Critica Sociale - Anno XI - n. 10 - 16 maggio 1901

154 CRITICA SOCIALE J)R.rtito rganizzato di esercitare un controllocostante sui suoi membri. J.'Estrema, Sinistra degli li1Clipen• denti è animata, senza dubbio, da un tenace buon YOlere, ma difetta di coesione. Hestano le Fedem– zioni .Aulouome; quivi certamente è J'anrenire del socia.lismQ francese. Ma esse sono ancora poco nu– rnorose, si ignorano a vicenda, non sono unite da relazioni organiche, o perciò restano impotenti a svi– luppare il loro comune pensiero e a concertare un identico pim10 d'azione. . Come si giunse a cotanto confusionismo? Qual che sia l'opinione che si professi sul fondo di quest.o caso così complesso, si può dire che è l'interminabile controversia sulla presenza di Millerand al J)oterc, che spinse ht diYisiono al peggio. Gli atti di M.illerftnd furono il pretesto costante di dispute sempre rinno• vate; e per disposti che si fosse, diL una parte e dall'altra, aJl'unionc definitiva, i litigi dovevano es sere riattizz~tti di continuo dalhL vita stessa del Mini· stero. Jl socialismo francese vide i suoi " CH-pi ,, di– vidersi in due grandi fazioni: i ministeriali e gli antiminist.eriali. Tutto, nell'azione pratica di quei principali rappresentanti della ]i'rancia socialista, sembrò subordinarsi a questa questione: pro o contro Millerand ! Oli uni e gli altl'i esagerarono il loro punto di visfo, ingrossarono smisuratamente i fatt-i e la loro portata in un senso come nell'altro, e i contrasti, scambio di elidersi via via col semplice contatto della ,·ita e del lavoro comune, si accentuarono irredutt.i– bilmente. ~ Gli antiministeriali hanno meno pensato alla di– fesa degli interessi immedinti del proletarinto) che a organizzare un at.tacco continuo cont.ro 1'1.illcrand e i suoi difensori. Tutto fu per essi occasione a cri– t.icllee a scomuniche. R i ministeriali, dal car1toJoro, con l'apologia. sistemntica e presenbtta inabilmente dell'azione di Millcrand, fecero il possibile per irri– tare i loro compagni in lotta contro cli essi. Di errore in errore, finirono per giustificare qua.si J'opposiz.iono ftlltiministeriale. Duelli oratori i,come quello di Guesde e Jaurès a Lilla, non fecero che sovreccitare gli antagonismi, esasperandoli alla luce ciel sole.. 1·] 1 di recente, le sconfortanti polemiche fra la Petite Re– Jmbhque, il giornale di J"aurès, e il Petit Sou, il gior– nale di Onescle e Vaillant, portarono al colmo lo scompiglio . .Quel elle vi è, d\l.ltrondc, di singolare in questa divisione dei leallers del socialismo francese in mi– nisteriali ed antiministeriali, è che essa si verifica ben al difuori e al disopra della grande massa dei militanti, alieni nffatto dal passionarsi così pro o contro ~lillcrirnd. ]~1 un enore frequente quello cli credere che le divisioni dei « capi ,, stù.la quest.ione ministeriale penetrino nelle profonditft delle masse socialiste. Conviene rettificare questo errore. La sua origine ò semplicissima: i giornali socialisti appar– tengono esclusirnmentc o a dei ministeriali sistema-– tici o a degli antiministeriali per principio; di pil,, il Gruppo parlnmentare è scisso in due frazioni uet– tissimamentc ostiH su questo punto. 'l'utto ciò potè far credere che il paese socialisht 1 seguendo 1a dire– zione dei giornali o ciel Gruppo parlamentare, si di– videsse in due grandi correnti. La verità è che la pii, parte dei militanti si disinteressano del ministe~ rialismo o clell'antiministel'ialìsmo. Non sono a. p1·iori, nè per l'uno, nè per l'altro i considera.no l'nttuale Mi– nistero sotto la stessa. prospctt.iva cli tutti gli altri Ministeri; lo approvano o disapprovano secondo che agisce per o contro gli interessi del proletariato. Se hanno un'opinione ben salda, è che tutte queste di– scussioni bisantine e queste rivalità cli persone li at– tristano, e che il loro gran desiderio è c11eMillerancl cessi d'essere o ministro o socialista, perchè sia pos– sibile alfìno Ja paco socialista. Non è per altro da credere che la divisione dei Bib ,ate n Gino Btarco socialist.i francesi abbia. per causa unica il « caso .Millcrand ,,. Vi hanno, cli questo triste stato clicose, cagioni pil, lontane. 