Critica Sociale - Anno XI - n. 23 - 1 dicembre 1901

3G4 CRl1'ICA SOCIALE ----- -------------------------------- scni1Jro piì:1 decisiva. Invero, questa t.eoria degli ac– comodamenti, che in ogni dove Attunlmonte provnlc J sino a smussare gli angoli vanitosi del prestigio mili– taresco, non può essere imposta dal sea.1>01cer in llhlrC, come nou è im1>0l!ltanel continente europeo dall:l po– tenza degli eserciti j ne adduco a prova I!\ 'l'riplico che, nonost11ntcSiil lfl. pili debole sotto l'aspetto militare e hl pH1 ingiusta, tuttavia in tanti anni non fu, nè sarà probabilmente mai attaccnta; la teoril\ degli acco– modamenti ò imposhl, secondo me, principalmente dalla ueassitù delle rose e questa ò prodotta dalle condizioni del commercio marittimo, tanto mutato da quelle dell'epoca anteriore e r('contc. I nf'atti. Prinrn. delle famose scoperte dei nuovi con• tinenti e delle nuove vie di comunicazione ,•orso l'l~stremo Oriente, tutto il commercio marittimo si riduceva a\l'l'.]uropà e ad una parte, o tutto rigore non ragguarclcvolc, dell'Africt, e clclJ'Asia. Era qu11si tutto costiero o fatto con mezzi di 1rnvigazionc im· perrctti. Hispctto a quello odierno esso cm scarsis• · simo. Jl YCro commercio marittimo venne in SCA"uito a. quelle scoperte, ma crel)be con l,!'rnnde lentezza, p<'r hl ragione che 11011 poteva svilupparsi iutcra.– mcnte, e fiorire, se non dopo che altre circostanze di g-rnndissimo momento si fossero avverate. l:U prima ern il consolidarsi dei possedimenti coloniali o degli Stati sorti ol1rc marei co~a che presuppone insieme lo sviluppo isuniciente della. loro forzf~ commcrcit1.lc . J,a seconda ('lrcostan:r." doveva essere l'incremento m:1:;1,;ioredello industrie d'Europa, il quale iucre· mento consentisse una maggior copia di scambii. R infine, l'ultima circostanza, forse piÌI f1worcvole di tutte, doveva. consistere noi migliornmonto e perro– zionnmento dei moi:r.i cli 11aviga1.iono e elci mezzi te– legrafici cli comunicazione. Per una fortunata combinazione, quelle circoshmze si M'Ycrarono quasi contemporaneamente, sulla metà del secolo scorso e, tutto insieme togliendo i ritegui, resero possil)ile lo sviluppo nuovo e grandioso del commercio marittimo mondiale; il quale ha gi:\ por– tato il traffico a oltre 45 miliardi di franchi all'anno cd è stato e SlUà cagiono cli im1>cnsati mutamenti nelh~ vita sociale dei popoli. I~ dico impensati, perchò quello sviluppo nccaddc quasi improv,,iso, peL' la sua entità almeno, confrontata con quella dei tempi pas• Sftti, anche remoti. Cito a riprova alcuni dati sulla navigazione. Nel 1842 il tonnellaggio delle navi di tutte lo na• zioni superava di poco i milioni 6 1 /,; nel l875 sa• liva già a milioni 19 1 /, e nel 1899 toccava i 2 mi– lioni, e in seguito l'aumento medio annuo fu ancora superato, 1>oichò nel 1900, essendo state distrutte, per vecchiaia., naufragi ed altre cause , 680 mila tonne!· late di navi, ue rurono fabbrica.te in sostituzione nei cantieri del mondo tre volte tant e. ]~ si deve 1>ur notare che le navi del 1842 erano tutte veliere, e nel 1875 la vela rappresentM•a ancora i tre <1uarti di tutto il naviglio, ma nel 1900 essa non rappre· senta.va pili che un quinto del totale, così che la si• curcz:r.a di navigazione e la celerità sono cresciute do1>0 il 1842 in una proporzione anche maggiore di quella ottenutasi nel tonnellaggio. Della. qual pro– porzione per dare un'idea, citerò ancora il tonne!