Critica Sociale - Anno XI - n. 10 - 16 maggio 1901

CRITICA SOCIALE 153 Nei lavori della bonifica gonzaghese_ si minacciava uno I fare con lui. 1~ccoperchè il socialismo, facendo della plebe sciopero generale. Il Comitato della ],'ederazione non ap- rurale un esercito di cittadini, annunciando a questi di– pro,•a IO sciOJlCro,e tutti tornano al lavoro. 'I'1ltti, meno I nurnticati che essi potranno per virtl1 propria comparire otto, che, vergognosi della loro indisciJ)lina, disertano il I alla ribalta della vita e della storia, comuniMndo a. cam1Jodi notte, ma che all'indomani, 1>entiti, tornano a questi soflèrenti la fe<ln in un av,•enire migliore, chinde supplicare d'essere riammessi nella loro Lega. (1) j per sempre l'era delle jacq11eries ed apre quella della Come immaginare dunque che, con masse così rigida- 1 ele\ 1 azionc lentt1, ordinata, pacifica. Forse è questo che mente disciplinale, siano possibili i disordini e le ribel• 1 dispiace tanto agli Arri\'abcne della nostra Yanclea? Honi che vanno fautastiscando gli Al'l'ivabene del :Man- Iv.,~o•: Boxom, CA1H.oV.:zus-r. tovano? Come supporre che una organizzazione così so- lida e così vasta voglia correre leggermente verso In propria dissoluzione? Ma c'è - dicono le gaz1.ette mo– derate, e l'ha ripetuto l'Arriva.bene in Senato - il mo– vimento politico che sta ascoso dentro il movimento eco– nomico; orn è appunto questo movimento politico quello che desta lo paure e le apprensioni. Intendiamoci bene. Se per movimento politico si in– tende la organizzazione seg1·ctao palese della rivolta per abbattere le istituzioni attuali, la paura è co!lÌ.ridicola da non meritare alcuna rassicurnzione. Se invece si vuol dire che il movimento economico è guidato e discit>li• nato dal partito socialista, ossia.da . un 1>nrtito politico 1 nulla è pii1 vero di questo. ~fa il fatto non ha in sè niente di strano e tanto meno di }Jericoloso. I 1Jartiti politici moderni non vivono di astrazioni, e non stanno campati in aria nel regno degli angeli e dei rondoni. }:ssi raJ)p1·esentano tutti degli interessi e delle classi. Ora, JJOichè il partito socialista rappresenta, rac– Coglie e disciplina le classi lavoratz·ici, era naturale spct• tasse ad esso la direzione <li un movimento fatto da JJl'O· letari e a vantaggio dei proletari. O dovevano forse i contadini del Ma.ntovano nttendere che un Arrivabene tribuno del popolo li organizzasse contro un Arriva.bene conte, senatore e proprietario? Ma la direzione cli un movimento economico affidata ad un partito, che è certo una forza considerevole nella vita politica, dovrebbe essel'c una garanzia di ordine e non affatto una rri.gionc di SJ)aYcnto. Un J)artito JJOlitico ha una responsabilità molto maggiore che non un uomo ocl un gruppo di uomini. '1're uomini fanatici ccl im1>ul– sivi che fossero alla testa di 40.000 contadini, senza altra. responsabilità. che la })ropria, potrcbbe1·0 costituire un pericolo serio. Un partito invece, che ha. un gruppo in Parlamento cd una influenza considerevole sul Governo e 11el paese, non }Hlò' leggermente giuocare sopra. una. carta le fatiche di molti anni. Nè, d'altra parte, i giuochi d'azzardo sono mai stati nei metodi del partito socialista italiano. Ma v'è cli pili. Noi crediamo che il mutamento pro– fonclo,per cui all'impulsivit1\ del movimento di ·resistenza del 1885 è succeduta la calma operosa. del movimento attuale, sia dovuto in gran parte all'educazione politica delle ma.sse camprignuole. Infatti, là dove questa educa– zione si è esercitata. pilt a lungo e pili intensamente, la organizzazione economica ò 1>iùsalda, la solidarietà. pili intima, la disciplina 1>iù ferrea. E si capisce. Da.te al conta.clino una speranza. e un'idea che varchi il limite prosaico clei suoi bisogni quasi esclusi\•anrnnte alimen– tari, egli per