Critica Sociale - Anno XI - n. 10 - 16 maggio 1901

150 CRITICA SOCIALE tiYf' 1 quanto agli spiriti, li,1uori e vini in bott.iglir, il che poco importa, ma nuche quanto alle carni, il che è gravissimo e risponùo all'erroneo concetto che il pane dcbha essere il tònclamcnto dc!Pidimcntaziono popolnrc o la cnrnc un consumo voluttmnio; che ill• somnrn. nllc classi popolari, le quali si mostrano in– vece ogni dì 1>illdi pnrerc contrario, dohha bnsti:irc il pane <1uotiùiano, senza pictnnza. .L'art. 4 applica la hHìbll d'eserci zio e rivendit:1 1 senza dislinzione di popohw:ione 1 a h1t.ti i Comuni, tra le L. 2 o le 1000, il che porgerì1 m olte volte l)rc testo ngliescrccnti di !?ran,rc sui consumi. L'art. 9 colpisce di dazio, nei Comuni sotto i 20 mila nhitanti, i foraggi, mediante tassa annua fii:sn JH!I' O{JUi rapo delle i:arie SJ"Jecie di, equini, senz(I,1·ir1uaJ·do alla, (Qro 11ertine11z(I, o desfiuazioue, o ciò senza pre– giudizio dclht tassa sullo bestie dei tiro, da.sella e da soma, del che certnmcntc non avran mot.ivo di ral– lei!!rn1:sii poveri contadini detentori di un cavnllo o di un osino, i quali, non consmnflndo ordinariamente nitro frnmcnto che quello dei 'fornii da. loro coltivati, i,i vcdrflnno di\ questa ICf!':?C danneggiati senza com– penso; e insieme fii conti\dini i c:1rrcrtieri 1 e ma– ~nri gli storpi proprictnri di un organetro con rcla• ti\·o quadrupede. Ancora Pttrt. 9 abilita i Comuni al disotto dei 20 mila abitanti a imporro il dazio sul gas-luce - che in molti luoghi va diventando un combustibile popol:1ro - o sull:t energ ia elett rica, che in tanti <' tanli 'pncsi di montf1grrn, d ota.ti di copiose forzo di acqua. facilmente utilizz11bili 1 t onde n diffondersi SO· st.ituendo il petrolio o il fetido lume ad olio dei no– stri bisnonni. Sempre questo articolo n elcrn, note\"olmente il dazio sulle cami, notc\"olissinrnmento il dazio sulla. macellazione dei suini destinati ad uso particolare. O mi pornre massaie, che con tanta cura nutrito il piccolo 1>orro quasi selvatico, perchè dia un po' di lardo alla scipita mìnei:-t1a della sera o un po'di sai~ siccia per il festino della domenica: in compenso di quello che la nuova legge Yi promette, ma non vi dì1 1 una nuo,·a gabella odiosa viene a falcidiare la. \'O· stra miserrima. economia. Davvero che io non riesco a. capire come mai) collo 1>iì:1buono intenzioni del mondo, i:-i possa andare hrnto lontani dal segno o sncrificare l'evidenza alle ombre vane. Tutto queste piccolo disposir.ionccllc, che donch– bero scomparire come le macchio solari nella gran luce tlcl provvedimento democratico, non pare egli in\'CCCche giustifichino il titolo del paragrafo? Conciusio11 e. 'rirando le somme) il progetto, poi quale si è dn un,t pnde strillato tanto come se per esso fosse mi– nacciato ogni ordine divino ed umano, c dall'altra per poco non si è intonato un Nouus a/J inleg1·0 scecto- 1·1m1nascitm· m·do) si riduce dunque I\ questo: 1° Generalizzazione del sistema della (lCrcezionc elci dazio per via cli appalto, con ben piccolo pro– fitto dei ronsumutori 1 a tutto vonta:;gio degli apprd• h\tori privati e degli esercenti. 2° S~ravio dei farinacci 1 con beneficio illusorio o quasi elci comsumatori o - 1·cbu.i lJic stautibus - lucro quasi csclush"o dcµ-li esercenti. 