1>resa 11ell'amministrazi<me sociale o concorso dello Stato nella civiltà economica, intellettuale e morale della Nazionej ne seguo che lo Stato stesso debba. fornire agli alunni dello scuoio elementari quel tanto cli alimenti che li possa mettere in grado di ricevere proficuamente la istruzione; alimenti cho- stante il disagio delle classi meno abbienti, che danno il maggior contingento allo scuoio pubbliche - non vengono forniti iu sufficienza, nò (>Orqualità, nò 1>er quantità, dalJe famiglie degli obbligati alla scuola. }; al difetto di alimenti si aggiunge quello dello vesti, argomento cli s1>rezzoo cli dileggio - (pes– simo esempio e seme cli odio di classe fin dalla tenera. età.!) - da parte dei compagni p.ilt agiati. Por convincersi di tutto ciò busta. una visita in qual• siasi scuola. elementare pubblica., o specialmente rurale. Hocentcmonte ha. dimostralo il Nitti, che fra noi da corte classi si mangia ogni giorno meno, e, io mi permetto di aggiungere, sempre pili male, per la lamentata ma impunita sofistica.dono, nociva alla salute, dei principali elementi, quali le farine, le paste ('), Polio, ecc. che sono quasi l'u11icocibo quo-. ticliano della classe proletaria. }; non è dunque, anche per ragioni su1>rcme di sanità pubblica, doveroso por lo Stato, che prctemlo l'obbligo della. istruzione elementare, somministrare quella refezione sann. e suflìcionte che non possono dare buona parte dello fllmiglic degli obbUgati alla scuola? Che anzi lo Stato, o per esso i Comu11i, dovrelJ• boro fornire ancora. libri, carta, ponne, ccc. 1 come si prntica in Germania e in altri Stati. Ciò non f~ (') BOlltltlHO U#c. JU,1ut. Jnt., N. !lt, dell'J I otiobre 1900. P) l'rot. Rl«A SALP.R~O: 1o·111cr11:, IOCcrll, nel Primo trattato di di• rUlo amm. ltal. a cura di ,,. t:. Orlando, \"olume IX, JlAgtne 1Jlt a 7::2, f 1,. (I) Il. 1)111,1,l•YOLTA: /h q11e,tlo11,a,, p,111, e la CO<IP,l"t,::i-011~: Ulv, soe., u. corr., png. 21a o scg. • ~I .igglungono 11>es80 Ili 11anoso- 1tn11zo tllverse, ,·uol organiche, ,•uol 1nh1crnll. Alcuno per mlgllornrno I c11r1\ttOrl ftstcl, altro 1ior 1rnmo11tarno Il J)CSO, m un modo o nOl· j'Rltro lnll mlsllont sono <hrnnoso od ò bono conoscerlo, SI nggtun– gouo gll "'·hn1.I della 11111.clnnlura, cloò la somoloUa, I cru,chclll ,•nrll, JO pulo di riso macinalo, lo !Arino 111 rrumcnto Immature, e illmlll; - rartne e rccole di segala, rnalz, orzo, ooc., 111 lcgumlnose (faglOII, "eccle), recola di pacato; - sali solublll, 0111a a11u1ne, so1ra10 di i111co,solfalo di rame, carbonati alcallnl, borato di soda, ecc.: - JIOttanzo terrose, come carbonalo di ealoo, crete, marmo, carbonato a I p.1ar11es1a (dolomite), nlaba&lro, kaollno, argille ,•arie,,. B1bllote d G1 1c B rn o condo, o si mettono le fttmi~lic bisognoso nella dum necessità di dichiararsi pubblicamente povere, il cho naturalmente ripugna, per ottenere gratuita.mento tali oggetti (non la refezione), o le si costringono a sacrifizii eccessivi, qunnclo non anche a ripieghi as• solutamente immorali. Ti'istituto del Patronato scolastico, che si può dire fallito nello sco1>oi ò una prova evidente del senti– mento oramai generale della necessit.\ di cui discor• riamo. Ma con esso non si esco dalla. vieta. formula della carità cittadina, forse per paura. cli quella " marca di fabbrica. socialista. ,, che improuta la. ri– forma. che si propone, ovvero r>er la naturale ten• <lonza.a consrnare irrigiditi vecchi istituti e vecchi sistemi 11011 più rispondenti ai nuovi tem1>i; od è poi del tutto insufficiente. La pubblic a benefice nza. o cnrità cittadina non è qui cho deve spiega.re la iHHL aziono benefica. Alla obbligatorietà. di un scn•izio dn, 1>artodei consociati, qual è quello della. istruzione elementare, deve ri· SJ)ondere la. obbligatorietà dei mezzi eia parte clichi richiedo tale servizio, cioò eia parte dello Stato e per esso elci Comuni, e non ha che vedervi dinfl{I.• me11le la carità. cittadina, cho ha altre miserie chi soccorrere, altri dolori da lenire. Dire poi, come fa il prof. S11.bbatini 1 che il servi– zio della refezione costituisce muno1>olio comunale, ossia una specie di collettivismo municipale, non è esatto, poichò, ben lo osserv1i il l'orti, i così detti impropriamente monopolii couumali riflettono esclu• sivamente la produzione imlustririle; e dal concetto della. refezione scolastica esula il carattere indu– strialo ('). Jure e-011dito 1 non è dubbio 1 che nella tassa.tiva. disposizione dell'art. 175 della legge comunale e pro– vinciale, che enumera le s1>csoobbligatorie, non pnò farsi ric11trare la. refezione scolastica. J~ appena è il caso di rilernro l'arbitrarietà. e la impmticità. della enumerazione tassativa delle spese obbligatorie fatta diti nostro legislatore por tutti i Comuni, grandi o piccoli, urbiu1i e rurali, come un abito fatto per individui diversi delle 1>il1vario dimensioni. Ma. se la refezione scolastica sfuggo attualmente al carattere obbligittorìo, essa l'ol'lna. naturalmente ogi:;ctto di spesa facoltativa, perchò non è compresa. nella sfera. di attività. generalmente sottratta ai corpi locali (attri.buzìoni vielate) ('). L'esperimento, che comincia a f1:trsi in Italia, e che dà. così buoni frutti all'estero, specialmente in Francia, preludia alla dichiarazione per legge della. obbligatorietà della refezione. i; quanti fanciulli, che ora non frequentano la scuola obbligatoria, massime nei piccoli centri, non vi accorrerebbero invece, data la refezione, gli oggetti di scrittoio, ecc., e, con <1ua11to ina1>prezzabilo vantagg-io ognuno iutenclo! !~ecodunque una ragiono di convenienzct o di po• litica di non trascurabile importanza, che, insieme a quelle dell'interesso dello Stato 1>crhi sanità pub· blica e della cura per le classi meno abbienti, con– sigliano a, favorire Ja istituzione della refezione sco– lastica; per la cui attuazione non faranno corto difetto i mezzi finanziarii, sol che si investano a suo 1>rotante somme che ora si spendono per speso cli no suna o quasi nessuna tttilitù generale. Dott. ANT0:'\'10 P0INEIHN0 ,'ku1·etm·i-0 det G'om1111r, (ti l'i.wmi·a. (I) l'ror. lt!CCA S4LHKSO, \OC, olt., l)llfr, 1\17 O &Cg, (11,•• l:. OitLA~D0: Prl11clpU di dJ1•1Uo (1111111,1 t'lronzo IS~Z, IH\• g\UI\ 200 O 8Cg. Abbonamento cumulativo Critica sociale ed Avanti! anno L. ~1., se mestre L. 1.0,50.

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