quella idea e per quella speranza soffrir1\ 1mzientemente la fa.me coi suoi fratelli di fatica, con– ciuisterà. con i suoi dolori il diritto <li 1>retendcre per i suoi flgli una dimano meno tristo e meno dubbiosa, amerà con affetto IJilt intenso quelli che dovrnnno trion- {t) Anche mentre scrt,·!amo i 1a,•orator1 della 1Jo111Hcl\ sono tornai! dlsetpllnatl l\l Ja"oro, In seguito Ili consiglio loro dato di attendere J\ gludh;lo del Prefetto ehlanmto arbitro fra I la,·oratorl e Il Con– sorzio di bonlftca. ote r1 l no B1arco LA CRISIOCIALISTA NFRANCIA (') Il tenw Congresso nn.r.ionalc delle orgftnizza:.doni socialiste francesi si terrli a Lione il 2G,27 e 28 ciel corrente mnggio. Giusta le decisioni del precedente Congresso di Parigi (ott.obre U)00), questo t.crzo Con– gresso do\'rebbo effett.uaro l'u11W1, socialista. :Ma Jo circosLrnze non glielo consentono; non è in suo potere por fine alla crisi che turba così profondamente il socialismo francese. I. Se, infatti, si confronta la condizione ])l'esento del socialismo in Fni.ncia con quella. che seguì la. scis• sione dell'ultimo Congresso di Parigi, è incontesta• bile che le cose hanno peggiorato. Si 1>otcvn.credere allont che l'isolamento del Partilo OJ)eraio ./r'rancese (gltedisU) non durerebbe, e che il Partito Socialista. Rit'oluzionario (ùla11chisti) servirebbe da. ponte fra i suoi alleati, i ghedisti, e il resto del partito, clril quale non si era separato. JI pretesto afferrato dal Pm·tilo Operaio Francese pc1· ritirarsi dal Congresso era così futile 1 che era plausibile sperare non avesse conseguenze durevoli; d'altro c1rnto, era la. volonnL molto nettamente espressa. del Partito Socialista Ri- 1;0/uziouario di servire all'unione di <1uei due mon– coni del socialismo francese. Queste due speranze furono deluse. I gltedisti si chiusero in una solitudine intransigent.e e ricusano di inten·enirc al Congresso di Lione. Quanto ai blcm– cltisti,1 non credendo essi possihile di sostenere piìL a. lungo hi loro parte di int.ermedhui, pema.no visi· bilmentc a. riprendere la. loro antica indipendenza, e dichiararono già di esser pronti a. separarsi dal resto del partito, so le circostanze ve Ji costringono. Oltracciò, le altre frazioni del socirilismo frnncese non sembrano gran fatto smaniose di concludere il patto fino.le dell'uniti't. Oli allemcmist·i, per esempio, in seguito a qualche dissidio colh\ li'eclerazione So– cialista J11diJJencle11te della Senna, non dissimulano la loro freddezza nel collaborRre all'unione definitiva. I brussisti> benchè ridotti alla. piìL semplice espres– sione, tengono ancora a quel poco che loro rimane d'organizzazione. Quanto agli JncliJJendent.i, essi for~ mano sempre un aggregato così eterogeneo, che è impossibile attendere risultati decisivi dalla. loro azione comune. L'J~strema Dest.rn., s1>ecialmente, molto moderata e molto opportunista, non manifesta alcun violento desiderio di mùmità che permetterebbe al (') Per 11rocurArel unfL lll1J)rcsslono nssoJutarnento hn11arzl11lecd eq11nnlme della sl!uazlonc attunle del Pnrtlto sochillsta frnneeso e delle spcrnnzo elio 1)0880110 rll)OrSI 1101Congresso lmmlnc11te, 11ol 11011 do,·c,·amo rh·olgorcl ad ale11nodel eoclnllsll hnJlegnt1tl A fondo nelle lollo Intestino elio dllnnhmo Il Pnrtllo. Ubcrt.o 1.ngnrdcl10, Il n1loroso direttore del ,lfo111:ementsocKll/.tte di Parigi, el l)Rn·(l- per la sun uoslzlone lnlellcttunle o J)o11t1ea-· In J>ersona J)1ùndrtttii nd 1111 n1>1irezzarnentolll)Oglloda ogni sorta <li J>rc\'enzlonc. i,; 1 bcne11ò quelle " soluzioni " ch'egli si rl()romcllc dal Congresso sembrino a noi (e a lui stesso forse) tropl)O rormnll 1iormcrltnro quel nome, uol lo rl11graz1m110 ,,1,·11.rnento di 8\'Cre corr1s11osto nl nostro Invito. (Nota tkll4 CRITICA).

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