· hw,rio del1c n,ivi di varia nazionalità. entrate con mC~ci e viaggiatori o in zavorrn. nei porti inglesi nel 1840 1 il quale fu di milioni 9 1 /, e fu invece d~ milioni 74 1 /, nel 18 90. Cnmodo che, stando a.questi dati che si trova.no in un'opera recente francese cittt.fil in no b~, men tre il tonncllagl,!'iO delle mwi crebbe dal l812 al 1899 nel rnpporto di 1 a. 5 1 il mo,•imento di n1lvigaziono sarebhe cresciuto nel rap• porto di l a S in periodo di tempo anche minore. Nè questo aumento, veramente meraviglioso, si ebbe saltanto nei porti inglesi. Anche mnggiore, relativa· mente, dovette avverarsi in Amburgo, dove 1101l899 entrarono dal mare un miliardo di franchi in merci più che in Lo11clra. ( 1 ) Non entro in p u'ticolari considerazioni sopra fatti sussidiari, come sarebbero i consumi di generì ali– mentari che 1 da non molto tempo, si importano dal mure in copia sempre pii, ~rande, a benefizio di alcuno nazioni europee, Cn~hilterra, Germania, ltnliil, che ne difettano: o come sarebbe l'aiuto ìndispen• sa.bilo che molte industrie europee traggono dal mare per la loro alimentazione. Questi fatti ben noti accreb– bero il valore del commercio marittimo odierno, e forza. ò L'iconosccl'Cche tutte Je na:r.ioni, e le europee sopratutto, trrtggono da osso una buona pal't0 di linftt vitale, e non potrebbero faro altrimenti. rnsisto però noll'idca. che lo svilu1>po grandioso del commercio marittimo fu un fatto recente e q1utsi improv,,iso, e nppunto por ciò non venne a.n<iom go· neralmonte aVYcrtito; e uni'\ pa1·tc di coloro, i quali lo considerarono, il fecero con criteri antichi, innp– plicnbili al caso nuovo; fra essi, manco a dirlo, i Governi, sempre gli ultimi, e i pii1 restii de~li ul– timi, ad accogliere vedute che escano dal binario tradizionale. Una. volta, quando il commercio era piccolo, sot– to1>osto 1\i monopolii, es1>0sto ai pirati, o quando hL spartizione dei territorii olt.rornare veniva commcssfL specialmente :ilio armi, erA. cosa naturale che h~ tutehL ciel commercio consistesse esclusivamente nella. ttotta militare, ehi importanza di questa fosse grande, ed o~sa sola imponesse gli accomodamenti colla mi naccia o s'irn1)0ncsse coll'azione. Ora il commercio marittimo è immenso, in rnp1>orto al passato, i pi· rati 11011 esistono più, le spartir.ioni territoriali si fanno in modo pacifico, ma alcuni dicono che quanto 1>il1è grande il commercio ph'1 è necessario aumen• tare le flotto por difenderlo; e qui sta l'errore di lo~i0t1, proveniente da un'abitudine di pensiero non piu in armonia con le cose ('). Il commercio odierno è un tutto omogeneo che interessa. in modo uguale - reliltivamente 1>arlauclo - tutte le nazioni ch•ili 1 1>erchè ormai su di esso si fonda la vita giornaliera dei popoli ed ò il mezzo pili fruttuoso di ricchezza. Il trnnsito di cose in grandi quantifa o per grandi distanze è decisamente sempre pili facile e copioso per acqua che per terra e quindi esso dovrà crescere, come finora ha fatto, molto pili cli quello terrestre. Ora, la coudi:r.ione essenziale, ammessa da tutti, aflìnchò questo gra nde commercio si effettui è la J)!LCe - il mare pacifico - e questa ò una condi· zione insita nella natura stessa ciel commercio, è ciò che ho detto essere una necessità clelle cose, è quello che ha generato miturnlmente l'odierna teoria degli 11ccomoclumcnti. Ed ò chiaro del pari,mi sembra, che il commercio marittimo presente - a differenza di quello J)iccolo antico - porta in sè la sua prin· cipale tutela, e non hl\ bisogno di cercarla nella marineria. militare. Le coso anzi sono invertite. La flotta non rappres~nta. pili una tutela per esso, ma un pericolo imminente, proprio imminente come la spada di Damocle, e aggiungerò, un danno certo in caso di guerra, sia la flotta, che 1>rctonde difenderlo, vincitrice o vinta. . .. TI vecchio prcgiucliiio 1 che patrocina le flotte mi• litari, ripete s1>csso le solite formule, che " la flotta difende, svilu,ppa, genera il commercio nazionale li> cho " il commercio va dietro alla baudiera. ,,. Una t•i Vedasi la l{QV,(JllHOII t:ommtrt:1,(,/t (lii XIX •iicu per ,\lilllH018E Co1.1~, 1001. Opera prcmla\a dall',\~adcm!a di 1etcmt:0 rnorall e po• llllcho In •·rancia. \'edasl pure Il JJ11rt111t VtrUa• o Il uoid'iJ HtQUttr. (') v•è un nmmlragt1o (Rettolo) elle 81 è RHuulo di J)redlearo In centri ln<l.ustr!MI • 1•1rnmento della notta, olle vrotluce aumenll ti\ commerci,, I suol tll~corst, fattl In fontlo p1·0 domo s1w, rapJ)rO&Oll· tano pol comnierclo qua\cllo cou di perglo di una g1uocata al lotto.

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