3° Imposizione di nuove gabelle e aggravamento di antiche, lìt dove la vita è pili ditlìcilc e pilL mo– schine son lo risorse. Il che è troppo 1>ococome affl~rmazione di un nuovo indirizzo di finanza demorratica. Hta be;1c che si abbia riguardo alle palesi oneste intenzioni, ma bisogna ben guardare anche ai frutti cli queste, e, perchè i frutti sono insipidi o amari, non c'è ragione che, per riguardi di cerimonia, dobbiam g-uastarccno la boccfl. Il Ministero Zanarclclli paro cle>cison gar~ntire ai a G 1 B n I i.l\"oratori la liberfa nella lotln economica, il che è 11011 solo molto, ma forse tutto per orn, o i lavoratori, in segno di :;ratitudinc, lo csonol"ino dal grt1ttacapo di andare impasticciando lc~gi socinli, che nelln mi• glioro delle ipotesi - o per inll<'precabile necessiti\ non possono che lasciaro il tempo trovato. lo non YOrrei che, all'applicflzione, noi axossimo da malecliro IC' mille voltC' <1uesta. leg~o li/Jentlrice, come gilì fii J)UÒ maledire a quest'ora, dopo tre anni cli esJ)e• riemrn, un'altra - la. legge sng-li infortuni) cui fu gR– rnntita 111 lietn accoglienza d('i rap1>rcsentanti socia– listi da una ingannatrice etichetta sociale) sott.o cui cclf,vttsi, voluta o meno da chi pr('sentarn la legft'C', una atroce insidia ::i.g-li ntere~si proletari. Che se il 1>rogotto dorn nnclare, si cerchi almeno di conglobarlo, così come ho detto, coll'aòoliziono, nei Comuni aperti e da aprire, di ogni dazio, fuorehè sul vino e sulle carni, col di\"ioto di ogni appalt.o o al)IJonnmonto pei duo clnzi co1u,er\'ati, coll'eso,·cizio del clnzio in eCOnorni11o colli1 introdur.ione cl<'lCfll· micro oblJligat.orio nlmeno pei farinacei. }'1m~:mco M.\IRO~I. Il movimento pr letario nelMantovano I'. L'ORIGINE E LO SVILUPPO DELLE LEGHE. Per risalire nll'originc delle attuali Leghe di miglio– ramento con"ien ricordare In J)fimnl'era. del 1898. In mezzo alle discussioni ed ai tentath•i Jler dare un indi– rizzo sicuro alla organizzazione economica dei lal'ora tori mnnto,·nni 1 l'organizzaziono di resistenza. per il rialr.o dei snlarii sorse spontaneamente in piit ))Unti della pro– l'incia1 richiamando subito l'attenzione del partito socia– lista che fino allorn si era adoJ)rato a svil111>1>nrc le associazioni cOO))ernli"c,intendendo da1·e a queste ultime il enrnttcrc che hanno ass unto n el Belgio. Jn J)Ochimesi si ebbero scioperi in quasi tut.tn la zona. meridionale del MantO\'nno, scioJ)eri tcl'minnti con transazioni generai– mento vantnggiose J)er i contadini. Jl mo,•imcnto della. 1>rima, 1 era 1898 ò nQtevole per due fatti. L'uno ò di :were affacciato J>Crla. prima volta la necessità della coslituzione delle Cnmcre nrbitrali ngrari<', Cnmcro che si teutò di far sorgoro in parecchi paesi, ,•incendo le prime nv,·ersioni dei 1Jro1>rietari.L'altro consiste nell'a,•ere tenuto conto del grrl\'c problema della disoccu))nr.ione 1 e nell'a\'ernc tentata una soluzione. In– fatti, in alcuno tariffe JHtbblicnte in quell'anno, si leggo il seguente accordo tra contadini e conduttori di fondi: " Ogni conduttore di fondi si oblJliga di iml)iegnre a ln\'Ol"O continuo (per tutto l'anno, meno i giorui d'intem• J)Crie)almeno 5 lavoratori ogni 100 biolche. Una Com– missione pbrmancntc) com))osta metà di J>adroni e metà di contadini, curerà l'esatto ndempimento dei nuo\'i patti colonici. 1 (1) Questi risultati furono ottenuti un poco J)Crla rapidità o l'estensione del mo"imento, un JlOCO anche ))Crla.1u1ura che i moti del maggio 1898 avel'ano i11cusso nei J}ro– ))rietari del :aianto\'ano, che erede\'ano, nella loro igno– ra11zn1 di cssore giunti alla. vigilia della fine del mondo. i\lti venne la reazione a rassicurarli di nuOYO, non t.anto però da ))ermetter loro di violare subito e sfacciatamente Io nuo\'C tariffe e i nuovi J)ntti colonici. ::\lalgrado la sop))ressione di ogui liberti1,ordinnta dal generale Pelloux-, () '" Trl'l'/1 del ~ rnR:rglo 18'8

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