'Mf~ il " caso i\lillerand ,, servì di pretesto, plausibile agii occhi di una parte del J)roleta.riato militlrnt.e, ~iustificato anche spesso dal– l'atteggiamento dei fautori di :Millerancl, alla separa• zione delle vecchie frazioni riYoluiionarie. L'affare l)reyf'us, anch'esso, servì dapprincipio di pretesto alle lotte intestine del partito; ma, sotto la spinta dei fat.ti , {favauti a.I progressi\•o salire della reazione, il pretesto era caduto e l'unità sembrava più che mai in cammino. Ventrabt di :Millerancl al potere, senza previa consultazione del partito e sotto la sua re– sponsabilità personale, ha rotto ogni cosa. Nuovo pre– testo sorse alla discordia, e il pretesto, diciamolo an– cora, fu spesso fondato. - 'fale è dunque, alla vigilia del Congresso di Lione, la situazione socialista in ]i'rancia. La persistente presenza di un socialista al potere, che da provvi– soria tende a diventar permanente, misti i socialisti frnncesi piì, che mai alle prese gli uni contro gli altri. l•'in che durerh. la causa, dureranno gli effetti. In ogni caso, l'unit.;\ non può scatmire dal Congresso di Lione. li. Jnut.ile, quindi, annettere un'eccessiva importanza ai piani di unificazione, redatti giusta le decisioni del Congresso di ])arigi del Hl00. Fosse anche un d'essi adottato dalle frazioni presenti al Congresso, non s'imporrebbe al Partilo Operaio Francese, frazione assai numerosa e relativamente ben organizzata, che ne sarà assente. J.n grande differenza che dist.inguc i due proget.ti principali, elaborati l'uno dal. Comitato generale del Pm•fito social-isfa francese, l'altro dai gltedisti e da.i brussisti, riunit.i 1 consiste nell'accettare o no, nel sup– posto partito unificato, i Sindacati e le Cooperative. La controversia in proposito fLL viva nella stampa. socia.lista. Il Comitato generale considerò che, senza. le organizza.zioni propriamente proletarie, il partito socialista rischierebbe cli non essere che un partito politicante, mentre i Sindacati e le Cooperative, senza l'impulso socialista, fini.l'ebbero in un corporativismo e cooperativismo antisocialista. Vail1a.nt, al contrario, si raffigura l'evolu.zione del partito socialista. e lo sviluppo ciel movimento puramente economico come paralleli 1 correlativi e simultanei, non esposti a.con– fondersi, stante la. differenza specifica delle loro fun• zioni, ma costretti a corrispondersi dalla fonda.men• tale uguaglianza nel loro scopo. Guesde, che per lungo tempo predicò l'adesione dissimulata dei Sindacati e e delle Cooperative alla sua propria frazione, si ri– congiunge ora all'idea di Vaillant. Certo, bril.lanti discussioni si faranno su quest,o tema., al Congresso di Lione 1 come pure sui nume· rosi punti d'organizzazione itLtema che differenziano i due progetti. Ma, non potendo uscirne JJelmomento alcunchè di positivo, non ananno che un foteresse accademico. Che potrà fare dunque il Cougrcsso di Lione? Il suo primo còmpito potrà consistere nel far ca– dere i due precipui ost.acoli, non al.l'unità. definitiva, ma alla semplice unionE;, fraterna. Essi sono l'equi– voco creato dalla. presenza di Millerancl nel Mini– stero, e il funzionamento clel1A. stampa che si clà ger socia.lista. L'equivoco, ch'è alla base del " caso Millerand ,, 1 malgrado tutte le oscurità. cli questo affare, è troppo chiaro perchò a.lcuno lo neghi: sta nel fatto che, sebbene Millerand teoricamente non abbia impegnato che sè stesso, e sebbene il partito, in linea cli prin· cipii, si sia disinvolto dalla. solidarietà con Mi.llerand, praticamente gli atti cli Millerand hanno impegnato il

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